Venticinque anni passati presto

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Con una riuscitissima serata dedicata al folclore nostrano si sono aperte le celebrazioni per il XXV anno di attività del Circolo Amici del Dialetto

Triestino. Il 5 aprile nel teatro Silvio Pellico la tradizionale rassegna di canti popolari triestini A Trieste se cantava cussì… e ogi ?, come sempre ha attirato un folto pubblico di estimatori e appassionati delle tradizioni locali. Purtroppo da vari anni a Trieste la musica popolare è un genere lasciato in disparte, poco eseguito e sempre più dimenticato, i cori si dedicano per lo più alla polifonia, le emittenti radiofoniche ignorano questo repertorio e la manifestazione degli Amici del Dialetto è, attualmente, l’unica a offrire un ampio panorama di ciò che si cantava una volta, con un riferimento anche ai gusti di oggi. Per la XX edizione in scena cinque rappresentanti di stili musicali assai diversi: le voci femminili del coro Il Focolare in elaborazioni originali di canti d’amore e di lavoro, l’associazione folcloristica Trieste Vecia con scintillanti arrangiamenti strumentali, il gruppo vocale Silvulae Cantores impegnato in delicate barcarole e serenate di origine istriana, il coro “…e noi cantemo” del Circolo Rena Vecia accompagnato dalle spiritose Chitare Dispetinade, diretto continuatore dei cantori renaioli di antico stampo triestino. Al centro della serata un idolo dei giovani, Maxino (Massimiliano Cernecca) che ha grandissimo seguito sul web con le sue canzoni e personalissime parodie. Ogni anno ci si confronta così sul tema del popolare, ascoltando versioni diverse, sondando i gusti del pubblico e registrando, in conclusione, che la gente, oggi, ha ancora voglia di cantare in compagnia anche se il patrimonio tradizionale in dialetto si impoverisce o, forse, in qualche modo si evolve.

Il Circolo Amici del Dialetto Triestino nasce nel 1991 proprio da un gruppo di “amici” (alcuni membri del Lions Club Trieste San Giusto) appassionati del nostro dialetto e di tutto ciò che riguarda Trieste, capitanati dal radiologo Mario Pini, l’ideatore, infaticabile promotore e primo presidente. Fra i soci fondatori ricordiamo personaggi come Mario Doria, Livio Grassi, Bruno Maier, Cesare Fonda, Ugo Amodeo e altri. Nei primi anni si gettano le basi del circolo e, dopo la scomparsa di Pini, nel 2005 la direzione passa all’ingegner Ezio Gentilcore. L’attività prosegue sempre molto intensa e articolata secondo i principi enunciati dallo Statuto dell’associazione che s’impegna a “promuovere il recupero, lo studio e la salvaguardia del nostro dialetto e delle tradizioni locali…”. Si organizzano incontri con personalità della cultura giuliana, conferenze su varie tematiche, spettacoli teatrali e folcloristici, s’instaura una fattiva collaborazione con altri circoli, coi ragazzi dei ricreatori, e si realizzano frequenti scambi con gli Italiani d’Istria. Un fiore all’occhiello del circolo sono stati due convegni sul folclore giuliano e un seminario su Trieste che hanno coinvolto numerosi esperti ma anche studenti. Per attrarre in particolare l’interesse e la partecipazione dei giovani si organizzano spesso concorsi dedicati a loro, (letterari, fotografici, per opere teatrali o sul turismo locale) aventi sempre come temi Trieste, la sua storia, il dialetto, la Triestinità in genere. A cura degli Amici esce anche un giornale, riservato ai soci, El Cucherle con la funzione di piccolo ma originale osservatorio sulla città. Malgrado la scarsezza di mezzi economici (il Circolo si sostiene con le quote sociali e qualche saltuario contributo pubblico o privato) l’attività continua con invariato entusiasmo. Si avverte la mancanza di una sede propria e anche la difficoltà di trovare sale pubbliche disponibili; per fortuna altri sodalizi, come il Circolo Unicredit, offrono ospitalità.

Insomma venticinque anni passati in un baleno con un bilancio certamente positivo ma tante sono le idee per il futuro e ci piacerebbe poter contare anche sulla collaborazione dei giovani per poterle realizzare. Ecco l’indicazione del sito: www.circoloamicidialettotriestino.org