UNA GENEROSA DONAZIONE DAGLI STATI UNITI
arte contemporanea | dicembre 2023 | Il Ponte rosso N° 98 | Walter Chiereghin
BUONE NOTIZIE
UNA GENEROSA DONAZIONE
Una cospicua donazione di opere di Bogdan Grom arricchisce ulteriormente le collezioni d’arte della Fondazione CRTrieste
di Walter Chiereghin
Con una conferenza stampa tenutasi il 4 dicembre, la Fondazione CRTrieste, rappresentata nella circostanza da Francesco Peroni, ha annunciato l’avvenuta consegna e catalogazione dell’importante donazione dovuta alla generosità di Nina Woodrow, compagna di vita dell’autore triestino di nazionalità slovena Bogdan Grom, che ha ottemperato così alla volontà dell’artista, da sempre legato a Trieste, dalla quale si separò nel 1957, richiamato negli Stati Uniti, da dove non fece ritorno se non episodicamente.
Si tratta di oltre trecento opere di vario genere, provenienti dal New Jersey e pervenute alla sede di via Cassa di Risparmio nell’estate dello scorso anno. Da allora, grazie a un accurato lavoro di catalogazione affidato a Jasna Merkù, docente di Storia dell’arte e appassionata studiosa di Grom, disponiamo di un preciso inventario delle opere che entrano a far parte delle collezioni della Fondazione, i cui termini sono stati riassunti dalla studiosa e presentati alla stampa. Risultano così censite 312 opere, che costituiscono quindi il corpus di maggiori dimensioni presente in regione, la cui articolazione offre una testimonianza della straordinaria versatilità dell’artista e del suo inesausto interesse a ricercare forme espressive e tecniche esecutive sempre nuove e tali da conformarsi alle esigenze di corrispondere al meglio a quanto Grom intendeva di volta in volta esprimere. Riassuntivamente, si tratta di 41 dipinti, 74 sculture di varie dimensioni, 58 opere di grafica, 49 cut-out eseguiti mediante stratificazioni su carta ritagliata variamente colorata, 11 arazzi in lana, 15 disegni, 29 riproduzioni fotografiche, 35 libri illustrati dall’artista e alcuni piatti in ceramica.
A muovere la complessa procedura della donazione è stata Aleksandra Pangerc, nipote dell’artista, che comunicò alla Fondazione nel settembre 2020 l’intenzione della famiglia di far pervenire a Trieste una quantità di opere che all’atto della scomparsa del maestro rimasero nella disponibilità degli eredi nella sua casa nel New Jersey. La complessità degli adempimenti amministrativi e legali, da svolgersi ovviamente a livello internazionale, unita alle difficoltà generate dalla pandemia hanno fatto sì che l’iter dell’accettazione della donazione, il successivo trasferimento dei materiali, le operazioni doganali in Italia hanno consentito l’arrivo in via Cassa di Risparmio delle casse contente le opere soltanto nell’ottobre dello scorso anno.
Bogdan Grom nacque nel 1918 a Devencina, frazione di Sgonico, sul Carso triestino, e la sua biografia sembra, fin dai primi anni, quasi una predestinazione al cosmopolitismo da un lato e a una forte e precoce vocazione artistica dall’altro. Sulle orme del padre, dirigente di un istituto bancario, appassionato di arti figurative, seguirà la famiglia nelle peregrinazioni imposte dal lavoro del genitore in varie località: oltre a Trieste, Praga, Zagabria, Subotica – in Serbia – Lubiana, Belgrado e Ptuj, nella Slovenia nord-orientale, presso Maribor. Altrettanto composita appare la sua formazione, tra le Accademie di Belle Arti di Perugia, Roma e Venezia, dove si diploma nel 1944, con i pittori Guido Cadorin e Carlo della Zorza. Si specializza inoltre in arti applicate, a Venezia e a Monaco di Baviera.
Nel secondo dopoguerra, è però Trieste, negli spazi della Galleria dello Scorpione, il luogo dove presenta il suo lavoro, dapprima in una collettiva del 1948 (oltre a lui, sono presenti Brumatti, Spacal, Maovaz, Cernigoi, Lucchesi, Cesar, Tommasini, Saksida, Hlavaty, Rebez e Maria Lupieri) e quindi, l’anno successivo, in una sua prima personale, ove propone la sua produzione di quegli anni, fatta di oli, acquerelli, disegni e incisioni.
La svolta nella biografia di Grom interviene nel 1957, quando decide di accettare la proposta pervenutagli dal Consolato americano per un periodo di docenza negli Stati Uniti. Il contratto prevedeva una durata di tre mesi, ma in effetti la permanenza oltreoceano di Grom si dilatò fino a comprendere tutto il resto della sua vita. Il legame con il capoluogo giuliano non fu mai reciso del tutto, e dal punto di vista espositivo vi furono almeno tre occasioni d’incontro tra la sua opera e un territorio frequentemente presente in essa nei paesaggi, nelle variazioni sui muretti a secco del suo Carso.
Una prima mostra fu organizzata nel maggio del 1986 presso i locali della TK-Libreria Triestina, a cura di Franko Vecchiet che all’epoca la dirigeva, mentre successivamente, nel 2012, presso il Salone degli Incanti, nell’ambito di “Orizzonti dischiusi. Arte del ’900 tra Italia e Slovenia”, un’importante collettiva curata nel 2012 dallo stesso Vecchiet e da Joško Vetrih, Grom fu presente grazie a quattro dipinti figurativi risalenti agli anni Quaranta e da uno astratto (Gardenja / Gardenia) del 1989. Infine l’antologica “Luci 2012: Bogdan Grom, artista internazionale e uomo del Carso”, voluta dalla Provincia di Trieste e al cui allestimento ha partecipato attivamente lo stesso Grom, si è tenuta al Magazzino delle idee tra la fine del 2012 e il 3 febbraio dell’anno successivo, ultimo incontro tra la sua città e il maestro, che si sarebbe spento il 13 dicembre 2013 nel New Jersey.
Ora la donazione alla Fondazione CRTrieste darà presto luogo a un altro evento espositivo, il più completo ed articolato tra quelli presentati a Trieste, da realizzarsi in collaborazione con l’Erpac, che renderà finalmente visibile al pubblico l’importante collezione, ultimo regalo alla città di Bogdan Grom.