Visco 1943

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di Silva Bon

 

Valerio Perna, docente di trattati e relazioni internazionali all’Università di Udine, viene a sapere del campo di concentramento di Visco dal professor Ferruccio Tassin, animatore della memoria storica di quel sito, e decide di affidare una tesi di laurea magistrale a Tania Zanuttini, poco più che ventenne.

Anche così nascono i libri. E questo è un libro frutto di ricerca documentaria, che si avvale dell’accesso all’Archivio Centrale dello Stato e all’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, entrambi di Roma; dell’Archivio di Stato di Udine; di fonti mediatiche, radiofoniche e televisive; di fonti orali, dodici testimonianze dirette e indirette; della bibliografia prodotta, reperibile in lingua italiana e slovena. Ma soprattutto risultano fondamentali l’interesse di Boris Pahor per la conservazione e la valorizzazione della storia del campo di Visco; la collaborazione dell’ ANPI Provinciale di Udine, dell’Associazione Internazionale “Terre sul Confine” di Visco, dell’ Eni di Buldo Orlando, che hanno realizzato il progetto di pubblicazione.

E finalmente una giovane donna, attenta e sensibile agli accadimenti storici che a Visco, paese a pochi chilometri da Palmanova, in provincia di Udine, hanno visto sorgere nel febbraio 1943 un campo di concentramento.

Qui vennero rinchiusi fino a 4,500 persone, uomini, donne, vecchi, bambini, in massima parte sloveni, croati, ma anche bosniaci, colpiti perché ritenuti nemici e ostili al regime fascista, in quanto “allogeni”, “alloglotti”, “banditi” che si opponevano all’occupazione nazifascista del Regno dei Serbi Sloveni Croati, smembrato nell’aprile del 1941, quando Mussolini istituì la Provincia di Lubiana.

La Zanuttini si documenta sulla base dei lavori storici di Spartaco Capogreco, di Alessandra Kersevan, di Boris Gombač, di Dario Mattiussi, ma prosegue oltre, quando incontra le persone che ancora ricordano i lontani avvenimenti della costituzione del campo di Visco, uno dei quarantotto campi di concentramento per civili in Italia, in funzione dal giugno 1940 al settembre 1943.

I campi attivi per “ex Jugoslavi” furono dieci; in Friuli Venezia Giulia quelli di Cighino, Gonars e Visco. A Visco i primi internati arrivarono verso la fine del febbraio 1943 e ne fuggirono nei giorni 9 e 10 di settembre, subito dopo l’armistizio. Il 14 settembre gli occupatori tedeschi dichiararono chiuso il campo, in cui peraltro non trovarono nessuno.

Le condizioni di vita all’interno del campo di concentramento (non di internamento!) erano pessime. Le persone patiscono la fame, il freddo, a volte anche l’inedia, pur nel tentativo di organizzazioni collettive che gli internati si danno per sopravvivere in uno stato di assoluto degrado. Gli aiuti delle istituzioni religiose; la generosità della gente del luogo, alcuni, pochi, pacchi viveri che giungono da Lubiana, sopperiscono solo in parte ai bisogni primari. Ma a volte anche qualche indumento pesante per affrontare l’ultimo freddo di febbraio; il lancio di qualche patata, o di altri poveri legumi, possono fare la differenza, per chi conduce un’esistenza grama, al limite della sopravvivenza.

I decessi, tra gli internati, ammontano a un totale di venticinque persone: l’elenco dettagliato e ragionato delle vittime morte a Visco è posto in appendice. I morti al campo, uomini e donne, vennero sepolti nell’ex cimitero militare di Visco a quel tempo e in seguito trasferiti nell’Ossario, sacrario memoriale di Gonars, dove si trovano attualmente.

Oggi alcuni edifici del campo, povere baracche in muratura, sono vincolati, ma non completamente accessibili, e le condizioni non sono comunque in buono stato di conservazione, anche se si sono fatti dei progetti per il futuro della struttura. Sembra interessante e valido monito alla memoria l’idea di creare a Visco un centro di documentazione sulle vicende dei campi di concentramento fascisti per internati civili sloveni e croati.

L’immagine di copertina di Claude Andreini parla del campo di concentramento fascista di Visco con parole inequivocabili: storia, memoria, attualità, attesa di futuro.

 

 

Copertina:

 

Tania Zanuttini,

Visco 1943

Un campo di concentramento in Friuli

Editrice Goriška Mohorjeva

Gorizia 2016

  1. 140, euro 12,00