La rivoluzione del coniglio

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Intervista ad Antonello Dose

di Cristina Bonadei

 

C’è una preghiera forte e potente dietro il ruggito di uno dei due conigli radiofonici più famosi d’ Italia. Antonello Dose, nello storico binomio con Marco Presta, da 22 anni viaggia nell’etere con una trasmissione, Il ruggito del coniglio, appuntamento quotidiano intelligente ed ironico seguito da una foltissima e variegata corte di cultori. In questo libro, che ho avuto il piacere di presentare a Trieste lo scorso 4 giugno, Dose racconta come – anche se il suo karma prova a svegliarsi prima di lui – se hai un’ arma che ti permette di trasformare la vita, di dare valore alle situazioni apparentemente inamovibili, usandole per accelerare consapevolezza e determinazione, tutto può accadere. Anzi, accade: si chiama buddismo.

In che modo la pratica buddista (scuola Soka Gakkai) ti ha cambiato la vita?

Beh, in questi anni ho davvero rivoluzionato ogni aspetto della mia vita. La mia omosessualità: mi ci son voluti 10 anni per capirla, 10 per accettarla e 10 per dirla. Ero un gay timido, povero, solitario, con grossi problemi di autostima, tendenze depressive e una gran paura della morte. Ora mi pagano bene per fare un lavoro divertente, senza tessere di partito continuo a lavorare in rai da 22 anni, mentre prima mi arrabattavo a fare tutti i lavori per sbarcare il lunario, mi sento più sano di prima e sto per unirmi civilmente con Fabrizio che è una persona di grande valore. Quando ho cominciato a praticare per la malattia di Piero, il mio primo amore, mi hanno detto che con questa pratica potevo diventare felice. Allora ho deciso che sarei diventato un gay felice e realizzato. Ho scoperto che quello che affermava Nichiren Daishonin nel XVIII secolo è vero: tutti noi, anche se siamo comuni mortali, siamo tutti dei Budda, con potenzialità incommensurabili.

Parlare di una pratica religiosa per essere felici sembra non solo riduttivo e semplicistico, ma anche banale. Eppure tutto il tuo libro racconta quanto efficace sia, questa scelta. Nonostante l’ Hiv

Nel libro parlo di tante cose, di come trovo ogni giorno la gioia di vivere, parlo di creazione di valore, di spiritualità della vita, di buona fortuna, parlo di sentimenti, parlo di diritti umani e umanesimo buddista, ma a quanto pare quello che ancora colpisce che abbia contratto l’Hiv. La notizia è che si può essere felici anche con l’ Hiv. Non ci sono esistenze senza problemi, è una dimensione umana. Che si fa quando ci troviamo di fronte ad un problema che ci fa soffrire? Ci facciamo travolgere oppure decidiamo di affrontarlo, anche senza avere una soluzione. Il problema è assumersene fino in fondo la responsabilità per diventare persone più forti. Dopo tanti anni che io adottato questa tecnica, ed oramai mi sono rassegnato, è una religione che funziona, ho scoperto che gli applicativi sono infiniti. Oltre al fatto che sono vivo, che sto per sposarmi, la cosa che mi sta dando più gioia è che quello che ha compreso è che il nostro potenziale di buddità esiste ed è sciocco non utilizzarlo.

I valori delle tue analisi, il racconto della sieropositività a chi ti sta intorno. Era davvero necessario entrare nel dettaglio fino ai minimi particolari, della tua vita?

Ho scoperto di essere sieropositivo una mattina di aprile del 1994. Tanta paura sconfitta con ore ed ore di preghiere davanti al Gohonzon (l’oggetto di culto) recitando nam-myo-ho-renge-kyo. A quel tempo era una condanna a morte, era il periodo di “Se lo conosci, lo eviti”. Eri un appestato. Sono passati tanti anni, ora vedo che diversi amici cominciano soffrire per gli effetti collaterali dei farmaci e sono ripresi, specie tra i giovanissimi, i contagi di malattie sessualmente trasmissibili. Nella quasi totale assenza delle autorità sanitarie nazionali ho usato la mia piccola popolarità per invitare di nuovo tutti a fare prevenzione. Solo raccontando la verità si può sperare di raggiungere il cuore delle persone. Sai, con l’arrivo della PrEP, la terapia antiretrovirale preventiva, se tutti si facessero le analisi e tutti i sieropositivi accertati prendessero la terapia, nel giro di qualche mese si potrebbe debellare l’epidemia, almeno nei Paesi Occidentali. Spero che questo libro possa aiutare la diffusione di queste notizie sui media nazionali. Il nascondersi non porta niente di utile, a nessuno.

 

 

 

 

Copertina:

 

Antonello Dose

La rivoluzione del coniglio

Mondadori, Milano 2017

pp 234, 17 euro