La nuova fruizione dei festival

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A causa della pandemia, “Far East Film Festival” e “ShorTS International Film Festival” hanno pensato di reinventarsi spostandosi online

di Alan Viezzoli

 

Mentre nel Mondo si stava diffondendo il Covid-19 e l’Italia imponeva le prime chiusure, l’ambiente cinefilo europeo era tutto a Berlino ignaro di ciò che stava accadendo nei Paesi limitrofi e incapace di prevedere – come chiunque altro, a dire il vero – quanto sarebbe successo di lì a poco (il primo marzo si è conclusa la 70ª edizione della Berlinale e il 10 marzo l’Italia è entrata in quarantena).

La pandemia ha subito messo in allarme tutti gli organizzatori di festival cinematografici a partire da Cannes, che avrebbe dovuto svolgersi dal 12 al 23 maggio. Dopo alcuni annunci iniziali in cui si assicurava il normale svolgimento del festival in presenza, gli organizzatori hanno dovuto prendere la decisione di annullare l’intera manifestazione. Il delegato generale Thierry Fremaux ha da subito escluso la possibilità di organizzare un festival virtuale: «Qual è il pubblico? […] I registi e i produttori dei film sarebbero d’accordo? Come si potrebbe fermare la pirateria? Chi sarebbero i privilegiati a vederlo?». Analoga decisione, presa addirittura in modo più tempestivo rispetto ai cugini francesi, è stata adottata anche dal festival di Locarno (5-15 agosto).

Se Cannes, per la sua natura di festival che presenta quasi esclusivamente prime mondiali, ha deciso per la sospensione, molti altri festival hanno pensato di reinventarsi spostandosi online. È il caso del “Far East Film Festival”, il festival udinese dedicato al cinema dell’Oriente, e di “ShorTS International Film Festival”, il festival triestino dedicato principalmente ai cortometraggi. Entrambe queste realtà hanno tentato la via del dialogo con produttori e distributori che hanno concesso loro la possibilità di proiettare virtualmente i film e, con il supporto di una piattaforma di streaming come MyMovies, hanno potuto offrire al loro pubblico una selezione di film e cortometraggi praticamente identica a quella che avrebbero proposto se il festival si fosse svolto in presenza. Accanto alle singole proiezioni, per ampliare l’offerta e cercare di incuriosire lo spettatore e attirarlo alla visione, sono stati realizzati e proposti numerosi contenuti extra, sparsi tra il sito Internet, la pagina Facebook e, nel caso di ShorTS, anche sul profilo Instagram, così da acchiappare i più giovani.

In entrambi i casi l’iniziativa è piaciuta molto, tanto che i numeri degli utenti che hanno guardato e votato film e cortometraggi sono stati decisamente alti e, sia per il Far East che per ShorTS, più di qualche spettatore ha chiesto che nei prossimi anni una parte del festival resti online così da poter essere fruito anche da chi abita fuori regione e non può permettersi di prendersi una settimana di ferie per seguire le proiezioni in presenza. L’idea è talmente piaciuta anche agli organizzatori tanto che Chiara Omero, co-direttrice di ShorTS, ha dichiarato in conferenza stampa che farà il possibile affinché le prossime edizioni del festival siano fruibili anche via web.

Questo cambierà la fruizione dei festival in futuro? È difficile prevederlo ma la risposta probabilmente è positiva. Certo, il lavoro da fare sarà molto: per convincere produttori e distributori a concedere i diritti per la diffusione online; per rendere i film impossibili da copiare; per predisporre spazi che possano gestire lo streaming di un film in contemporanea a centinaia di utenti senza che l’esperienza diventi una frustrazione per lo spettatore costretto a combattere con lag e rallentamenti vari. Contemporaneamente bisognerà trovare il modo di rendere unici gli incontri con attori e registi poiché tutto quello che i festival produrranno come contenuto originale – ogni masterclass, ogni presentazione di film, ogni intervista – da quel momento in poi sarà sempre disponibile sul web alla visione di chiunque. Una sfida non da poco che, se sottovalutata, rischia di creare una serie di contenuti-doppione dallo scarso interesse per lo spettatore.

Il futuro dei festival nell’immediato è del tutto non prevedibile. Al 20 di luglio, mentre questo articolo viene scritto, è confermata la Mostra cinematografica di Venezia in presenza, anche se probabilmente con meno titoli nella selezione principale e con alcune delle sezioni collaterali in modalità virtuale, con i link ai film che verranno comunicati agli accreditati. Ciò non toglie che, se tutto resta confermato, la Mostra del cinema di Venezia sarà senza dubbio il primo grosso evento – dal punto di vista mediatico ma soprattutto per la quantità di gente coinvolta – in presenza svoltosi dalla fine della quarantena.

Il festival di Torino (20-28 novembre) ha già annunciato per quest’anno una edizione virtuale, così come anche le Giornate del Cinema Muto di Pordenone (3-10 ottobre) – e in questo secondo caso, per la natura peculiare del festival che da sempre associa proiezioni in pellicola ad accompagnamenti eseguiti dal vivo, sarà molto interessante vedere come una manifestazione del genere potrà essere trasferita in modo efficace sul web. Infine le indiscrezioni provenienti dal “Trieste Science Plus Fiction” (29 ottobre – 3 novembre) fanno pensare che lo staff stia ancora aspettando quanto più possibile per capire se sarà possibile realizzare il festival, o almeno una parte di esso, in presenza oppure no.