Gianfranco Saletta: una vita sul palcoscenico

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Libro-intervista a Gianfranco Saletta

di Liliana Bamboschek

 

Uno degli attori più amati non solo dal pubblico triestino, ma largamente popolare in tutta la regione e anche in Veneto, in Istria e inoltre stimato e ben conosciuto in sede nazionale, Gianfranco Saletta, è il protagonista di un libro di memorie teatrali appena uscito per i tipi della Hammerle Editori in Trieste. Il volume, curato da Julian Sgherla Gianfranco Saletta: de divertirme go zercà… e ‘l Teatro go trovà, corredato da numerosissime foto, è scritto in forma di intervista e prodotto dalla compagnia da lui fondata, il Gruppo Teatrale per il Dialetto.

I vari capitoli rispondono a una serie di domande formulate da Julian Sgherla e accompagnano piacevolmente il lettore in un ideale cammino attraverso le molteplici esperienze del protagonista, incontrando avventure, scoprendo vicende e innumerevoli personaggi, ascoltando i divertenti aneddoti che costellano e movimentano continuamente la vita di un uomo di teatro. Come sottolinea Paolo Quazzolo nella prefazione all’opera “dobbiamo essere grati a Saletta per aver voluto affrontare questa fatica: il teatro, come tutti sanno, è una forma d’arte che non permane nel tempo”… infatti, calato il sipario, finisce in qualche modo l’evento. Ma oltre che far rivivere al pubblico spettacoli mitici ed esperienze indimenticabili, questo libro diventa anche “un documento capace di restituirci il ritratto di un intero mondo” e ci aiuta a ricostruire la vita teatrale italiana degli ultimi decenni.

L’avventura di Gianfranco Saletta comincia nel 1930 a Venezia, in Campo “San Bartolomio” dove nasce a pochi metri dalla statua di Carlo Goldoni (poi dirà “non fu un caso”!). Trasferitasi la famiglia a Gorizia, fa le prime esperienze teatrali in tenera età, influenzato dal fratello maggiore e frequenta la Compagnia dei Gesuiti. Proprio qui, giovanissimo, fonda la Compagnia della Ginnastica Goriziana curando anche la regia degli spettacoli e quindi dà vita con un gruppo di amici al Piccolo Teatro Città di Gorizia che si farà conoscere con una serie di fortunati spettacoli nel Cortile dei Lanzi. In questo periodo inizia anche la sua collaborazione con Francesco Macedonio che durerà per più di cinquant’anni.

Un altro versante fondamentale della sua attività è quello radiofonico con la partecipazione ai programmi della sede di Trieste, cominciando da “El Fogoler” e passando a quelli curati da Lino Carpinteri, Mariano Faraguna e Duilio Saveri come “Cari stornei”, “El caicio” e il mitico “Campanon”, trasmissioni in cui nascerà il particolare “dialetto istro-veneto”, tanto amato dal pubblico. Alla Rai l’esperienza di Saletta fu molteplice: era attore, regista programmista, cantante e perfino lettore del giornale radio.

Nel 1966 entra ufficialmente a far parte del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con l’Enrico IV di Pirandello. Seguono altri numerosi spettacoli memorabili con quella che sarà chiamata “La compagnia dei dodici” e comprenderà una schiera di attori popolarissimi.

Nel ’69 Saletta è, con Guido Botteri, fra i fondatori dell’Ente Teatrale del FVG e, come membro del direttivo, si occupa del restauro e recupero di molti teatri piccoli e grandi sparsi per tutta la regione. Diventa così anche amministratore di compagnia organizzando e coordinando le tournée dei vari teatri stabili. Contemporaneamente al lavoro alla Rai, fra gli anni ’60 e ’70 l’attore inizia, insieme a Laura Bardi, una lunga collaborazione con Radio Capodistria e realizza trasmissioni, prima radiofoniche e poi televisive, in tutte le località dell’Istria supportate dalle locali Comunità Italiane. Ha così modo di intrattenere anche rapporti col Dramma Italiano di Fiume, l’unica compagnia professionistica italiana operante fuori dai confini nazionali.

Dopo la parentesi in altri due teatri nazionali di grande prestigio (lo Stabile di Bolzano e quello di Genova) una nuova importante avventura attende il nostro versatile attore; questa volta a chiamarlo è il Teatro La Contrada nella persona di Orazio Bobbio. Lo aspetta un esordio favoloso con la commedia Due paia di calze di seta di Vienna (1986) in cui ritrova lo stile dei suoi vecchi amici Carpinteri e Faraguna e la regia di Macedonio. Saranno dieci anni magici non solo per la sua carriera di attore, ma rappresenteranno il trionfo del teatro dialettale e del genere delle Maldobrie, nato dalle felici esperienze radiofoniche e diventato ormai popolarissimo per il crescente, entusiastico consenso del pubblico. Bastano alcuni titoli (Un biglietto da mille corone, Marinaresca, Co ierimo putei, Putei e putele) per suscitare in noi tanti ricordi. Da non dimenticare poi la presenza trentennale di Saletta nel nostro Festival dell’Operetta dove, nel tempo, ha saputo forgiare una folta galleria di personaggi col suo innato tocco creativo di caratterista.

Il punto di arrivo, oggi, è il Gruppo Teatrale per il Dialetto, nato nel 1995 su iniziativa sua e di Mimmo Lo Vecchio formando un attivo laboratorio insieme a un gruppo di attori man mano cresciuti di numero. Non si contano gli allestimenti e i successi in tutto il nord Italia, in Istria e a Roma con la ripresa delle principali Maldobrie e con nuovi brillanti adattamenti teatrali.

Ed ecco da qui nascere l’idea di questo libro, la storia affascinante di un uomo di talento che, fra mille esperienze e iniziative, del teatro ha fatto la sua vita e ne parla con saggezza e spirito.

Non lo troverete in vendita in libreria ma potete ordinarlo direttamente a Julian Sgherla che ne è il curatore telefonando al n. 366-5423592 o contattando julianju83@yahoo.it

 

Copertina:

 

Julian Sgherla

(a cura di)

Gianfranco Saletta:

De divertirme go zercà…

e ‘l Teatro go trovà

Hammerle Editori, Trieste 2017

pp. 160, euro 12,00