Mezzo secolo d’incontri

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I cinquant’anni dell’ICM

 

Nei mesi scorsi ha soffiato sulle cinquanta candeline della sua torta di compleanno l’Istituto per gli Incontri Mitteleuropei di Gorizia, istituzione ormai gloriosa che, nata in un periodo storico che difficilmente poteva presagire il nostro presente, è riuscita a edificare solidi ponti e intrecci culturali tra regioni contigue, ma divise da rigidi acuminati confini, da sistemi sociali e politici antitetici tra loro, in un contesto internazionale completamente diverso da quello che, se pure assai problematicamente, stiamo vivendo oggi.

Nata appunto nel 1966 per iniziativa di un gruppo di personalità del mondo culturale e politico cattolico orientato all’apertura nei confronti della sinistra, quasi come filiazione della rivista Iniziativa isontina, diretta da Pasquale De Simone (politico democristiano di lungo corso, che sarà sindaco di Gorizia dal 1972 al 1980), mentre il comitato di redazione era formato da Bruno Gregorig, Renato Tubaro, Guido Scarel (all’epoca rettore del Convitto “Dante Alighieri”) e Fulvio Monai. A fianco della rivista, anche il Centro Studi “Sen. A. Rizzatti” e il Centro Stella Mattutina.

Per venire alle persone fisiche, fondatori dell’Istituto sono stati, oltre a De Simone, Sergio Katunarich, gesuita fiumano, animatore del Centro Stella Mattutina e del Cineforum, Renato Tubaro, ancora attualmente presidente onorario dell’ICM, Michele Martina (anch’egli sindaco, dal 1965 al 1972, oltre che parlamentare) e Rocco Rocco, primario radiologo di origini venete, che fu a lungo segretario generale dell’Istituto.

Gorizia ha inteso celebrare il traguardo del mezzo secolo di vita dell’Istituto per mezzo di una mostra documentaria che si è tenuta a Palazzo Attems Petzsestein dal 13 maggio al 12 giugno, con l’eloquente titolo di “Fratelli”, tra l’altro titolo di una poesia scritta da queste parti da Ungaretti il 13 luglio 1916, titolo declinato anche in sloveno, friulano, tedesco e inglese, a testimonianza della vocazione internazionale dell’iniziativa. Sono state così ripercorse le tappe che hanno visto srotolarsi negli anni gli eventi patrocinati e organizzati dall’ICM, significativamente sorto proprio a Gorizia, città che più di altre aveva subito i danni delle due guerre mondiali, accingendosi a vivere dal secondo dopoguerra una condizione di marginalità cui era sottoposta dalla cortina di ferro che attraversava il corpo vivo del suo tessuto urbano, ma che seppe trovare in sé le energie culturali per trasformare quella posizione geografica da liminale a centrale, ove si spostasse attenzione dalla carta politica a quella fisica della Mitteleuropa.

La mostra celebrativa del cinquantenario, attuata grazie al sostegno e al patrocinio della Regione, della Provincia, del Comune, della Camera di Commercio e della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, ripercorre tutte le più significative tappe della storia dell’ICM, esibendo documenti, manifesti e fotografie che, associati ai pannelli esplicativi, consentono al visitatore di farsi un’idea precisa di quanto gli Incontri goriziani siano stati in condizione di far emergere e quindi di condividere in ambito artistico e culturale tra i Paesi dell’area geografica che attorniano il capoluogo isontino. Inoltre, l’esposizione è stata corredata di un catalogo illustrato che ne illustra i contenuti dalle origini a oggi (quando è presidente dell’ICM lo storico Fulvio Salimbeni, che – sia detto con un po’ di legittimo orgoglio – è anche un apprezzato collaboratore del Ponte rosso), mentre una ristampa anastatica dei due numeri di Iniziativa isontina che hanno accompagnato nel ’66 la prima edizione degli Incontri, completa la documentazione del cinquantenario.

 

 

 

Riquadro:

 

Fratelli

 

Di che reggimento siete

fratelli?

 

Parola tremante

nella notte

 

Foglia appena nata

 

Nell’aria spasimante

involontaria rivolta

dell’uomo presente alla sa

fragilità

 

Fratelli

 

 

(Mariano, 13 luglio 1916)