CIAO, LILIANA

RICORDO

CIAO, LILIANA

di Walter Chiereghin

 

Liliana Bamboschek

 

Questo è uno di quegli articoli che nessuno vorrebbe scrivere, ma proprio nei giorni in cui licenziavamo questo numero del Ponte rosso è giunta la notizia della scomparsa di Liliana Bamboschek, fin dalla nascita di questa nostra iniziativa compagna di strada tanto nella formazione dell’associazione culturale che ne consente la pubblicazione, quanto nel suo diretto intervento sulle nostra pagine con i suoi articoli assidui e puntuali a partire dal numero zero, nell’aprile del 2015, un esperimento che solo successivamente avremmo potuto considerare riuscito. Parlava, in quel suo esordio sulle nostre pagine, di Virgilio Giotti e delle traduzioni che hanno consentito all’illustre poeta triestino di varcare i confini nazionali, ben al di là di quelli della striminzita provincia entro cui lo avrebbe confinato lo strumento linguistico esclusivo del dialetto, cui affidava i suoi versi.

Quell’articolo, come gli altri trentuno scritti per Il Ponte rosso, finché l’età e le condizioni della sua salute glie l’hanno consentito, sono attingibili dal nostro sito ilponterosso.eu; anche solo scorrendoli, il lettore potrà rendersi conto di quale sia stato l’ampio raggio dei suoi interessi e delle sue competenze.

 

 

Ci eravamo conosciuti di persona nei primi anni Ottanta, o forse un po’ prima, e da quella remota frequentazione ho ricavato un’immagine di lei come di persona semplice, gioiosa, ironica, o come oggi usa dire “solare”, una donna vivace e un’interlocutrice intelligente, profonda conoscitrice di tutto quanto afferisce alla cultura locale, tanto nella sua articolazione più “alta”, quanto appassionata conoscitrice delle sue venature più popolari, competente in ambito musicale, come pure nel teatro filodrammatico, nelle canzoni e nelle tradizioni di una città sentita come profondamente sua. Qualche anno più tardi ci siamo incontrati nuovamente nella redazione – assolutamente informale – di Trieste Arte Cultura, grazie a Claudio H. Martelli, direttore e fondatore di quella rivista, collaborazione che si è naturalmente rinforzata negli anni in cui succedetti a Martelli nella direzione del mensile.

Liliana poteva contare sulla propria inesausta curiosità, che la spingeva a interessarsi di ogni cosa che riguardasse la realtà locale, ma anche su solide basi di formazione umanistica. Dopo la laurea in Lettere classiche conseguita a Trieste con la discussione di una tesi sulla religione degli antichi Greci, ha svolto attività di insegnante presso diverse scuole medie ed istituti superiori e si è dedicata all’attività pubblicistica, prevalentemente come critico teatrale. Esperta nel folklore musicale triestino, operò anche in pittura e in fotografia. Collaboratrice della sede regionale della Rai di Trieste e del quotidiano Il Piccolo, oltre che di varie riviste. È stata studiosa del dialetto e delle tradizioni popolari della sua città e, come operatrice culturale, progettò e organizzò spettacoli di musica, poesia e prosa, conferenze, presentazioni di libri, incontri col pubblico su argomenti vari. Presso l’editore Battello ha curato la collana “lera una volta a Trieste” con il marchio “Il Murice”, Fu attiva  inoltre nel direttivo di alcune associazioni culturali triestine quali il Circolo Amici del dialetto triestino, e gli Amici della Lirica “Giulio Viozzi”. Autrice di numerosi libri di poesia, narrativa e di folclore soprattutto musicale, le furono assegnati numerosi premi e segnalazioni in importanti concorsi letterari.

Ci mancherà.