La letteratura dalmata alla fine dell’Ottocento

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di Walter Chiereghin

 

Scriveva Gaetano Salvemini nel 1909: «in Dalmazia, gli italiani, per quanto più numerosi che non vogliano far credere le statistiche ufficiali falsificate a vantaggio dei croati, sono una infima minoranza, sparpagliata per le città costiere, di fronte alla massa strabocchevole e compatta della popolazione croata. […] Prima o poi essi sono destinati a sparire dalla Dalmazia non solo come elemento direttivo locale, ma fors’anche come elemento etnico. È triste; ma la retorica irredentista nulla può fare contro questa storica fatalità» (Irredentismo, questione balcanica e nazionalismo, «Critica sociale», 1 gennaio 1909). Vengono così posti sul tappeto, in modo forse brusco ma del tutto realistico, gli aspetti salienti della questione dalmata, così come si è andata profilando, nei suoi contenuti etno-culturali, dalla seconda metà dell’Ottocento alla Grande Guerra. Un tema che, senza nulla concedere all’emotività stonata di un irredentismo fuori tempo ma non ancora dismesso, appare storiograficamente stimolante nella misura in cui affronta il caso pressoché unico, entro i confini dell’Impero austriaco, di «una drammatica perdita di influenza politica da parte di una minoranza al potere (italiana) [che] nel corso di circa trent’anni i partiti slavi emarginarono quasi completamente e non solo sul piano politico, ma anche socialmente» (H. Lacmanović-Heydenreuter).

Come fu possibile questo ribaltamento radicale dei rapporti di potere, quali i presupposti politico-ideologici del conflitto etnico e sociale, quali le parole d’ordine che animarono i diversi schieramenti, quanta consapevolezza della trasformazione in atto negli ambienti di cultura della minoranza italiana? La letteratura della Dalmazia è un volume curato da Fulvio Senardi che contribuisce al chiarimento di questi interrogativi. Muovendosi, come il curatore spiega, sulla falsariga delle interpretazioni di L. Monzali e I. Ivetic, i più competenti “dalmatologi” italiani, Senardi presenta al pubblico dei lettori, in una nuova traduzione dal tedesco, i capitoli sulla letteratura italiana e sulla letteratura serbo-croata di Dalmazia (mai apparso questo in italiano, al contrario del precedente, che vide la luce in rivista nel 1892 e nel 1919) che il filologo spalatino Adolfo Mussafia (1835-1905) e lo studioso di letterature slave Marcel Kušar (1858-1940) predisposero per il volume collettaneo Dalmatien, pubblicato in due redazioni, tedesca e ungherese, nel 1892. Precede i testi un’ampia introduzione dello stesso Senardi che contestualizza i saggi di Mussafia e di Kušar sull’orizzonte del conflitto ormai durissimo tra italofoni e italofili di Dalmazia da un lato, e slavi dall’altra, presentando una carrellata di personaggi di quell’epica lotta per l’egemonia socio-culturale (Luigi Lapenna e Antonio Bajamonti), sullo sfondo delle determinanti vicende della politica viennese, che a metà anni Settanta vede la supremazia politica del partito liberale (che simpatizzava con il partito autonomista italiano di Dalmazia) scalzata da un nuovo raggruppamento politico conservatore filo-slavo guidato da Eduard Taaffe. E ciò solo per dire in breve ciò che il curatore del volume articola in modo più ricco e complesso, cedendo spesso la parola alla Neue Freie Presse, il più prestigioso tra i giornali austriaci di orientamento liberale, paladino della causa italiana in Dalmazia in nome di quegli ideali di centralismo politico e di laicità dello stato che il blocco slavo-conservatore metteva in discussione. Chiude il volume un contributo di Alberto Brambilla, che approfondisce la figura e l’impegno filologico di Adolfo Mussafia, italo-dalmata – come volle definirsi – ma pure docente tanto prestigioso di filologia romanza all’Università di Vienna da essere chiamato per meriti culturali a sedere nella Camera Alta, il Senato dell’Impero.

 

Copertina:

 

Adolfo Mussafia e Marcel Kušar

La letteratura della Dalmazia – 1892

Traduzione, introduzione e note

di Fulvio Senardi

con un saggio di Alberto Brambilla

Istituto Giuliano di Storia

Cultura e Documentazione

Trieste, 2017

  1. 130, euro 12