Parlare di guerra ai bambini

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di Anna Calonico

 

Parlare o non parlare ai bambini dell’annoso, terribile conflitto tra israeliani e palestinesi?

Non vedo perché no, dato che comunque se ne parla (più o meno malamente) tanto spesso in televisione. Si potrebbe cominciare, ovviamente, con un romanzetto sull’argomento scritto proprio per un pubblico (molto) giovane: Sulle onde della libertà, di Nicoletta Bortolotti, scrittrice per ragazzi e giornalista, da molto tempo collaboratrice di Mondadori.

Oltre all’attualissima tematica sociale, il libro possiede altri due punti di potenziale interesse: è basato su una storia vera ed è un piccolo manuale sul surf.

Ma andiamo con ordine, partendo dal conflitto in Medio Oriente. Si tratta l’argomento perché la storia è ambientata nei dintorni di Gaza, descritti solo come case in rovina, povertà e oggetti tra le macerie che è decisamente meglio non toccare. Inoltre, i due protagonisti sono Samir, un ragazzino israeliano, e Mahmud, un suo coetaneo palestinese. Ovviamente i due non si parlano, fingono anzi di non vedersi nemmeno, anche se condividono la stessa spiaggia. Si sbirciano, però, quando cavalcano le onde sulle loro tavole da surf (improvvisate tali), e gioiscono quando l’altro cade per primo. La mamma di Mahmud dice di non giocare con quel ragazzino, e il papà di Samir ribadisce il concetto, quindi la gara tra i due è invisibile e silenziosa, perché l’uno non esiste per l’altro, e viceversa.

Ma, come dicevo, la narrazione si basa su fatti reali, ed infatti entra in scena Bill, un adulto, californiano, campione e istruttore di surf. La figura di Bill è basata su quella di Dorian Doc Paskovitz, che negli anni 70 portò nella striscia di Gaza quindici tavole da surf per insegnare il suo sport a giovani israeliani e palestinesi, inventandosi il progetto Surfing for peace.

Bill, insomma, vede per primo la gara e la voglia di amicizia e condivisione dei due protagonisti, e per primo si rivolge ad entrambi. Li chiama vicino a sé, li mette fianco a fianco quasi a toccarsi, e i due, imbarazzati o intimoriti o entrambe le cose, continuano a fingere che l’altro non esista, ma lo vedono bene, si confrontano con lui, lo accettano come compagno di classe durante gli insegnamenti di Bill, che diventano una lezione di surf anche per il lettore. Inoltre, ogni capitolo si apre con la spiegazione di un termine specifico del surf e, per di più, alla fine del romanzo ci sono la storia di Paskovitz e la Preghiera del surfista: questo sport, pur non essendo molto praticato in Italia, affascina immancabilmente i giovani lettori e con questo espediente la Bortolotti è sicura di riuscire a mantenere l’attenzione sulla pagina.

Il libro risulta quindi interessante per più argomenti ed è scritto in maniera scorrevole e lineare: le immagini ci passano davanti agli occhi, e nella gara finale si sente l’adrenalina e, quasi, anche gli spruzzi del mare.

In conclusione, quindi, si può dire che Sulle onde della libertà fa pensare a cose serie e attuali e, nello stesso tempo, diverte: cosa si può chiedere di più ad un libro per ragazzi?

 

Nicoletta Bortolotti

Sulle onde della libertà

Oscar Junior Mondadori, 2015

pp 112, euro 10, 00

dai 9 anni