Memorie di un dattilografo

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Una storia “invisibile” ritrovata in un diario da Antonio Tommasi

di Marina Silvestri

 

I diari hanno un valore intrinseco anche per lo storico. Non sono soltanto un lascito nel quale gli eredi dello scrivente possono trovare risposte a quelle domande che ciascuno di noi si pente di non avere posto: per chi fa ricerca, sono preziosi tasselli che aiutano a definire con maggior precisione il milieu, l’ambiente e il contesto in cui sono stati redatti. Sono la voce dell’uomo qualunque, “invisibile”.

Trae lo spunto da un quaderno di memorie trovato assieme a lettere e documenti in un archivio familiare il libro Antonio Tommasi, Il dattilografo di Villa Necker, (Luglio Editore, p.101, 12 euro). Con una scrittura limpida e essenziale, Tommasi ricostruisce in forma narrativa l’esperienza di un giovane studente che si trova a vivere a Trieste gli anni della Seconda guerra mondiale. Chiamato alle armi viene assegnato al 73esimo Reggimento Fanteria di stanza alla caserma di via Rossetti poi è impiegato come dattilografo al quartier generale della XXIII Corpo d’Armata, che aveva sede in Villa Necker. Assisterà alla caduta del Fascismo, sarà sorpreso dai rovesciamenti seguiti all’armistizio del’8 settembre, si troverà nel mezzo della drammatica quotidianità dei mesi dell’Adriatisches Küstenlans. Sarà testimone del disorientamento generale. Un uomo che avendo ben compreso quanto la tragedia della guerra stravolga i rapporti umani, consapevolmente ne lascia memoria:  «ai familiari naturali e acquisiti, ai nostri discendenti, allo scopo di far loro conoscere quanto […] ho ritenuto significativo di mettere per iscritto circa la mia vita.[…] Ho avvertito l’obbligo morale di porre in iscritto  tutte queste cose che, altrimenti dopo la mia morte, andrebbero sicuramente perdute e dimenticate. Le considero patrimonio morale e spirituale della nostra famiglia che dev’essere tramandato».

Antonio Tommasi, che si occupa di ricerca storia, curatore dell’archivio della Fondazione “Pietas Julia”, la Società nautica nata a Pola nel 1886, di cui ha trattato nel volume “…Mirando l’onda azzurra... (Ed. Mongolfiera, 2016), lavorando sulle pagine lasciate da un suo congiunto fa emergere vicende di Trieste che solo da un osservatorio domestico potevano essere registrate.

Il libro si apre con la descrizione dell’affanno del giovane mentre sente in lontananza i passi cadenzati dei soldati tedeschi di pattugliamento alla ricerca di disertori o semplicemente di braccia da poter impiegare nel lavoro coatto e si rifugia in una libreria nei pressi di Piazza Grande, una libreria di cui è rimasto solo il nome: Trani. Per sua fortuna, già alla fine di ottobre, la sua posizione di irregolare, essendo un ex militare, ha termine, quando viene assunto alle Ferrovie, un impiego che lo mette al riparo dai rastrellamenti. Nel capitolo successivo vengono raccontate le vicende pregresse che hanno portato il protagonista là dove Tommasi lo ha collocato per presentarlo al lettore, nella realtà di un momento di paura che è la paura dell’intera cittadinanza esposta all’arbitrio degli occupanti. Rimasto solo, dopo la morte della madre, l’internamento in un campo di prigionia in Sud Africa del padre, marittimo su una nave ancorata a Città del Capo allo scoppio della guerra, il ragazzo era stato ospitato degli zii che, quando a gennaio del 1942 riceve l’ordine di presentarsi al Distretto Militare per l’arruolamento, si interessano per farlo rimanere di stanza a Trieste, evitandogli il fronte. Dopo qualche mese sarà assegnato all’Ufficio Ordinamento e Mobilitazione di Villa Necker. Per un anno della guerra arriveranno solo gli echi, ma anche i prodromi della disfatta. Dopo l’armistizio lo sbando, l’ora del dubbio sul da farsi, su come disfarsi o non disfarsi delle armi. Su dove andare. Una tragedia morale espressa con parole asciutte da un capitano: «Questo è uno dei momenti più brutti per la storia del nostro Paese». Il protagonista, scrive Tommasi, «dagli accadimenti della storia, che suo malgrado lo coinvolgono, alla fine uscirà indenne ma sicuramente trasformato».

 

Antonio Tommasi

Il dattilografo di Villa Necker

Luglio Editore, Trieste 2022

pp.101, euro 12,00