Carissima Linuccia, cara Anita
epistolari | gennaio 2023 | Il Ponte rosso N°88 | Walter Chiereghin
di Walter Chiereghin
Il dialogo epistolare che ha offerto materiale per la messa in scena di Epistolario triestino, la pièce della quale abbiamo dato conto nell’articolo di Stefano Crisafulli su questo stesso numero, è integralmente riportato nel volume curato da Gabriella Norio Penso a te, che sei tutt’uno con la poesia di tuo padre, organizzato sui documenti, originali e minute delle lettere, estratti dall’archivio di Anita Pittoni, ora conservato presso la Biblioteca Civica Civica “A. Hortis” di Trieste, luogo di lavoro della Norio, che nell’introduzione al libro ce ne offre una sintetica descrizione, interessante anche sotto il profilo dell’organizzazione meticolosa con la quale la Pittoni informava questa come ogni altra sua attività.
La corrispondenza tra le due donne ha origine immediatamente dopo il 25 agosto 1957, data della scomparsa a Gorizia di Umberto Saba, in un periodo nerissimo per le due corrispondenti e per la comunità letteraria e culturale di Trieste, che vide, oltre alla perdita del suo maggior poeta in lingua italiana, anche quella di Virgilio Giotti, il maggior poeta in dialetto triestino, che seguì Saba poche settimane più tardi, il 21 settembre. Altri lutti, nell’intervallo temporale in cui si sviluppa il carteggio, cioè tra il 1957 e il 1966 (ultima lettera il 1°gennaio di quell’anno), colpirono in particolare Anita: nel 1960, la morte del fratello Bruno e, soprattutto, nel 1961 la scomparsa a Roma del suo compagno Giani Stuparich, seguita pochi mesi più tardi da quella – ma si trattò di un lutto anche per Linuccia – dell’amica comune Maria Lupieri.
è legittimo tuttavia spostare l’attenzione dalla sfera emotiva a quella dei contenuti pragmatici del rapporto tra le due, entrambe donne di forte e talvolta anche aspra personalità, dal momento che è soprattutto su tali concreti argomenti che si è esercitata la comunicazione tra le due. Per di più, come osserva Roberto Benedetti nella sua postfazione al volume, «tra le righe dell’epistolario emergono i tratti di due caratteri di certo poco complementari. Enfatica e debordante, Anita ricorre a espedienti grafici quali i punti esclamativi (pure doppi) il triplo delle volte rispetto a Linuccia. […] Non meno sorprendenti sono le differenze nelle formule di congedo. Anita è prodiga di baci e di baci affettuosi. Nessun bacio viene ricambiato da Linuccia che, più contenuta, si limita ai tradizionali saluti e abbracci, a volte con affetto».
Non è un limite, tale troppo controllata intimità tra le due donne, anzi: una lettura del carteggio sollecita molte curiosità in merito alle altre informazioni desumibili dagli scambi delle due interlocutrici, animate ciascuna da uno o più precisi obiettivi. Per Linuccia, fin dai primi giorni successivi alla scomparsa del padre, vi è quello di acquisire tutte le lettere di Saba che le è possibile recuperare dai destinatari per realizzare quell’epistolario sabiano che finora non ha ancora visto la luce, mentre Anita è da bell’inizio interessata a pubblicare per i tipi dello Zibaldone Quello che resta da fare ai poeti, il cui manoscritto fu ritrovato tra le carte del poeta, inedito in quanto non pubblicato su La Voce – per l’indisponibilità di Slataper – cui Saba l’aveva spedito nel 1911. Lo Zibaldone, casa editrice fondata e diretta dalla Pittoni, si era già assicurata un importante inedito di Saba, le poesie di Uccelli, pubblicate nel 1950 e il nuovo testo inedito in prosa approderà alla fine alla pubblicazione nel 1959.
Diversi altri progetti riguardanti Saba erano stati vagheggiati da Anita e caldeggiati da Linuccia, ma per una ragione o per l’altra poi non si sarebbero realizzati.
Comunque la lettura del libro curato da Norio ci consente di conoscere da vicino, attraverso le lettere, le modalità di lavoro e la cura maniacale che Pittoni riservava ad ogni sua pubblicazione. La dialettica tra le due corrispondenti, l’introduzione e le note a piè di pagina, inoltre, fanno del libro un prezioso giacimento di dati e informazioni per ricostruire l’ambiente culturale triestino negli anni in cui si svolse la corrispondenza tra le due intellettuali.
Penso a te, che sei tutt’uno
con la poesia di tuo padre.
Lettere inedite di Anita Pittoni
e Linuccia Saba (1957-1966)
a cura di Gabriella Norio
Bibliohaus, Macerata 2020
- 286, euro 15,00