Le adorate gialle e non solo

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In accordo con il colore solare che Pordenonelegge si è dato, la “Lieto colle” pubblica due collane i poesia, la “Gialla” e la “Gialla Oro”

di Laura Ricci

 

Mi sgomentano un poco i festival letterari – o comunque i cosiddetti «grandi eventi» – quando, più o meno a ridosso, comincio a consultarne i programmi. Ma poi, dopo qualche attimo di stordimento, tra tanti appuntamenti anche coincidenti comincio a scegliere e, componendo un sobrio calendario dell’imprescindibile, difficilmente devo rinunciare a qualcosa perché in contemporanea: finisco per comporre un programma a mia misura e per vivere in modo pacato e senza eccessi queste pantagrueliche occasioni culturali.

Quest’anno, nel ricco programma di Pordenonelegge (18-22 settembre 2019) che celebrava con giusto orgoglio la sua ventesima edizione, ho puntato decisamente sulla poesia. Da sempre genere di nicchia, ma che può contare su un nutrito e costante numero di fedeli, a Pordenonelegge ha trovato il suo alveo deputato nella Libreria della Poesia di Palazzo Gregoris e, per quanto riguarda le letture in versi degli autori, sotto gli archi dell’elegante Loggia municipale. È qui che si è svolta, tra le diverse serate di lettura che hanno visto la partecipazione di poeti più o meno affermati, quella clou dedicata all’importante lavoro editoriale che da qualche anno viene svolto in collaborazione tra Pordenonelegge e la LietoColle, la nota casa editrice di poesia diretta da Michelangelo Camelliti. Con questa scelta editoriale decisa qualche anno fa il festival ha voluto non solo offrire uno spazio privilegiato alla poesia, ma incoraggiare da un lato la scoperta di nuove voci poetiche e canonizzare, dall’altro, voci note e riconosciute.             Ne sono nate, in accordo con il colore solare che Pordenonelegge si è dato, le due collane “Gialla” e “Gialla Oro”: la prima, arrivata al sesto anno, è dedicata alle nuove proposte; la seconda, giunta al quarto, ad autori e autrici che hanno già un percorso poetico consolidato. Oltre che dell’esperienza dell’editore Camelliti e di Gian Mario Villalta, poeta e direttore artistico di Pordenonelegge, le due Gialle si avvalgono della preziosa competenza editoriale di Augusto Pivanti, braccio destro di Camelliti in quest’impresa, e del valido contributo di Roberto Cescon, poeta a sua volta e animatore del festival pordenonese.

Per la “Gialla”, come nuove proposte del 2019 sono stati presentati quest’anno Francesca Ippoliti, Fabio Prestifilippo, Francesca Santucci, Francesco Maria Tipaldi e Francesco Tripaldi, voci poetiche giovani e modulate su accenti diversi, ma tutte unite dalla comune intenzione di una ricerca originale e sincera, in virtù della quale sono stati inseriti nell’autorevole collana per quello che intende esserne lo scopo principale: “dare credito alla poesia”.

Stesso fine virtuoso e onesto per l’ancora più ambita “Gialla Oro”, che intende coronare carriere già apprezzate e autorevoli: “la dorata, adorata Gialla” la chiama Pivanti, scherzando a ragione sulla felice omofonia della connotazione. Quest’anno, nella serata dedicata alle voci pubblicate nella collana durante il 2019, si sono potuti ascoltare autori e autrici di rilievo leggere estratti di questo dorato nettare, che se ha sì il colore dell’oro richiama, anche, la non meno antica associazione della purezza del miele al canto poetico: Tiziana Cera Rosco con Corpo finale, Ivan Cirico e il suo dialetto bisiàc in L’antro siel del mondo (L’altro cielo del mondo), il francese Maël Guesdon con Voire (Ovvero), Paolo Maccari con I ferri corti e Giovanna Rosadini con Frammenti di felicità terrena. Raccolte di grande spessore, effettivamente, che come Camelliti afferma muovono dall’intento di offrire la possibilità di pubblicare lavori che riassumono, nell’ormai piena maturità poetica, una ricerca, un percorso, una carriera. Pur se diverso è il caso del giovane Maël Guesdon, ricercatore di estetica e filosofia dell’arte all’École supérieure des Beaux-Arts di Bordeaux, che nel rifiuto della stabilità del linguaggio e nel tentativo di reinventarlo esordisce in poesia in modo originale e coraggioso con un’opera destrutturante e infrattiva. Il libro, tradotto da Fabiana Bartuccelli, pur se opera prima, è stato scelto e inserito nella rosa della “Gialla Oro” anche per sottolineare la grande attenzione che la LietoColle ha sempre riservato, e da qualche anno riserva ancora di più, alla traduzione.

Confesso che il mio interesse per le Gialle non è stato scevro da quello per l’editore che, nel corso degli anni, ha pubblicato anche alcune mie opere. Nella dinamica sempre intrigante del tempo perduto e ritrovato, è stato un vero piacere incontrarlo di nuovo e fare una lunga chiacchierata con lui: per confermare, più che scoprire, le percezioni che questo coraggioso e caparbio editore dai modi gentili mi ha sempre comunicato. Perché se la collaborazione con Pordenonelegge, ad oggi il più importante spazio di poesia in Italia, sembra coronare in modo rimarchevole una carriera, sono la fedeltà alla libertà e alla profondità della poesia e il perseguimento di un sereno rigore che hanno portato Michelangelo Camelliti a questo e ad altri gratificanti risultati.             Nato in Calabria e trasferitosi giovanissimo con la famiglia a Faloppio, nel Comasco, nel panorama poetico da quasi trentacinque anni per aver fondato nel 1985 la LietoColle, Camelliti ha dato sempre spazio a voci poetiche nuove a partire dalla qualità, affiancando ad esse personalità poetiche affermate: tra le prime pubblicate basti citare Spaziani, Merini, Oldani, Buffoni, Cucchi, Neri, Farabbi, tra le più recenti Anedda, Canfield, Calandrone, Villalta, e due icone mondiali come Alejandra Pizarnik e Iosif Brodskij. Si è tuttavia affrancato presto, come senza remore ama dichiarare, da quelle consorterie di critici e letterati che inevitabilmente avrebbero limitato l’azione della casa editrice e ha saputo guadagnarsi, grazie al garbato parlar chiaro e alla trasparenza, grande libertà e credibilità sia nelle scelte editoriali, sia nell’impostazione creativa delle pubblicazioni. Animato da un ostinato amore per la poesia e da una competente capacità di giudizio è, in ogni caso, tutt’altro che un uomo solo al comando e può avvalersi della consulenza di alcune personalità di grande prestigio che operano nella letteratura e nella traduzione, con cui ama discutere amichevolmente, un paio di volte l’anno, le scelte editoriali; inoltre, accanto ad Augusto Pivanti e a Fabio Prestifilippo, che si occupa soprattutto del sito internet, una sua preziosa collaboratrice è, da qualche anno, la figlia Giulia.

Può contare anche su un nutrito gruppo di traduttrici e traduttori – mi racconta – che non solo svolgono da varie lingue il loro lavoro, ma lo supportano nel trovare opportunità e contributi per questa diffusione di voci poetiche internazionali che è sempre stata un’azione centrale della casa editrice. Dopo aver tradotto e promosso molti poeti sudamericani, tra cui gli argentini Jorge Boccanera, Hugo Mujica e Alejandra Pizarnik, di cui presto saranno pubblicati anche i diari, ora l’interesse della LietoColle è rivolto soprattutto verso i Paesi dell’Est, “là dove si insidia e offusca la libertà – afferma Camelliti – e i giovani poeti esprimono il meglio del pensiero divergente e della ribellione. E cita, come fiore all’occhiello, il poeta soldato bosniaco Faruk Šehić, vincitore del Premio Internazionale Camaiore 2019, di cui ha pubblicato, tradotta da Ginevra Pugliese, la silloge Ritorno alla natura, tratta da diverse raccolte in cui il poeta ha inteso erigere con i suoi versi piccoli monumenti funebri in ricordo dei suoi compagni morti nella guerra dell’ex Jugoslavia in cui anche lui ha all’epoca combattuto, e che stabilisce un paragone dialettico tra l’immortalità della natura e la mortalità umana, che proprio nel ritorno alla natura trova dopo la morte la sua dimensione di resurrezione terrena.

Ma naturalmente, se l’opera è interessante, non si trascurano altri nomi, a qualunque età e nazionalità appartengano: perché, Camelliti lo ripete da sempre, è l’opera che è al centro per la LietoColle, fosse pure di sconosciuti. Per questo, con una precisa scelta di campo, la casa editrice si tiene lontana dai luoghi dove conta più l’apparire che l’essere e, più che puntare sui soliti noti, privilegia le scritture emergenti; per questo, nonostante le moltissime proposte, intensificando rigore e passione ha ridotto il numero delle pubblicazioni, curandone tuttavia al meglio la qualità e la diffusione. È all’interno di queste linee editoriali che sono stati pubblicati, sempre in questo 2019, il venerando poeta estone Ain Kaleep (nato nel 1926), con alcune poesie selezionate nella silloge …in un soffio tra gli aceri… tradotta da Mailis Põld; e la prestigiosa scozzese Kate Clanchy, con una scelta di prose e poesie raccolte nella “Gialla Oro” con il titolo La testa di Shakila (traduzione Giorgia Sensi). E se tanto per avere un’idea volessimo estrarre altri nomi dal nutrito catalogo di poesia straniera della Lietocolle, troveremmo ancora il noto poeta turco Metin Cengiz che, pubblicato nel 2017 con Il colore dell’oscurità (traduzione Laura Garavaglia), è stato come Clanchy ospite del recente Pordenonelegge, la statunitense Martha Serpas, il portoghese Luis Quintais nella “Gialla Oro” 2018, il polacco Jarosław Mikołajewski nella “Gialla Oro” 2017, e nella collana “Altre terre” la spagnola Marga Clark e il russo Igor’ Bobyrev.

Un florilegio di ampie e varie appartenenze, che dimostra come anche da un piccolo luogo come Faloppio – che tuttavia è luogo di confine verso la molto prossima Lugano, e dunque non è forse solo un caso il fiorire di tanta multiculturalità – si possa dialogare con il resto del mondo e promuoverne il patrimonio culturale poetico.

Il lavoro è di certo molto, a impegnare moltissimo è anche la selezione – oltre mille proposte l’anno per una scelta che si attesta sulle trentacinque pubblicazioni – ma con passione, rigore, qualche sana ambizione e con passo ragionato la LietoColle continua egregiamente il suo cammino. “La cosa più importante – conclude Camelliti – è che da tutto questo lavoro di scelte ragionate emergano percorsi credibili di qualità, che rappresentino un punto di riferimento e un valore per chi ama leggere poesia”.