Dante ragazzino

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Dante e il circolo segreto dei poeti, un libello ad alta intensità di divertimento e informazione

di Anna Calonico

 

Siamo a 700 anni giusti dalla morte del Sommo Poeta: quale migliore occasione per iniziare una carrellata di libri per ragazzi che abbiano come argomento, magari semplicemente in senso lato, Dante Alighieri e la sua vita o la sua immensa opera?

Mi sembra giusto iniziare con la giovinezza del grande autore fiorentino, quindi oggi vi presento con gioia Dante e il circolo segreto dei poeti, un libello scritto da Silvia Zecchini e illustrato da Luigi Dragonetti, e pubblicato da Lapis nella collana Sì, io sono, dedicata ai grandi della storia, dell’arte, della letteratura quando ancora grandi non erano. È una collana divertente e molto interessante, che presenta personaggi del calibro di Raffaello (vedi Il Ponte rosso n. 55), Cleopatra, Martin Luther King…e il nostro Dante, appunto.

Silvia Vecchini, autrice già affermata nel mondo dei romanzi per ragazzi, è conosciuta per testi come Fiato sospeso, La zona rossa, Prima che sia notte, Le parole giuste, 21 giorni alla fine del mondo, e davvero tanti altri, molti dei quali, di argomento religioso, sono illustrati dal marito Sualzo, fumettista, con cui ha fondato il progetto editoriale Il Sicomoro. In questa occasione, però, le pagine scritte dall’autrice perugina hanno la copertina di Alfredo Belli e sono abbellite dai disegni di Luigi Dragonetti, che si è diplomato presso l’Accademia dell’Illustrazione di Roma e attualmente collabora come scenografo con alcuni sceneggiatori italiani. Per questa serie, ha illustrato anche  le storie di Michelangelo e di Leonardo.

La trama vede il protagonista all’età di dodici anni, già amico di Lapo Gianni, e già innamorato di Beatrice Portinari. Oltre a ciò, ha un grande sogno: dedicarsi completamente alla poesia, anche se il padre lo vuole cambiavalute, proprio come lui.

Le prime pagine ci presentano un normale ragazzino di dodici anni, entusiasta per il carnevale, mentre si fa largo tra la folla e osserva ad occhi sgranati ogni cosa che vede. È alla ricerca del suo amico Lapo, ma il cuore che batte è per la speranza di vedere anche la bionda, dolcissima Beatrice: «Beatrice Portinari aveva la mia stessa età e abitava nel mio stesso rione. Quel giorno era bella come il sole. Rideva, scherzava e agitava il tamburello accennando passi di danza. Aveva un lungo abito di lana rossa abbottonato sul davanti e sopra portava una veste chiara senza maniche. I capelli biondi erano sciolti e trattenuti solo da un fermaglio dorato. Io me ne ero innamorato subito, la prima volta che l’avevo vista tre anni prima, durante il Calendimaggio. Da quel momento avevo preso l’abitudine di passare sotto le sue finestre sperando di incontrarla. La cercavo tra la gente ogni volta che c’era una festa, o nei giorni di mercato, alle processioni, nel Battistero… Ci scambiavamo qualche rapida occhiata e ogni volta io mi ripromettevo che un giorno, presto, prestissimo, avrei trovato il coraggio di parlarle davvero.

Lo feci anche in quel momento» (pp. 13-14).

Non poteva mancare un incontro con Beatrice, amore della vita, e soprattutto musa ispiratrice della Vita Nova e guida fidata nel viaggio ultraterreno verso l’Empireo, ma presto il giovanissimo Dante ha un colpo al cuore: presto gli verrà presentata Gemma Donati, la sua futura moglie.

Assistiamo quindi ai turbamenti atroci del piccolo cuore inesperto, e voi penserete che tanto gli resta la poesia, giusto?

Giusto, perché Dante e Lapo, dopo l’ennesimo scontro con il perfido Corso Donati, incontrano Guido Cavalcanti, un po’ più anziano di loro e già poeta, fondatore, anzi, di un circolo segreto di poeti a cui i due vengono invitati. Al ragazzino sembra un sogno: potrebbe essere finalmente l’inizio della sua carriera, il passo decisivo verso il coronamento del suo progetto di vita!

Mica facile, però, arrivarci: gli incontri si svolgono di sera e Dante deve uscire di casa di nascosto, e poi c’è il coprifuoco e bisogna usare l’ingegno per seminare la guardia che lo ha avvistato. Quando arriva a destinazione, gli sforzi vengono premiati e lì conosce, tra gli altri, Forese Donati e il musico Casella.

Naturalmente la storia non si basa su un resoconto veritiero della giovinezza del poeta e la fantasia non bada a qualche piccolo anacronismo, ma l’importante è avvincere il lettore e allo stesso tempo rendergli familiari l’ambientazione della Firenze medievale e alcuni personaggi che verranno sicuramente incontrati studiando il grande poeta. Anzi, se qualcuno non si è ancora affezionato alla storia, deve sapere che al momento delle presentazioni Dante e Lapo non sono stati ammessi automaticamente all’ambito cenacolo: non bastano la presenza e il coraggio di un’uscita notturna, i nuovi arrivati devono anche dimostrare agli altri iscritti che sono degni di fare parte della loro cerchia. Dovranno quindi affrontare tre prove…

Meglio non proseguire con il racconto, anche se tutti sappiamo che nella realtà Dante il suo sogno di poeta lo ha coronato, eccome! Non preoccupatevi, comunque, per quante libertà si sia presa l’autrice nel narrare la storia di un personaggio realmente esistito, non si è certo discostata dall’elemento fondamentale, ed è emozionante leggere i primi tentativi dell’Alighieri nell’abile gioco dei versi: «Senza scrivere nemmeno una parola, per la prima volta composi un sonetto per lei. Lo tenni a mente, lo ripetei a memoria, ancora e ancora finché Guido non mi chiamò.

Era il mio turno.

Ormai era buio e il cielo era pieno di stelle. Andai verso la corte e mi fermai davanti alla gente, sotto lo sguardo di Beatrice.

Ora che ero lì capii che avrei continuato a scrivere nonostante mio padre e sarei entrato a tutti i costi nel cenacolo. Avrei impiegato tutte le mie forze per realizzare il mio sogno: diventare un grande poeta.

E la poesia sarebbe stata il mio anello per lei.

Un anello di cristallo purissimo, trasparente, un anello segreto che nelle parole ci avrebbe unito per sempre.

Beatrice mi sorrise.

Presi fiato, e cominciai a recitare i miei primi versi» (p. 162).

Nel complesso, è un librino molto piacevole e di facile lettura per tutti, non soltanto per i secchioni! È scritto in maniera semplice ma avvincente, c’è un pochino di romanticismo e un po’ più di avventura, cosa che lo rende adatto a tutti i gusti, ed è pieno di curiosità sulla vita medievale che i lettori più attenti potranno magari approfondire; è perfetto per essere letto e commentato con l’insegnante, in queste interminabili lezioni in DAD, oppure con un genitore rinchiuso in casa dallo smartworking. E che altro?

Ancora una cosa: come tutti i libri della collana, ha un paio di paginette che presentano i personaggi, così come sono nel racconto, e il ruolo che invece hanno avuto veramente nella storia. Poca cosa, forse, ma lo trovo un ottimo spunto per invogliare i ragazzi ad informarsi da soli, una volta completata la lettura. Insomma: “imparare divertendosi” sembra il motto di questa collana e, per quanto mi riguarda, credo che con questa pubblicazione siano ben riusciti nell’intento.

 

Silvia Vecchini

Dante e il circolo

segreto dei poeti

Lapis, Roma, 2010

  1. 162, euro 8,50

dai 10 anni