8 MARZO Tutti pazzi per Angelika

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Tra le altre personalità di artiste memorabili va ricordata Angelika Kauffmann, maestra del ritratto settecentesco

di Enrico Možina

 

Le dame di corte del Rinascimento, le prostitute di Caravaggio, le popolane di Jan Vermeer: le donne hanno da sempre catturato l’interesse degli artisti di ogni epoca, costituendo i perfetti soggetti per esprimere grazia e dolcezza nelle forme e nei lineamenti; tuttavia la Storia dell’Arte ci insegna che le esponenti del cosiddetto “gentilsesso” non si prestarono unicamente al ruolo di modelle bensì seppero a loro volta primeggiare nelle arti figurative grazie a personalità carismatiche e dal talento cristallino.

Da Sofonisba Anguissola (1531/32-1625) alla pittrice guerriera Artemisia Gentileschi (1593-1653), da Frida Kahlo (1907-1954) a Leonor Fini (1907-1996), il panorama artistico è costellato di pittrici formidabili che hanno lasciato memoria indelebile del loro passaggio; tra queste una particolare menzione spetta ad Angelika Kauffmann, straordinaria pittrice svizzera del XVIII secolo.

Anna Maria Angelika Catharina Kauffmann nacque nel 1741 a Coira, nel Cantone dei Grigioni; fin dalla più tenera età fu indirizzata dai genitori verso l’amore e l’interesse per le arti: nel 1745 infatti ricevette dal padre, il ritrattista austriaco Joseph Johann Kauffmann, i primissimi rudimenti sul disegno e sulla pittura, mentre la madre, Cleophea Lutz, si prodigò per avvicinarla allo studio della musica e delle lingue.

Tra il 1754 ed il 1757 compì il primo viaggio nell’Italia settentrionale, ivi esibendosi come cantante e cimentandosi nei primi ritratti. Dal 1757 alla sopraggiunta morte della madre a Milano, decise di focalizzarsi esclusivamente sulla pittura, così dal 1757 al 1759 visse e lavorò con il padre nella foresta di Bregenz, in Austria. Dal 1760 al 1766 intraprese nuovamente diversi viaggi in Italia, stabilendosi a Roma nel 1763: qui ebbe modo nel 1764 di realizzare il ritratto del celebre archeologo Johann Joachim Winckelmann, opera che le conferì grande notorietà. Nel 1766 si trasferì a Londra, rimanendovi sino al 1781, anno in cui si sposò con Antonio Zucchi, pittore veneziano amico di lunga data del padre, con il quale fece ritorno a Roma; l’anno seguente vi aprì un atelier ed un circolo culturale.

Si spense a Roma nel 1807, dopo una lunga malattia, e fu sepolta assieme al marito nella basilica di Sant’Andrea delle Fratte. L’anno seguente un busto che la ritraeva fu collocato nel Pantheon, a fianco a quello di Raffaello. A soli tre anni dalla sua morte, nel 1810, il poeta ed editore italiano Giovanni Gherardo de Rossi pubblicò la sua biografia: un lavoro preciso ed accurato che tutt’oggi rappresenta la più attendibile fonte sulla vita di Angelika Kauffmann.

Pittrice di assoluto livello e dal talento sopraffino, Angelika Kauffmann si distinse soprattutto in due branche della disciplina: la ritrattistica e la raffigurazione di soggetti storici. Fu una figura ampiamente apprezzata e stimata dai suoi illustri contemporanei: dal padre dell’archeologia moderna, il precedentemente citato Johann Joachim Winckelmann, con il quale condivise oltre all’amicizia del cardinale Albani, un nutrito amore e un vivo interesse per l’antico; da Goethe, che ne fece menzione nel suo Viaggio in Italia, sostenendo di essere rimasto sedotto all’arrivo a Roma nel 1786 dalla personalità della pittrice, definita quale la “migliore conoscenza” fatta nella città eterna al punto da scrivere: «Guardar quadri con lei è assai piacevole; tanto educato è il suo occhio ed estese le sue cognizioni di tecnica pittorica». Stima profondamente ricambiata dalla Kauffmann che alla partenza di Goethe da Roma si espresse in toni mesti: «Il suo commiato mi ha trafitto l’anima. Il giorno della sua partenza è stato tra i più tristi della mia vita».

Alla sua morte, Angelika Kauffmann fu pianta soprattutto da un altro suo noto estimatore: lo scultore Antonio Canova, che ne organizzò i funerali.

Tra le più marcate e sensibili influenze pittoriche vi furono indubbiamente maestri quali il Correggio, i Carracci, Guido Reni, il Guercino ed il Domenichino, le cui opere furono assiduamente studiate dalla Kauffmann a Parma, Modena e Bologna durante il suo soggiorno

La più recente mostra celebrante l’entusiasmo suscitato dalla pittrice svizzera in Europa all’apice della sua carriera artistica è stata l’esposizione Verruckt nach Angelika Kauffmann (Tutti pazzi per Angelika Kauffmann), allestita a Dusseldorf, in Germania, dalla curatrice Bettina Baumgartel, una tra le voci più autorevoli in materia.

I suoi dipinti sono tuttora ammirabili in diversi prestigiosi quali l’Hampton Court e la National Portrait Gallery a Londra, nella Galleria degli Uffizi a Firenze, nell’ Ermitage di San Pietroburgo e nell’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, così come a Parigi, Dresda, Tallinn e Graz.

 

Angelika Kauffmann

Johann Joachim Wincklemann

olio su tela, 1764

Zurigo, Kunsthaus Zurich