CINEMA: Nico 1988 (Susanna Nicchiarelli, Italia 2017)

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Nico 1988 (Susanna Nicchiarelli, Italia 2017)

di Pierpaolo De Pazzi

nico

Finalmente un film italiano ben fatto. Cioè fatto su una bella idea, ben progettato, con una buona documentazione alle spalle, una regia molto personale e per niente televisiva, bella fotografia, buon montaggio, belli gli interni … perfino il sonoro in presa diretta si sente bene, cosa da non darsi per scontata in Italia.

La storia di Nico, ex modella e cantante ingiustamente ricordata solo per le tre canzoni cantate con i Velvet Underground, è quella di una morte a credito, legata alla dipendenza dell’eroina. Quella di Ari, figlio suo e, non riconosciuto, di Alain Delon, è invece è un giocare a rimpiattino col suicidio.

Cresciuti entrambi senza una figura paterna, sono accomunati dalla grande solitudine.

La storia di Nico è delimitata nel tempo tra la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del muro di Berlino ma gli anni su cui si concentra il film sono il 1987 e il 1988, ricreati benissimo con grande cura dei particolari: ormai un film ambientato allora si può dire un film in costume. Gli anni ‘80 era tanto tempo fa.

Le musiche possono forse a qualcuno non piacere, ma sono centrali e molto magnetiche e hanno il momento più bello in un live clandestino a Praga, estremamente coinvolgente.

Ancora una parola per la straordinaria Trine Dyrholm, ottima sia come attrice protagonista che come cantante. La sua voce ricorda quella di Nico e a tratti mi sembra quella di Bjork. Ho apprezzato molto la scelta di un’interprete che fosse anche in grado di cantare, perché credo che questo abbia donato una straordinaria intensità al film.

Premio Orizzonti per il miglior film alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.