Spettacoli di fine stagione

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di Liliana Bamboschek

 

Al teatro dei Salesiani dal 23 al 25 aprile la compagnia “Noi… e po’ bon” dell’Associazione Trattamento Alcoldipendenze AsTrA ha allestito la commedia dialettale Cotecio, bori e altro no ocori, testo e regia di Giorgio Fortuna. Questo gruppo teatrale, sostenuto dalla valida collaborazione degli amici attori della Barcaccia, mette in scena lavori sempre molto divertenti, dimostrando un costante impegno e conquistando il pubblico con una recitazione ricca di spirito e spontaneità. Anche stavolta hanno centrato il bersaglio con un nuovo, scoppiettante testo di Giorgio Fortuna, scritto in un bel dialetto ricco di espressioni popolaresche e genuine. Si tratta, come di consueto, di vicende familiari che hanno come sfondo la Trieste di qualche anno fa.

Entriamo nella casa della famiglia Brazzanovich composta da un nonno dinamico e vivace (Rocco De Mattia) che sarà un po’ il deus ex machina di tutta la storia, dalla figlia di lui Nora (Patrizia Serpo) col marito Osvaldo (Ciro Della Gatta) e dal giovane nipote Antonio (Marco Roveredo) che si è da poco sposato con Ortensia (Esther Bianco). I due sposini si sono appena stabiliti con i parenti a causa dei contrasti avuti col suocero Carlo con cui prima convivevano. Il motivo è presto detto: Antonio ha una grande passione per il gioco, il popolare “cotecio” ma le frequenti perdite rischiano di rovinarlo completamente mettendo in pericolo addirittura il possesso della macelleria avuta in gestione dal suocero.

È una storia di baruffe e rappacificazioni in cui la figura di un nonno saggio e arguto saprà riportare alla fine la pace e la concordia. La morale è che i giovani un po’ per inesperienza, un po’ per spirito d’avventura sono spinti a sbagliare ma in questi casi gli anziani dovrebbero ricordarsi a loro volta dei propri errori giovanili… e mostrare tutta la loro comprensione umana.

 

Ai Salesiani si è conclusa la stagione 2016-2017 di “A tutto… teatro” (29 e 30 aprile) con la brillante performance della compagnia Barcaccia Giovani. Un finale d’obbligo con questi ragazzi, ormai attori provetti, che continuano la tradizione dei loro padri e nonni che hanno calcato gloriosamente questo palcoscenico. Oggi infatti rappresentano la continuità e la speranza nel futuro per un teatro amatoriale in dialetto triestino che da poco ha compiuto quarant’anni di vita. Per l’occasione è stata scelta una commedia di Giorgio Fortuna fatta su misura per loro, un testo divertente e ricco di doppi sensi piccanti, Maledetto el kren, com’è la famosa radice che accompagna alcuni nostri piatti tipici. Ma se vogliamo applicare questo ingrediente alla normale vita di una coppia, scopriremo che non bisogna esagerare altrimenti gli effetti potrebbero essere decisamente inaspettati.

Una tranquilla e innamorata coppia di sposi viene contagiata da questa sostanza così esplosiva tanto che finisce per coinvolgere a poco a poco anche altri personaggi. A un certo momento la situazione sfugge di mano ai protagonisti e i contrattempi si moltiplicano in modo vertiginoso.

Una girandola di circostanze comiche che viene abilmente orchestrata dalla regia di Esther Bianco anche efficace attrice nei panni di una provocante ballerina di flamenco. Non sono da meno gli altri giovani impegnati a caratterizzare con vigore e una certa dose di autoironia gli altri personaggi:

Gabriele Roberti e Francesca Leo (la coppia di sposini), Francesco Halupca (l’amico del cuore), Zaccaria Chelli e Angela Mocarini (l’impagabile miliardario russo con la sua statuaria consorte), Fabrizio Popolla (l’inossidabile colonnello) e Lucrezia Zerovaz (l’irreprensibile portinaia dell’albergo).