STABAT MATER IN CATTEDRALE.
Concerto inaugurale della società dei concerti

| | |
Trieste, 31/10/2015 -Cattedrale di San Giusto - Società dei Concerti - Concerto gratuito Regalo alla città - Malin Hartelius/Quartetto Gringolts/Su Concordu ‘e su Rosariu - Malin Hartelius soprano - Ilya Gringolts violino - Anahit Kurtikyan violino - Silvia Simionescu viola - Claudius Herrmann violoncello - Giovanni Ardu Antonio Migheli Roberto Iriu Mario Corona voce - Foto Luca Valenta/Phocus Agency © 2015

Trieste, 31/10/2015 -Cattedrale di San Giusto – Società dei Concerti – Concerto gratuito Regalo alla città – Malin Hartelius/Quartetto Gringolts/Su Concordu ‘e su Rosariu – Malin Hartelius soprano – Ilya Gringolts violino – Anahit Kurtikyan violino – Silvia Simionescu viola – Claudius Herrmann
violoncello – Giovanni Ardu Antonio Migheli Roberto Iriu Mario Corona voce – Foto Luca Valenta/Phocus Agency © 2015

Il colpo d’occhio sulle realtà triestine che si occupano di musica è, diciamo, soddisfacente. Tra associazioni e fondazioni piccole e grandi chiunque può trovare proposte interessanti e raggiungibili, anche se magari si nota una certa reazionarietà di fondo. Negli ultimi anni una tra le associazioni che stanno tentando nuove strade musicali e culturali è la Società dei Concerti (SDC). Si tratta di un sodalizio nato in piena era fascista, precisamente nel 1932, che soprattutto nei decenni dopo la guerra ha portato a Trieste giovani artisti emergenti, oggi musicisti di fama internazionale. Come ama sottolineare il presidente dell’associazione Nello Gonzini, il sodalizio culturale è stato sempre all’avanguardia, proponendo al pubblico triestino numerose novità, in linea con le correnti europee. Dall’anno scorso la direzione artistica è stata affidata a uno dei musicisti italiani più apprezzati anche all’estero, a Enrico Bronzi. La stagione entrante propone dodici appuntamenti ed è la prima stagione interamente a firma di Bronzi, violoncellista di vaglia che con l’Orchestra da camera di Mantova l’ha inaugurata l’ 11 novembre. Le novità dell’84a stagione sono il cambio di sede (dal Teatro Rossetti al Teatro Verdi), il cambio di giorno (dal lunedì al mercoledì) e due concerti aperti anche ai non soci.

Ma prima del concerto d’inaugurazione, la SDC ha voluto offrire alla cittadinanza un concerto gratuito che ha portato a Trieste una visione innovativa del rapporto tra musica colta e musica popolare. Il fil rouge del concerto, che si è svolto alla Cattedrale di S. Giusto, si è cristallizzato intorno allo Stabat Mater, il testo sacro che descrive il dolore della Madonna per la morte di Cristo, reinterpretato spesso nella musica colta che è però anche “fortemente presente nei riti popolari devozionali, assai radicati nella nostra penisola, dove viene vissuto con straordinaria partecipazione in quanto vi si riconosce il dolore umano di una madre per la morte del proprio figlio”. A spiegare e descrivere compiutamente questo inaspettato intreccio è stato invitato a Trieste uno degli etnomusicologi italiani più apprezzati, Nicola Scaldaferri, di cui anche la citazione sopra tratta dal foglio di sala. Scaldaferri ha tenuto una conferenza il giorno prima e poi la prolusione al concerto. La vera novità del concerto è stato l’intreccio tra il primo Stabat Mater di Luigi Boccherini (che risale al 1781, meno conosciuto del secondo, perché prevede l’organico più ridotto di quintetto d’archi e soprano) e alcuni brani tratti dalla secolare tradizione orale della Confraternita del Santissimo Rosario di Santu Lussurgiu eseguiti dal Su Concordu, il gruppo di cantori che, interpretandole, conservano le polifonie sacre sia in lingua sarda che in latino. Il Su Concordu è formato da quattro voci maschili, affidate a Giovanni Ardu, Mario Corona, Antonio Migheli e Roberto Iriu che cantano assieme dal 1976. La loro esecuzione dei brani tratti dall’Ordinario della Messa, è stato uno sfondo materico su cui lo Stabat Mater di Boccherini è stato come sbalzato, simile alla tecnica che serve ad eseguire opere scultoree. Lo sfondo scuro, denso delle voci maschili popolari ha fatto ulteriormente risaltare il lavoro di cesello boccheriniano della voce femminile e del quintetto d’archi. A interpretare Boccherini il raffinato e intenso soprano svedese Malin Hartelius, conosciuta soprattutto come soprano mozartiano, il Quartetto Gringolts, che sarà ospite della SDC a marzo, e il contrabbassista bulgaro Petar Naydenov. Il folto pubblico ha potuto pienamente apprezzare l’interpretazione stilisticamente ricercata di Boccherini, contrapposta alla proposizione di musiche provenienti da un mondo a noi lontano, come dei reperti di un passato quasi dimenticato. Si tratta di proposte concertistiche non nuove a livello europeo ma che sono sicuramente nuove per il pubblico giuliano.

E proprio questa ricercatezza di programmi e di scelte di repertorio sembra essere la cifra distintiva della nuova direzione artistica di Enrico Bronzi, cui auguriamo buon lavoro!

Chi volesse sentire l’intervista fatta a Nicola Scaldaferri e un brano dal concerto può ascoltare dal link di Radio Capodistria http://4d.rtvslo.si/arhiv/sonoramente-classici/174371386