Palcoscenici in primavera per l’Armonia

| | |

di Liliana Bamboschek

 

La stagione di prosa in dialetto dell’Armonia si è conclusa al teatro Silvio Pellico (31 marzo-9 aprile) con la commedia Zozò, adattamento in triestino e regia di Riccardo Fortuna che ha avuto come modello un lavoro della scrittrice francese Yasmina Reza. Un testo interessante che ha visto impegnati al massimo i quattro attori protagonisti Monica Parmegiani, Chino Turco. Elena Bisel e Paolo Dalfovo, entrati nei panni di due coppie con figli. Sono proprio due ragazzini di undici anni, rispettivamente appartenenti alle due famiglie, il motivo del loro incontro. Come succede spesso fra coetanei i due hanno litigato e si sono picchiati col risultato che uno è ritornato a casa con due denti rotti. I quattro vogliono risolvere la questione amichevolmente e si trovano nell’appartamento dei genitori dell’offeso con le migliori intenzioni di rappacificare i due ragazzi. Ma conversando emergono a poco a poco le vite private di ciascuno, coi difetti e i pregiudizi borghesi che li contraddistinguono, cominciano le offese prima velate poi aperte e sparisce la solidarietà che sembrava volesse prevalere. Emergono anche i dissidi insanabili delle loro vite coniugali, cade insomma la maschera del perbenismo che ciascuna coppia era abituata a indossare e si rivela la vera natura dei quattro personaggi messi di fronte l’uno all’altro in un crescente gioco al massacro. La natura umana libera quel fondo di innata violenza che la contraddistingue e nessuno riesce più a frenarsi nè verbalmente e neppure a gesti, le donne si abbandonano all’isteria, gli uomini si lasciano andare alla volgarità. A un certo punto si fermeranno ma il risveglio non potrà essere che amaro… Anche l’umorismo involontario delle battute in fondo lascia lo stesso sapore in bocca. Gli attori guidati dal regista hanno saputo dosare bene i vari momenti della vicenda colorando anche personalmente i diversi caratteri dei protagonisti.

Il Gruppo Proposte Teatrali ha presentato al teatro Silvio Pellico (10-19 marzo) la commedia Ocio de soto!, testo e regia di Alessandra Privileggi, che attinge l’argomento dalla vasta produzione di vaudeville dello scrittore francese Maurice Hennequin. L’azione si svolge negli anni ’30 e va sottolineato subito che tanto la scenografia che i ricchi costumi sono curati con fantasia e gusto. L’ambiente è trasportato a Trieste e dintorni con una messinscena brillante sotto tutti i punti di vista che dà ritmo e sapore alla vicenda narrata. Mentre nella prima parte ci troviamo in un’antica farmacia della nostra città, nel seguito l’azione si sposta in uno sfarzoso albergo di una località termale. L’idea di partenza è quella di una pillola dall’alto potere afrodisiaco (un’antenata del Viagra !) di cui l’inventore vuole provare gli effetti su un amico ignaro ma le conseguenze del suo gesto sono del tutto imprevedibili. Credendo di escogitare un rimedio la situazione invece si complica e a poco a poco la scena si popola di mariti traditi che chiedono vendetta, mogli infedeli, amici insinceri e, come avviene in questi casi, una bugia chiama l’altra. Gli intrighi e gli equivoci così si moltiplicano in una tela di situazioni sempre più divertenti che culminano nel finale. Una prova impegnativa anche per i numerosi attori (una ventina) che hanno saputo ritagliarsi addosso delle riuscite macchiette come il colonnello tutto d’un pezzo, la cantante cocotte, lo sceicco intransigente, la signora col cagnolino.

Insomma un vaudeville alla triestina che ha divertito il pubblico in nome dell’eterno gioco dell’amore, fra mariti, mogli e amanti, fra adulteri e buoni sentimenti.