Immagini da Trieste e dal Friuli

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Una rassegna di immagini storiche di elevata qualità allestita al Castello di San Giusto

“Un piccolo universo”, allargato dall’ambito geografico al divenire storico dell’ultimo secolo

di Walter Chiereghin

 

Una mostra di immagini fotografiche allestita presso l’Alinari Image Museum (AIM), lo spazio espositivo realizzato dalla Fondazione Fratelli Alinari per la Storia della Fotografia nel Bastione Fiorito del Castello di San Giusto, ribadisce a Trieste l’unitarietà della regione tra la sua componente giuliana e quella friulana, dal momento che un ruolo maggioritario è assegnato tanto alle immagini provenienti dai fondi di prestigiosi studi triestini (quello dei Wulz, dei Pozzar, ma anche di Giorgio Brunner, di Donato Riccesi) quanto a quelle di autori friulani, operanti nell’ambito del Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia, primo tra tutti il fondatore del gruppo nato nel 1955, Italo Zannier, curatore della mostra assieme a Emanuela Sesti, dirigente scientifico di AIM. La rassegna, intitolata “Lampi di luce sul Friuli Venezia Giulia negli archivi Alinari. Dai Wulz a Zannier”, rimarrà aperta fino al 21 maggio.

Alcune parole vanno preliminarmente spese riguardo all’ambientazione, che è frutto di un’accidentata storia partita nel 2004 quando, in un incontro tra il triestino Claudio de Polo Saibanti, presidente dell’Alinari e Riccardo Illy, all’epoca presidente della Regione, furono poste le premesse per la stipula di un accordo tra soggetti privati, la Regione e il Comune, con l’intento di procurare all’Alinari uno spazio all’interno di un progetto museale da ubicarsi nel palazzo dell’ex Meccanografico della Ferrovie dello Stato, poi acquisito dal Comune di Trieste. La realizzazione – che mai si compì – di tale progetto si complicò e definitivamente si arrestò nel 2008, a causa di un’azione penale sollecitata da un intervento della Corte dei Conti che indagava su un danno erariale cui si ritennero associati i reati di malversazione e truffa. L’assoluzione “per non aver commesso il fatto”, del 2014, pose fine ai guai giudiziari di de Polo, che frattanto aveva ottenuto dal Comune – guidato all’epoca da Cosolini – la disponibilità degli spazi, circa 500 metri quadrati, al Bastione Fiorito per realizzarvi la struttura espositiva, terzo museo multimediale della fotografia d’Europa, dopo Londra e Parigi e primo in Italia.

I lavori furono iniziati a cura del Comune, che realizzò la parte impiantistica di base, nel settembre del 2015, mentre la struttura fu inaugurata con una mostra di immagini analogiche e digitali di Franco Pace il 1 ottobre dello scorso anno, con buona pace dell’assessore Giorgio Rossi, allora nominato da poche settimane, che ha affermato in fase di presentazione dell’attuale mostra di aver “ereditato” il Castello com’era stato lasciato nel 1496.

L’AIM si avvale ora di oltre quaranta tra monitor, proiettori e tablet, collegati a un server in cui sono archiviate cinquantamila fotografie dell’Archivio Alinari, consultabili dai visitatori dell’AIM attraverso postazioni dedicate tramite un albero semiologico di sessanta classi, da “architettura” a “zoologia”. Da tale server sono prelevate le immagini per l’allestimento di mostre temporanee, grazie a un collegamento via Internet con il “data base” dell’Alinari a Firenze, ricco di oltre cinque milioni di fotografie.

In tale spazio così tecnologicamente attrezzato, la mostra attualmente in essere esibisce le immagini di alcune fotografie storiche riguardanti la regione, a partire da una storica suggestiva immagine del Canal Grande triestino ancora affollato su entrambe le rive da una quantità di bragozzi con le loro svettanti alberature.

Presente, naturalmente, l’elaborazione fotografica notissima di Wanda Wulz Io +gatto, del 1932, un autoritratto dell’autrice con sovrimpressione del muso del suo gatto, esposta anche al MoMa di New York e qui utilizzata anche come richiamo sulle locandine che pubblicizzano la rassegna. Ma la Wulz è anche presente con un magnifico ritratto pressoché coevo, una Giovane donna con levriero. Entrambe le opere fanno parte dell’archivio Wulz, acquistato dall’Alinari all’inizio degli anni ’80 e comprendente lastre e negativi di tutti gli esponenti della famosa famiglia di fotografi triestini, dal fondatore dell’atelier Giuseppe, originario di Cave del Predil che inaugurò lo studio triestino nel 1860, al figlio Carlo e alle due figlie di quest’ultimo, Marion e Wanda.

Ma i Wulz, per quanto grandi, non sono che una piccola parte dell’insieme delle presenze di rilievo in esposizione, a partire da quelle quelle dello studio Pozzar, altro marchio triestino di foto di qualità, a quanti per Trieste passarono appena, con firme di assoluto prestigio (quali quelle di Tatge o della Modotti) o anche sconosciute ai più. Tra i friulani assumono particolare rilievo le immagini legate principalmente alla descrizione di un microcosmo rurale fatto di ruvida fatica e di inconfessato ma esplicito amore per la terra, com’è per buona parte posto in rilievo dall’opera di Zannier.

Le immagini si offrono al visitatore su carta, per passare poi a quelle proiettate sullo schermo, a quelle esplorabili da monitor per finire con quelle da gustare, mediante occhialetti a lenti colorate, nella loro tridimensionalità, esposte nell’ultima saletta.

Molti anni fa, uno slogan ideato per illustrare le qualità ospitali del turismo regionale identificava il Friuli Venezia Giulia, per le caratteristiche della suo essere composito da un punto di vista paesaggistico, ma anche antropologico e culturale, come “Un piccolo universo”. Lo stesso concetto, allargato dall’ambito geografico al divenire storico dell’ultimo secolo, è ribadito ora per immagini dall’esposizione dell’AIM a San Giusto.

 

Didascalie:

 

Fratelli Alinari

Canal Grande a Trieste

circa 1920-1930

Archivi Alinari Firenze

 

Wanda Wulz

Io+gatto

1932

Archivi Alinari Firenze

 

Wanda Wulz

Ritratto di giovane donna

con levriero

circa 1931

Archivi Alinari Firenze

 

Pozzar & Figlio

Le eliche della nave

Conte di Savoia in costruzione

1929-1930

Archivi Alinari Firenze

 

Italo Zannier

Donna con legna sulle spalle

ed un bambino per la mano

1954

Archivi Alinari Firenze