Le rose di Slataper per l’infanzia

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di Anna Calonico

 

 

Scipio Slataper, figura di primo piano nell’ambito della letteratura nazionale e, soprattutto, triestina, elemento di spicco quando si parla di Grande Guerra, non è soltanto l’autore de Il mio Carso. Anche se meno conosciuta, c’è una parte della sua produzione dedicata all’infanzia, e la collana diretta da Livio Sossi I leoni d’oro del Gruppo Lisciani ha pubblicato quest’anno un paio di suoi testi in un volumetto in brossura impreziosito dalle illustrazioni di Alessandro Coppola, disegnatore palermitano convinto che un libro illustrato sia per un bambino la prima galleria d’arte.

Il petalo di rosa fa parte di una piccola collana di gioielli per ragazzi che comprende autori quali Lev Tolstoj, Lewis Carrol, Edgar Allan Poe, Johann Wolfgang Goethe. Oltre a splendide immagini a colori, ogni volume è arricchito da alcune pagine di esercitazioni chiamate Prima assaggi…poi leggi! che invogliano la lettura e la comprensione del testo stuzzicando la curiosità e lo spirito critico.

Comprende due favole, Il petalo di rosa, che Slataper pubblicò nel Giornalino della Domenica di Vamba nel 1909, e La rosa e l’usignolo, pubblicato in Primavera. Pubblicazione mensile per fanciulli alla fine del 1912.

Il primo è una fiaba che tratta il classico dualismo tra bene e male: i protagonisti sono elementi della natura, il vento, il gufo, il fico, la magnolia, la farfalla… tutti umanizzati. Parla di un viaggio iniziatico, narra di un petalo di rosa che, strappato dal vento, si allontana dal suo roseto, dalla sua mamma, e inizia l’avventura della vita che lo porterà in un lungo pellegrinaggio a conoscere personaggi buoni e cattivi. Il piccolo petalo dovrà vedersela con l’egoismo, la vanità, l’indifferenza, l’arroganza. Tutto questo, e altro ancora, prima di arrivare a conoscere la benevolenza e l’altruismo.

Una particolarità del Petalo di rosa è la differenza di stile che Slataper decide di utilizzare: una prosa semplice ma precisa (ogni pianta è chiamata con il suo nome, non si tratta mai di vegetazione indistinta) quando racconta la storia del petalo di rosa canina (non una rosa qualsiasi, quindi), versi con rima baciata o alternata quando fa dialogare i personaggi parla. È così che, tra poesie e disegni, si arriva al gran finale, alla nascita dell’aurora.

Usa soltanto la prosa, invece, in La rosa e l’usignolo, altra fiaba con personaggi della natura umanizzati, che parla ancora del rapporto bene/male, ma soprattutto di amore. Ancora una volta troviamo una rosa, simbolo di bellezza, una bellezza irraggiungibile che fa innamorare l’usignolo. Curioso l’inizio del racconto: Slataper immagina di aver trovato un librino vecchio e rovinato proveniente da un paese molto, molto lontano che raccontava una certa storia…

Che scopo ha pubblicare questi racconti oltre cent’anni dopo la loro prima comparsa?

Il fatto è che la loro recente pubblicazione dimostra che Slataper, dopo così tanto tempo, ha ancora qualcosa da dire. E poi i bambini hanno sempre bisogno di favole e di buoni sentimenti: anche in questo nuovo millennio supertecnologico, è bello che un bambino senta la storia di qualcuno di piccolo e indifeso che alla fine vince, senza usare la violenza ma solo facendosi aiutare da qualcuno di buono. Anche fra altri cent’anni i bambini avranno bisogno di favole come questa.

Per non parlare degli adulti.

 

 

Copertina:

Scipio Slataper

Il petalo di rosa

Gruppo Lisciani, Teramo 2018

pp.101, euro 9,90)