KULIŠ, DUIZ, VALCOVICH, BEARZOT

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Impossibile dar conto della gran quantità di mostre che – alle soglie del periodo primaverile – reclamerebbero qualche noterella almeno di cronaca, se non di critica. Nello spazio espositivo del Magazzino delle idee, a Trieste, ad esempio, è stata allestita dal 4 marzo al 3 aprile un’importante personale dell’artista croato Vatroslav Kuliš,intitolata Fughe Centripete – Centripetalne Fuge, dalla collaborazione della Provincia di Trieste con la Comunità croata di Trieste, il Comune di Zagabria, MUO il Museo dell’Arte e dell’Artigianato di Zagabria, la Regione e il Consolato generale croato a Trieste. La rassegna esibisce una quarantina di opere su tela e su carta di grande formato, composizioni astratte di forte impatto coloristico e connotate anche da un segno energico in parte evocativo del gesto risoluto dell’artefice, in parte frutto di gocciolature e colature. Ancora una volta questo evento espositivo va ascritto a merito della Provincia e della sua politica culturale, da un lato in quanto ha fatto conoscere a Trieste un importante artista contemporaneo, dall’altro perché colloca una volta di più la città al centro di un vasto territorio artistico e culturale che tende a farle nuovamente assumere il ruolo di snodo essenziale di una comunità multietnica risiedente tra Oriente e Occidente nell’ambito del continente europeo.

Di tutt’altra materia l’arte di Giovanni Duiz (Trieste, 1923 – Capodistria, 2013), di cui è stato possibile rivisitare l’opera grazie alla Galleria Rettori Tribbio, che ha organizzato una sua mostra postuma tra il 5 e il 18 marzo. Rigorosamente figurativo, il suo impegno pittorico lo ha condotto a produrre una quantità elevatissima di opere (è stato attivo per oltre sessant’anni) descrivendo la vita e talvolta la storia secondo una sensibilità che si concretava in una rappresentazione delicata e trasognata del reale, fosse un paesaggio o un evento degno di narrazione, fino a pervenire ad esiti di suggerito o conclamato lirismo surreale, che avvolge dettagli di ordinaria quotidianità trasponendoli in un’atmosfera fiabesca.

Nel suggestivo spazio della Galleria d’arte Mario Di Iorio di Gorizia ha esposto dal 18 al 31 marzo Edino Valcovich, nato a Ronchi dei Legionari nel 1947, ingegnere, ordinario di Architettura tecnica a Trieste. Una lunga consuetudine con il disegno, dunque, che però nel caso delle opere acquerellate esposte a Gorizia non è già materia di segni euclidei, esercitata all’interno di rigorosi segni prospettici, ma al contrario fluttua in un diverso registro, quasi una divagazione che lo induce a fissare sulla carta connotati sfumati di volti evocati dalla memoria, oppure, più aderenti alla realtà, immagini di gatti, polli e altri pennuti dal sapore ironico e divertito.

Per concludere, da segnalare un’esordiente di talento, Luisa Bearzot, che ha esposto le sue prime opere alla Sala espositiva del Circolo delle Assicurazioni Generali, a Trieste. Per dire di lei e del suo lavoro corre tuttavia l’obbligo per chi scrive di denunciare un suo minimo conflitto d’interesse, in quanto l’artista è da molti anni una cara amica per l’estensore di queste noterelle e per la sua famiglia. Va detto però che l’approccio assai recente alle non facili tecniche dell’olio su tela rivela anche a un osservatore del tutto estraneo una sensibilità attenta e un rapportarsi dell’artista alla realtà vigile e sereno, capace di cogliere la suggestione e l’incanto del soggetto che sarà poi trasferito nell’opera. Anche se l’eterogeneità dei soggetti e qualche sporadica lieve incertezza esecutiva denunciano l’approdo recente alla pittura, considerato l’insieme e la qualità del lavoro della Bearzot sono premessa per una felice prosecuzione del suo impegno.