L’omaggio di Milano a Franco Albini

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Dieci eventi per ricordare il famoso architetto, “icona” del Razionalismo

di Michele De Luca

 

Con “Il segno tra ieri e domani”, la Fondazione Franco Albini celebra il primo decennio di attività. Dieci eventi articolano il programma del 2017, che intercetterà le varie discipline artistiche nel nome dell’architetto e designer icona del Razionalismo a quarant’anni dalla sua scomparsa. Franco Albini (Robbiate17 ottobre 1905 – Milano1º novembre 1977) è stato uno dei più importanti e rigorosi architetti italiani del XX secolo, aderente al Razionalismo italiano, riconosciuto internazionalmente attraverso un’ampia pubblicistica delle sue opere. Figlio di un ingegnere, nel 1929 si laureò in Architettura al Politecnico di Milano, compiendo viaggi in Europa che gli permisero di conoscere personalmente personalità quali Le Corbusier e Ludwig Mies van der Rohe. Nel 1931 iniziò un propria attività professionale con studio associato con gli architetti Giancarlo Palanti e Renato Camus, realizzando nei primi anni principalmente progetti di mobili d’arredamento; cinque anni dopo ebbe il primo incarico di rilievo progettando il quartiere Fabio Filzi a Milano. Alla fine degli anni Trenta prese parte ad alcuni importanti gruppi progettuali quali il piano urbanistico “Milano Verde” (assieme ad Ignazio Gardella, Giuseppe Pagano, Giovanni Romano e altri), e ad alcuni importanti concorsi per l’EUR.

Nel 1945 fu tra i fondatori di “Movimento Studi Architettura”, un importante momento di rinascita culturale e per poco tempo (1946) fu direttore della rivista  Costruzioni Casabella (assieme a Giancarlo Palanti). La sistemazione delle Gallerie comunali di Palazzo Bianco a Genova fu uno dei primi musei realizzati all’interno di una struttura storica e impostato secondo i principi del Movimento Moderno, realizzato con interventi in netto contrasto con l’edificio preesistente, ma che rappresentano comunque un “felice inserimento”. Questo progetto inaugura una serie di progetti, di cui quattro a Genova, che renderanno Albini un maestro della museografia. Ma Albini si distinse anche in altri progetti importanti come l’edificio per uffici Ina a Parma (1950-54), e gli Uffici Comunali, sempre a Genova (1950-63), che si confrontano con la città storica in modo inedito. Nei primi anni ’60 entrano nello studio le altre due presenze importanti di Antonio Piva (nel 1962) e del figlio Marco Albini (nel 1965), che assieme a Franca Helg costituiranno un gruppo che porterà a termine numerosi progetti di Albini anche dopo la sua morte. Successivamente l’architetto ebbe numerosi incarichi, tra questi la sede della Rinascente a Roma (195761) e la stazioni della linea Uno della Metropolitana Milanese (196263), inaugurata il primo novembre 196 . Vanno anche ricordati i numerosi e magistrali allestimenti di mostre. Albini affiancò all’attività di architetto quella di “designer”, soprattutto di elementi d’arredo, per tutta la carriera.

La Fondazione (che a sede a Milano in Via Telesio, 13) è stata concepita con l’intento di rendere fruibile e divulgare lo straordinario archivio di Albini: dichiarato nel 2002 “Patrimonio Storico Nazionale”, è composto da oltre 22.000 disegni, 6.000 fotografie ed è stato in parte già digitalizzato. L’architetto e designer, protagonista della “Scuola di Milano” e precursore dell’architettura e del design moderno, progettò edifici per committenti pubblici e privati, allestimenti museali e progetti di interni che hanno fatto scuola, prodotti divenuti icone del “made in Italy”. Il progetto “Il segno tra ieri e domani”, come ha raccontato in anteprima ad “Artribune” (articolo firmato da Valentina Silvestrini) Paola Albini, vicepresidente della Fondazione, si allinea con lo spirito che ha guidato le numerose attività dell’istituzione. Tra queste, si colloca anche l’avanguardistica esperienza del Museo Virtuale degli allestimenti, sviluppato con “Accenture” nel 2007 e ancora oggi disponibile online: interventi per propria natura limitati a un arco temporale ristretto sono visibili attraverso disegni, schizzi, modelli e fotografie d’epoca. In particolare, “fin dalle origini, l’intenzione della Fondazione è stata capire come la cultura del passato potesse essere attuale ancora oggi, per renderla davvero utile alla contemporaneità. Un obiettivo” – prosegue Paola Albini – “al quale abbiamo lavorato attraverso operazioni in grado di spaziare tra linguaggi eterogenei. Legandoci anche ad altri archivi e fondazioni, in questi anni abbiamo cercato di diffondere il pensiero progettuale di una stagione dell’architettura italiana. Così è nato il sito “Exposizioni” che raccoglie l’eccellenza dell’arte di esporre dagli Anni Trenta ai giorni nostri: un contenitore web di documenti d’archivio con lavori di Albini, Ponti, Castiglioni, Joe Colombo e altri maestri. Insieme a queste stesse realtà, inoltre, abbiamo messo a punto progetti intergenerazionali, affiancando “over sessanta” e bambini in età scolare sui temi del design. Un percorso durato due anni, poi restituito con uno spettacolo messo in scena al teatro della Triennale”.

Il 24 gennaio prossimo, al palazzo della Triennale, ci sarà l’annuncio dei vincitori del concorso per la creazione del logo del decennale della Fondazione, lanciato a dicembre: sarà l’occasione per presentare il programma completo de “Il segno tra ieri e domani” che, nel mese di febbraio, si espliciterà in una serie di laboratori per bambini al Muba e negli spazi della Fondazione. A marzo, in concomitanza con la Giornata Internazionale della Donna, sarà promosso un “reading” dedicato alle donne e in particolare alla figura di Franca Helg, socia di Albini fin dal 1952.