Recensione film “Miss Sloane – Giochi di potere”

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Miss Sloane – Giochi di potere (John Madden, Usa/Francia 2016)

di Pierpaolo De Pazzi

Miss-SloaneProdotto di scuola del più tipico genere anglo-americano, il thriller corporativo, in salsa legal questa volta, consente al regista, esperto ma non certo noto per la sua creatività (suoi anche Il mandolino del capitano Corelli e Marigold Hotel), di calare un buon tris d’assi, con una storia interessante, un ottimo ritmo e un cast molto adeguato.Un tris che a poker varrebbe però almeno come una scala, grazie alla scelta controcorrente di una protagonista donna e alla presenza convincente e fin troppo centrale della diva Jessica Chastain.

Il più noto dei film di Madden, Shakespeare in Love, suggerirebbe di ribattezzare scherzosamente questo ultimo lavoro Socrate in tailleur, togliendo alla maieutica il rispetto dell’interlocutore e intendendola come quel che non fu, arte della persuasione. Sì, perché l’elegante Chastain dona, con la sua interpretazione, fascino, spessore tragico e credibilità a uno di quei personaggi di vincenti senza scrupoli che spesso riescono insopportabili nei film americani. Personaggi che sembrano aver dimenticato il costume in qualche film di super-eroi, vista la loro genialità e superiorità.

Qui il talento particolare in cui eccelle Sloane sta nella manipolazione. Sloane lo mette a servizio della committenza per la sua attività di lobbista. Il film ce la mostra alle prese prima con la difesa dell’uso alimentare dell’olio di palma e poi sorprendentemente coinvolta nella ben più etica battaglia per limitare l’indiscriminata tutela del porto d’armi. Che sia mossa da un convincimento morale o piuttosto dall’ambizione di riuscire in un’impresa apparentemente impossibile, l’anfetaminizzata Sloane usa le stesse armi: la capacità di anticipare le mosse dell’avversario e l’assenza di scrupoli nello strumentalizzare gli altri e usarli come marionette.

Intendiamoci, il film non è un capolavoro, presenta tutti i difetti che non mi fanno amare questo genere (eccesso di fantapolitica, di spionaggio hi-tech e di glossario giudiziario, dialoghi troppo serrati e impossibili da seguire, colpi e contro-colpi di scena da serie televisiva alla moda), ma tiene incollati alla sedia e presenta ottimi attori caratteristi (tra tutti la sensibile Gugu Mbatha-Raw nel ruolo di un’assistente di Sloane), un po’ troppo sovrastati dalla fortissima presenza della Chastain.