Il fidanzamento

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di Giuseppe O. Longo

 

 

Al pranzo di fidanzamento Maddalena aveva voluto che partecipasse anche sua madre, per un puntiglio che il commendator Rossi aveva tollerato, ma non compreso. La vecchia si era presentata rimpannucciata in un vestituccio di trent’anni prima, coi volant e i merletti, che forse le ricordava la giovinezza e suo marito buonanima. Maddalena aveva scelto il ristorante più chic della città, tanto i soldi non gli mancano, aveva detto alla madre, la quale come sempre si era piegata alla volontà di quella figlia così decisa. Da oltre vent’anni Maddalena era segretaria del commendatore, ne era segretamente innamorata ma non avrebbe mai ammesso quel sentimento. Rossi la portava in giro per l’Italia e l’Europa, mai che le avesse mancato di rispetto, al contrario pareva considerarla un mobile o un oggetto di arredamento, e lei era furibonda per quell’indifferenza che non era neppure fastidio, forse il fastidio sarebbe stato sintomo di qualche moto dell’animo. La donna nutriva per il suo principale un sentimento di astio che si mescolava all’amore e aspettava che accadesse qualcosa che finalmente la riscattasse da quella situazione insopportabile. L’occasione si presentò quando Rossi, scapolo e senza nessun parente prossimo, più vicino ai settanta che ai sessanta, una sera le chiese di trattenersi in ufficio per sbrigare una pratica urgente. Era la prima volta che accadeva, Maddalena ebbe un presagio, si rimescolò in lei un torbidume di pensieri vaghi, di sentimenti contrastanti, di emozioni lutulente. Alla luce discreta dell’abat-jour, vicino al caminetto acceso, nel silenzio del palazzo, Rossi parve accorgersi finalmente di lei, quanti anni ha, Maddalena, cinquantatré, rispose lei con voce strozzata, si portò una mano alla gola per soffocare un singhiozzo che voleva mescolarsi al riso, dentro le danzava un nodo che minacciava di strangolarla, e Rossi proseguiva con le domande, è sposata, è fidanzata, vive sola, e sua madre quanti anni ha, per tutti quegli anni non l’aveva mai considerata una persona, e ora all’improvviso si accorgeva di lei, sembrava vederla. Quella sera Maddalena tornò a casa molto tardi, la madre era preoccupata, ma lei interruppe le sue querimonie, mi ha chiesto di sposarlo. Di lì in poi tutto si svolse rapidamente, il fidanzamento doveva essere celebrato con una piccola cerimonia privatissima e con il pranzo, poi dopo poche settimane si sarebbe celebrato il matrimonio. Sembrava tutto deciso per il meglio, la più contenta era la vecchia, che vedeva sistemarsi quella figlia così risentita, che s’indignava per ogni menoma cosa, che rispondeva sgarbata ad ogni osservazione, ad ogni domanda, ad ogni consiglio. E anche per sé la madre vedeva finiti i tempi di ristrettezze, di economie, di lesine, il principale di Maddalena avrebbe certo pensato anche alla suocera, e poi erano più o meno coetanei…

Durante il pranzo il comportamento di Maddalena fu a dir poco sgradevole, non le andava bene niente, rimandò per due volte i piatti, i vini le sembravano tutti annacquati e con arroganza fece venire due volte il caposala e lo riproverò ad alta voce. Rossi era sbalordito, irritato, non sapeva come comportarsi, guardava la vecchia in cerca di aiuto, ma costei mangiava con la testa nel piatto e non gli dava bada, per lei era normale che Maddalena facesse così, non faceva forse così a casa, sempre. A un certo punto, tuttavia, dovette capire che lì non erano a casa, e che il commendatore si stava infastidendo, la figlia stava esagerando. Restò con la forchetta a mezz’aria, la bocca spalancata, gli occhi cisposi sgranati. Come Dio volle quel supplizio finì. Rossi accompagnò le due donne a casa con la sua automobile e si congedò. Rimaste sole, Maddalena si scatenò, hai visto, hai visto come l’ho messo a posto, il commendatore? Hai visto come l’ho fatto scomparire? E poi, soggiunse, non lo sposerò mai, troppo mi ha fatto soffrire. Domani gli porterai quest’anello e gli dirai che il fidanzamento è rotto.