Liberi di sognare

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La stagione 2016-2017 del Rossetti

di Adriana Medeot

Liberi di sognare. Uno slogan suggestivo per un cartellone interessante ed eclettico, seppur animato da un filo conduttore coerente, è la proposta del Teatro Stabile Rossetti per la stagione di prosa 2016-2017, presentata il 6 settembre dal direttore artistico Franco Però, dopo il saluto del neoeletto presidente Sergio Pacor. Articolata in Prosa, Musical & Eventi, Altri Percorsi e Danza, offre inoltre La Stagione Junior in collaborazione con il CTA di Gorizia e gli Eventi Speciali, fuori abbonamento.

Al suo secondo anno di direzione, Franco Però, forte di un 2015-2016 dagli ottimi risultati, calca la mano e azzarda ancora un poco in direzione di quel dialogo tra classico e contemporaneo che ha sancito il successo della passata stagione. Di certo le proposte sono ben lontane – e meno male – da quell’idea di teatro mortale (il cui primo effetto è la noia) che Peter Brook paventava: qui, a Trieste, – sembra – si stia facendo davvero cultura. L’attenzione al territorio e alle esigenze che ne emergono, la collaborazione con le altre realtà teatrali regionali, come lo Sloveno; il CTA di Gorizia, il Bonawentura, con i musei cittadini, nonché un corretto equilibrio tra la prosa – che torna a far giustamente da padrona – la danza e gli eventi di più facile richiamo (quali il musical) disegnano i contorni di una gestione artistica intelligente, innovativa e aperta.

Il filo conduttore è, compatibilmente con gli acrobatici equilibri necessari alla sopravvivenza nel gestire la cosa pubblica, la volontà di proporre temi cogenti che riguardano la società e l’individuo, temi che non possono lasciare indifferenti. Argomenti forti, trattati “con lieve o feroce ironia, sfrontati” sostiene il direttore artistico, che vanno dai difficili equilibri nei rapporti familiari (Tropicana, Amore, Semiankyki-The family) a quelli sociali (L’ora di ricevimento, regia di Michele Placido, con Fabrizio Bentivoglio), per addentrarsi nelle problematiche generazionali femminili (Due partite, di Cristina Comencini).

Le produzioni dello Stabile quest’anno sono nove: s’inizia con Play Strindberg di F. Dürrenmatt, per la regia dello stesso Però, che inaugura la stagione alla Sala Assicurazioni Generali il 25 ottobre. Riscrivendo Danza Macabra del celebre drammaturgo svedese, Dürrenmatt indaga, con il sarcasmo asciutto che costituisce la sua cifra, sulla violenza psicologica della vita familiare, attraverso la metafora di un incontro di boxe. Alla sala Bartoli invece debutta il 1° novembre Das Kaffeehaus, testo di Fassbinder (1969) da Carlo Goldoni, per la regia di Veronica Cruciani. Anche in questo caso, la rivisitazione di un classico, attualizzato dallo sguardo tagliente e cinico di Fassbinder. A seguire: Souper di F. Molnar, Come Cavalli che dormono in piedi, di e con Paolo Rumiz; Caracreatura, di Pino Roveredo; Paurosa bellezza di Marko Sosič, in collaborazione con lo Stabile Sloveno; Orlando Furioso in Jazz, con Bonawentura e Compagnia teatrale Mamarogi, La domanda della regina, di Manfridi e Chiarotti; il Sogno di Alice, con gli allievi dell’Associazione culturale StarTS.

Nella sezione Prosa da segnalare inoltre dal 9 al 13 novembre Qualcuno volò sul nido del cuculo dal romanzo di Ken Kesey, immortalato sullo schermo dall’interpretazione Jack Nicholson per la regia di Miloš Forman. Dal tema della psichiatria – particolarmente legato alle vicende basagliane di Trieste – a quello dell’omosessualità con lo spettacolo The Pride di cui Luca Zingaretti è interprete e regista (14-18 dicembre). Una riflessione sull’ormai infranto sogno americano – ma ci sono altri sogni ugualmente perniciosi ed estremamente attuali – è d’obbligo con Morte di un commesso viaggiatore, dal 15 al 19 febbraio. Elio De Capitani, per il Teatro dell’Elfo, ne è protagonista e regista. Un altro testo di Arthur Miller viene proposto dalla Compagnia di Umberto Orsini: Il prezzo, la regia è di Massimo Populizio Con Luca Barbareschi si respira invece un’aria più leggera: L’anatra all’arancia è uno spettacolo cult della commedia brillante.

Per Musical & Eventi sei proposte. Da vedere The Richard 0’ Briens Rocky Horror Show, con il cast dell’edizione inglese, in esclusiva nazionale: trasgressivo, irriverente, epocale. Cuisine et Confessions, produzione canadese, e Leo di Tobias Wegner incuriosiscono, mentre Cabaret, Evita e Sister Act non hanno bisogno di presentazioni.

Altri percorsi rappresenta l’anima più intima della stagione, quella non urlata, quella forse più amata. Gli spettacoli non sono di rappresentanza, non di cassetta, ma scorrendo i nomi degli interpreti e dei registi compaiono: al Miela, Pietra degli Esposti in Wikipiera dal 9 all’11 marzo e Ottavia Piccolo in Donna non rieducabile, dall’11 al 13 aprile. Serena Sinigaglia, regista sensibile e di grande talento, firma Utoya, dal 31 gennaio al 5 febbraio in Sala Bartoli. E ancora: Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè, Le olimpiadi del 1936 di e con Federico Buffa.

Danza propone, dal 29 al 31 dicembre, Roberto Bolle che ritorna al Rossetti dopo i clamorosi successi del 2006 e 2007, del 2013 e del 2014, ma anche la mitica Carolyn Carlson, in unica serata il 25 marzo, inoltre Aterballetto, Romeo e Giulietta e altri eventi di ottima levatura.

Una bella stagione di teatro, tutto da vedere. Forse qualcosa si muove…