L’ODORE DEL PANE

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Nuovo libro di Elena Blancato

di Silva Bon

 

Elena Blancato continua a stupire per una produttività editoriale davvero encomiabile: il suo ultimo racconto, appunto L’odore del pane, uscito a novembre 2015 per i tipi della Talos Edizioni di Cosenza, è il sesto lavoro licenziato, curato e prodotto nello stesso anno dalla scrittrice triestina.

Elena Blancato trova una originale collocazione personale nell’agenda culturale giuliana, per la sua attenzione alla storia e alle tradizioni popolari delle nostre terre: numerose le sue opere che si ispirano alle antiche leggende slovene, radicate nel Carso, ma anche molti i testi che ripercorrono in forma drammatica e narrativa i traumi e le convulsioni tragiche del Novecento al confine d’Italia.

A cominciare da Il Rotolo di Ravensbrück, storia dell’incontro tra due ex deportate, per passare all’ampio racconto Ruah – Il Soffio dello Spirito sul martirio di padre Placido Cortese nel bunker di Piazza Oberdan a Trieste, fino al racconto breve Il lato materno della storia, dedicato alla figura della cardiologa e resistente slovena Majda Mazovec, l’ispirazione che anima Elena Blancato è di grande umanità nella condivisione della sofferenza esperita, rivissuta con accenti di forte e accesa sensibilità: lei registra soffi di umanità, di poesia, di bontà, anche in mezzo all’orrore delle guerre, per produrre invocazioni alla pace e alla fratellanza.

Così anche per il mondo sloveno, che lei riporta all’attualità con rivisitazioni poetiche e sognanti di figure mitiche, di personaggi entrati nella leggenda popolare, e anche di uomini e donne semplici, dediti a lavori che ormai fanno parte della memoria storica e culturale di tutti i triestini: Martin lo Škrat, raccolta di novelle del novembre 2012, dà l’avvio a una rivisitazione dolcissima di luoghi, di situazioni, di figure, che partono però sempre dalla documentazione storica di saperi sedimentati, tramandati da generazione in generazione, raccolti da studiosi delle tradizioni popolari, come don Dušan Jakomin, il parroco di Servola, recentemente scomparso, cui appunto è dedicata anche l’ultima fatica di Elena Blancato che lo ricorda con affetto e nostalgia ne L’odore del pane.

Qui sono le donne che facevano il pane a Servola le protagoniste di un racconto breve, amorevole, tenue e delicato, ma corredato da note storiche, bibliografiche, documenti fotografici, belle copertine di Walter Rupini, che irrobustiscono la struttura dell’agile libretto, quasi una cinquantina di pagine, curato in tutte le sue parti, fin dall’impaginazione e dalla scelta della carta e dei caratteri di stampa.

Elena Blancato ha ricevuto numerosi riconoscimenti pubblici, premi, citazioni, vincendo in numerose selezioni letterarie: in questo modo lei dimostra forza d’animo e coraggio, che non si sottrae al confronto per evidenziare il proprio valore e le proprie capacità. A questo proposito penso che il coraggio che spinge uno scrittore a partecipare a concorsi letterari e a sottoporsi al giudizio di giurie severe e selettive, sia in realtà la determinazione a vincere una sfida con se stessi, per aumentare e consolidare la propria autostima, per ricevere gratificazioni, per riuscire vincenti e riconosciuti.

Qualche anno fa Elena Blancato è stata premiata dall’Associazione Giuliani nel mondo, ultimamente nel Concorso internazionale dedicato a Elca Ruzzier, patrocinato dalla Casa Internazionale delle Donne di Trieste: il lungo, difficile cammino della produzione letteraria di questa giovane donna è costellato anche da felicità: sono quelle delle scoperte di mondi e vite passate che si ripropongono oggi come emblemi di cui riappropriarsi.

Così Elena Blancato fa parlare la krušar’ca ne L’odore del pane:

Per Roža la vita non era assurda: era bellissima e piena di speranza. Roža desiderava che nel futuro ogni rancore sparisse dagli animi umani, che il suo pane spandesse ancora l’odore dappertutto, e che solamente la pace restasse a battere il ritmo delle giornate.