La fotografia ha 180 anni!

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Italo Zannier la festeggia con una mostra al Mart e un libro illustrato

di Michele De Luca

 

“Un’arte nuova in mezzo a una vecchia civiltà”: la formula utilizzata nel 1839 dal fisico e deputato Joseph Louis Gay-Lussac di fronte alla Camera dei Pari (evidentemente qui il termine “arte” va inteso nel suo senso antico di tecnica e di procedimento) è una di quelle che rende forse meglio l’idea dell’improvvisa rottura introdotta dall’immagine fotografica, nella fattispecie il procedimento di Daguerre. L’effetto dirompente di questa comparsa si fa sentire per tutti i primi anni dell’invenzione, ed è in questo periodo che si sviluppano i dibattiti più frequenti ed accesi intorno allo status delle nuove immagini, da cui emerge la perplessità dei contemporanei: le domande, fondamentalmente, si riducevano a queste: quale ruolo e quale “autorità” attribuire loro? Domande che tradiscono una sorta di smarrimento e di incertezza riguardo al posto da assegnare alla fotografia nell’ordine delle rappresentazioni guardando soprattutto alle belle arti: se, per la sua precisione riproduttiva l’immagine fotografica sembra principalmente da collocare nel mondo delle scienze, che accade quando “pretende” di porsi come forma nuova di espressione artistica?

Alla faccia di un famoso articolo intitolato Il pubblico moderno e la fotografia, scritto in occasione del Salon parigino del 1850 (a vent’anni dall’invenzione di Daguerre), in cui Charles Baudelaire dichiarava che la fotografia era la “palestra dei pittori mancati”, che era sostanzialmente un fatto industriale, che si limitava a copiare specularmente la realtà, per cui era da considerare come negazione dell’arte “vera”; e della convinzione di Benedetto Croce, il quale nella sua Estetica come scienza dell’espressione (1902) negava valenza artistica alla fotografia per il ruolo imprescindibile e preponderante che vi giocava la “tecnica”, si può affermare, senza ombra di dubbio, che la scrittura con la luce è tuttora ben viva e vegeta. Nonostante – infatti – queste autorevolissime prese di posizione nei confronti della nuova musa, che comunque hanno segnato il tracciato in cui per decenni si è mosso il dibattito culturale e critico, fermo ad una visione dogmatica dell’arte, come astratta e indiscutibile entità metafisica, a cui l’ultima arrivata, come forma nuova di creazione di immagini, doveva chiedere diritto di cittadinanza; accolta, per esempio, dalle riviste dell’epoca (ricordo il libro di Italo Zannier Leggere la fotografia (La nuova Italia Scientifica 1994), che pure ne celebravano l’invenzione, come “il nuovo metodo per la pittura fotografica”, la fotografia ne ha fatto di strada e ha compiuto il suo centottantesimo compleanno.

A “festeggiare” degnamente e autorevolmente questo straordinario compleanno non poteva essere che proprio lui, Zannier (Spilimbergo, 1932), fotografo (“innocente” sì, ma direi soprattutto “impenitente”), storico e critico della fotografia, docente universitario, collezionista (o “archivista”, come ama qualificarsi), ideatore e curatore di grandi mostre, saggista, protagonista appassionato e “impegnato” della fotografia italiana nella irripetibile stagione del neorealismo; e chi più ne ha più ne metta… Sono passati, e con che fretta, trent’anni da quando si festeggiò nel 1989, con sue indimenticabili mostre, il centocinquantesimo anniversario della nascita della fotografia: una per tutte, “L’insistenza dello sguardo” curata insieme a Paolo Costantini e allestita nel Palazzo Fortuny di Venezia.

Ora è la volta di un bellissimo libro illustrato (La fotografia ha 180 anni. Dall’incisione al digitale) e di una grande mostra al Mart di Rovereto (da novembre traslocherà poi al Pac di Ferrara). Al Mart, con il coordinamento curatoriale di Denis Isaia, sono esposti per la prima volta, preziosi albi illustrati provenienti dall’archivio personale di Zannier (curato dal figlio Giulio) che delineano l’evoluzione dell’immagine riprodotta dalle origini a oggi: dalla pre-fotografia, con volumi del XVI secolo, all’archeologia fotografica, tra incisioni e dagherrotipi, si giunge alle sperimentazioni contemporanee. I libri vengono sfogliati e commentati dallo stesso Italo Zannier tramite un’installazione video a due canali. La mostra è arricchita da una vera e propria sezione espositiva che illustra gli oltre sessant’anni dell’attività artistica di Zannier, dal 1952 ad oggi: un nucleo di circa cento fotografie in gran parte inedite testimonia di una grande passione, che spazia dall’approccio neorealista degli anni Cinquanta alle sperimentazioni più recenti in ambito digitale (le “fotofanie” – neologismo da lui inventato) – che abbiamo ammirato in una bella mostra due anni fa’ presso la Casa Museo Boschi Di Stefano di Milano. Scrive Angelo Maggi: “Per Zannier lo strumento fotografico ha da sempre dato la possibilità di codificare il pensiero attraverso lo sguardo, ma soprattutto la fotocamera in tutta la sua fantasmagorica evoluzione ha permesso a tanti interpreti di vivere un crescente anelito all’istantaneità. In questo senso la fotografia dell’oggi, sempre più rapida, sempre più incombente, non è una figurazione amena o la manifestazione di un capriccio: un contenitore di sola qualità decorativa. La fotografia secondo Zannier è una paradossale osservazione di quello che ci circonda”.

Come ci dice Zannier (di cui va ricordato anche il suo libro, La lanterna delle fotografia, La nave di Teseo 2017, in cui traccia uno stringato, quanto accessibile e affascinante percorso): “nonostante le inevitabili resistenze, anche commerciali, ha vinto il dominio dell’occhio con l’invenzione della Fotografia, ufficialmente celebrata in quel fatidico 7 gennaio 1839. è una data da ricordare, tra le più significative della ‘modernità’, come quelle della scoperta dell’America e della Rivoluzione francese; stop”! A lui auguriamo di ritrovarci a festeggiarne, intanto, il 190° compleanno.

 

Dida:

 

2.

Italo Zannier

Interno ad Aquileia, 1960

 

4.

Italo Zannier

Piedi di una lavandaia, 1953-54

6.

Italo Zannier

Viener Neustadt, 2018

 

7.

Italo Zannier

Autoritratto, 2018