Capolavori del Tiepolo

| | |

I capolavori di Giambattista Tiepolo nella chiesa dei Gesuati a Venezia

Nadia Danelon

La chiesa di Santa Maria del Rosario (o “dei Gesuati”) figura a pieno titolo tra i capolavori architettonici settecenteschi sorti nell’ambito della città di Venezia. Si trova nel sestiere di Dorsoduro, presso le fondamenta delle Zattere, di fronte al canale della Giudecca: sul lato sinistro, addossati alla parete della chiesa, si possono ancora osservare gli edifici un tempo corrispondenti al convento e al chiostro dell’ordine dei Gesuati, proprietario di quelle strutture fino al 1668 e in seguito soppresso.

Gli antichi edifici vengono successivamente occupati dai frati Domenicani, intenzionati a far buon uso degli ambienti antecedenti ma consapevoli della necessità di almeno un parziale rinnovamento. Il nuovo edificio religioso, progettato dall’architetto Giorgio Massari, presenta delle caratteristiche neopalladiane.

La chiesa dedicata alla Vergine del Rosario è stata curata dall’architetto in ogni dettaglio, tanto all’esterno quanto all’interno: l’edificio viene realizzato tra il 1726 e il 1736. Dal punto di vista della luminosità, questo edificio presenta delle caratteristiche particolari: la facciata, sobria e composta da alcune nicchie contenenti le rappresentazioni statuarie delle virtù cardinali, non ha alcuna finestra. Le uniche aperture che permettono l’ingresso della luce del sole si trovano lungo le pareti lunghe della chiesa e nell’area del coro.

Questa condizione si rivela fondamentale nell’ambito della realizzazione del sublime ciclo di affreschi messo in opera nel corso di tre stagioni tra il 1737 e il 1739, che decora la volta dell’unica navata di questo imponente edificio: si tratta di uno dei più celebri capolavori di Giambattista Tiepolo (1696-1770). La volta della chiesa domenicana, come gli altri dipinti religiosi realizzati dal Tiepolo in quello stesso periodo, si ricollega ai dibattiti teologici tipici dell’epoca. Iconograficamente, la scelta dei soggetti da raffigurare è legata allo scopo principale dell’edificio, scelto con cura dai frati Domenicani: l’esaltazione del Santo Rosario, unitamente alla celebrazione della figura di san Domenico.

Il progetto del Tiepolo si compone di tre scene centrali, circondate da 16 monocromi allusivi ai miracoli del Rosario e da una rappresentazione di alcuni putti recanti le insegne di questo particolare culto mariano. Viene commissionata al celebre pittore anche la decorazione del presbiterio e del coro, che tuttavia risulta nel complesso meno elaborata e rilevante rispetto a quella dell’aula. Sopra la porta d’ingresso troviamo infine raffigurata la Visione di Pio V, dove si può osservare il pontefice inginocchiato mentre riceve da una creatura angelica l’annuncio della vittoria cristiana alla battaglia di Lepanto nel 1571. L’affresco centrale della volta, raffigurante La Vergine che dona il Rosario a san Domenico, è composto da tre zone principali: quella superiore, con l’immagine della Madonna col Bambino adagiata sulle nubi e circondata dagli angeli; quella centrale con san Domenico impegnato a distribuire i rosari ai fedeli raccolti in preghiera; quella inferiore, dove l’ombra regna sovrana, in cui è rappresentata l’eresia mentre precipita verso il basso. Risulta significativa la raffigurazione di un cane nell’ambito di questo affresco, alludente all’interpretazione letterale del nome dell’ordine a cui è legato l’edificio. Ai lati della grande rappresentazione centrale, vi sono le due scene minori raffiguranti la Gloria di san Domenico e l’Apparizione della Vergine a san Domenico. La seconda scena è particolarmente interessante dal punto di vista della contestualizzazione storica: vi appaiono infatti le figure di alcuni illustri Domenicani, tra cui è chiaramente riconoscibile Carlo Maria Lazzaroni (effettivo promotore della raccolta dei fondi per la realizzazione della chiesa).

Poco dopo il completamento del ciclo di affreschi, giunge a Tiepolo una nuova commissione per lo stesso edificio: i frati desiderano che venga realizzata una pala per il primo altare del lato destro, con la rappresentazione della Madonna con il Bambino e di quattro sante Domenicane. Le sante sono chiaramente identificabili, grazie alla concreta esaltazione di alcuni attribuiti specifici: Caterina, coronata di spine, esibisce il crocefisso; Rosa tiene in braccio il Bambino e reca il fiore di cui porta il nome; infine, con tanto di giglio, troviamo sant’Agnese “che ha tra le mani la piccola croce tolta a Gesù” (Pallucchini 1968). Tutta la composizione è quindi incentrata sul tema della devozione del Cristo Bambino.