Itinerari di Bruno Chersicla

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Dalle “cartoline” eseguite per amici e collezionisti un’altra finestra aperta sulla personalità dell’artista triestino

di Walter Chiereghin

 

Chiusa la bella mostra “Bruno Chersicla. Trieste teatro d’Europa”, che ha finalmente ricordato a Palazzo Gopcevich la figura e l’opera dell’illustre artista, scomparso nel 2013 (v. Il Ponte rosso n. 54, marzo 2020). Dopo un accidentato percorso di apertura al pubblico, devastato dalle disposizioni di contrasto al covid 19, alla forzata chiusura, tuttavia, si è saputo porre rimedio mediante una dilatazione del periodo espositivo che ha consentito di visitarla fin quasi alla fine di agosto.

Archiviata l’esposizione, quanto rimane è un bel volume di immagini ed appunti di pugno dell’autore, pubblicato in concomitanza con l’evento espositivo. Cartoline di viaggio è il titolo auto-esplicativo del libro, che apre le porte su un ambito di attività in gran parte destinata a un pubblico ristretto di amici e collezionisti, autentiche e preziose cartoline illustrate dall’artista triestino che ne curava anche la stampa, rigorosamente artigianale, di norma prima di intraprendere un viaggio, in Italia o all’estero, a volte in altri continenti, dov’era attirato per ragioni di lavoro, oppure, assai spesso, per assecondare una naturale curiosità di conoscere e visitare con consapevole cognizione di causa le località, prossime o remote, che gli facevano percepire fortemente un richiamo intellettuale o talvolta più sentimentale, com’è stato, fatalmente, per le località istriane.

Come testimonia Elvio Guagnini nella sua prefazione al volume, l’ideazione, la progettazione e sovente l’esecuzione di queste “cartoline” (in effetti xilografie di piccolo formato a tiratura limitata) precedeva anziché accompagnare o seguire il viaggio, costituendo quindi una documentazione grafica di progetti e aspettative, più che di resoconti odeporici, formulati e messi su carta a posteriori, dopo che l’autore aveva effettivamente visitato il luogo soggetto dell’immagine e del relativo commento.

Un antecedente a questo volume così ricco di spunti e dilatato nello spazio è dato da una precedente occasione creativa, sempre legata all’esperienza di un viaggio compiuto lungo un tracciato ferroviario quasi leggendario e raccolta poi in un volume della Silvana Editoriale nel 2013, Transiberiana, contente sia disegni che appunti di un itinerario memorabile anche per un viaggiatore di consumata esperienza come è stato Chersicla. In quel caso, i testi che accompagnano le vivide figure del viaggio nelle sterminate distese della Russia già sovietica, da Mosca a Vladivostok, consentono di ricostruire con precisione l’itinerario anche se, come dichiara l’autore, non si tratta di una sorta di «diario di viaggio né un diario di alcunché. Non sono un diarista compulsivo, per il quale la vita è più intensa nel ricordo che nell’attimo fuggevole in cui è vissuta, ma penso comunque che il passato, sia prossimo che remoto, non sia statico ma possa essere rivissuto attraverso il ricordo che riscopre, reinveste, ribalta certe volte alcune situazioni date per certe o addirittura le corregge».

Non pare essere questo il caso di queste Cartoline, intanto perché le sappiamo antecedenti in molti casi al viaggio, e poi perché coartate, dall’estrema sintesi imposta dal formato di un’unica immagine, a condensare l’informazione della quale s’intende far parte i destinatari, sia nella parte grafica che nel breve commento scritto che accompagna l’opera.

Tanto nella visione delle immagini che nella lettura dei commenti si rivela una volta di più il variegato campo nel quale si è esercitata l’esperienza umana ed artistica di Chersicla, che di volta in volta lo rendono in grado di percepire – o di pregustare – suggestioni attinte dai suoi versatili e articolati interessi di artista, di musicista, di intellettuale, o semplicemente di uomo.

Così, per esempio, il suo estro di esecutore di musica jazz si coniuga con la fantasia del grafico di qualità che ci restituisce una Parigi in cui la Tour Eiffel si trasforma in contrabbasso e tanto nell’immagine che nel commento vengono evocati gli artisti di strada che si esibiscono nei luoghi di più alta densità turistica della Ville Lumière: «Sulla piattaforma del Trocadero studenti musicisti dilettano i passanti per una moneta», o a New York, a Broadway anzi, sinteticamente illustrata con il disegno della Statua della Libertà, è ancora l’appassionato jazzista a commentare: «A New York da un locale all’altro, come un’ubriacatura di Jazz. The Vanguard, Blue Note, Sweet Basil, Visiones… un’ultima volta con Tommy Flanagan». Oppure è l’artista, lo scultore che è chiamato a confrontarsi con quella miniera inesauribile di opere d’arte che è la Basilica di San Pietro, che così ne commenta un dettaglio contemporaneo: «La Città del Vaticano ha messo le ali con il papa viaggiatore [Giovanni Paolo II, n.d.r.]. La Porta della Morte della Basilica, di Giacomo Manzù, è la più emozionante opera sacra della modernità». E poi l’illustrazione analitica di un suo ritratto della cattedrale di Trani: «Un cielo nero da temporale annunciato, la facciata della cattedrale illuminata da un ultimo raggio di sole. La luce cambia il significato delle cose, rinnova le emozioni».

Ma tutti questi e cento altri pur significativi appunti non esauriscono affatto la complessa visione di Chersicla, che in alcune occasioni si introflette a rilevare momenti di intimismo autobiografico, spesso riferito alla sofferta malinconica lontananza dalla “sua” Istria, com’è, ad esempio per l’illustrazione dedicata a Umago: «Era il ’65 l’ultima volta che mio padre tornò in Istria e mi espresse il desiderio di rivedere Umago. Forse qualche ricordo di giovinezza».

Come si può dedurre anche dall’estrema sintesi della succinta selezione che qui è stata operata, anche quest’ambito della creatività dell’artista triestino, che pure è lecito definire “minore”, riesce tuttavia a fornire un’immagine a tutto tondo di una personalità ad un tempo semplice e sofisticata, interessata ai molteplici aspetti di quanto la circonda, uno spirito critico e insieme contemplativo, ancorato sempre a una allargata visione umanistica, tanto in queste occasioni sostanzialmente quasi private quanto lo è per ciò che concerne il suo lavoro “maggiore” (mi sia perdonato l’abuso di virgolette). In questo senso, la raccolta proposta dal libro che abbiamo cercato di raccontare completa, o meglio aggiunge ulteriori informazioni e suggestioni per una lettura appropriata del multiforme e originale essere nel mondo di un uomo della cui presenza abbiamo molte ragioni di avere nostalgia.

 

 

 

Bruno Chersicla

Cartoline di viaggio

a cura di Melitta Botteghelli

e Piergiorgio Mandelli

prefazione di Elvio Guagnini

Asterios Abiblio, Trieste 2020

  1. 94, euro 19,50