Mitteleuropa a rischio

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Così simile, così vicina

di Roberto Curci

 

Da Nord a Sud: Volinia, Galizia, Rutenia, Bucovina. Da Nord a Sud: Leopoli (o L’vov, L’viv, Lwow, Lemberg), Brody un po’ più a Est, Drohobicz un po’ più a Ovest. E poi Ivano-Frankivsk (già Stanislaw) e Cernivci (o Cernovcy, Czerniowce, Cernauti, Czernowitz).

Un mondo complesso, frastagliato, conteso e strattonato, dopo la rassicurante cappa dell’Impero asburgico, da Russia, Polonia, Romania, Ucraina. Da cui le diverse grafie delle città di questa ampia fascia di territorio, che oggi rientra completamente nella Repubblica dell’Ucraina, e dunque se ne sta col fiato sospeso, convivendo con gli allarmi antiaerei e con qualche mirato bombardamento forse preliminare a ben di peggio.

Fa davvero male al cuore pensare che siano a rischio, oltre ovviamente alle popolazioni residenti, i tessuti urbanistici e architettonici di città e cittadine che recano intatto l’inconfondibile imprinting della Mitteleuropa targata K.u.K. Città e cittadine impregnate di cultura, non solo artistica, ma anche e soprattutto letteraria. A Czernovitz, definita “la piccola Vienna” per il suo aspetto, nascono Paul Celan (1920) e Gregor von Rezzori (1914), e nella vicina Zadova Aharon Appelfeld (1932). Ivano-Frankivsk prende addirittura il nome dal poeta Ivan Franko (1856). Da Leopoli escono Leopold von Sacher-Masoch (1836) e un padre della fantascienza quale Stanislaw Lem (1921). Di Brody è Joseph Roth (1894), di Drohobicz Bruno Schulz (1892).

A Leopoli nel 1918 nasce pure Livio Lőwi, poi Labor, il futuro sindacalista e uomo politico (Acli, Dc, infine senatore del Psi) che da Leopoli si trasferirà a Trieste e a Pola, completandovi gli studi e sempre seguendo il percorso professionale del padre, Marcello (1890-1954). Triestino di nascita, quest’ultimo è medico, e in Galizia durante la Grande Guerra ha un bel daffare con il conflitto che imperversa crudelmente in quelle regioni. Marcello Labor, che è anche un fine letterato e sodale di altri letterati, tra cui Slataper e Stuparich , compirà negli anni un itinerario spirituale che lo porterà a divenire sacerdote (sarà monsignor Santin a ordinarlo, nel 1940). Nel 2000 verrà designato “servo di Dio” dalla Congregazione per le cause dei Santi, nel 2015 diverrà “venerabile”.

Tra città come Leopoli (730 mila abitanti) o Czernowitz (300 mila) e Trieste c’è un sottile legame sentimentale che deriva da un comune senso di appartenenza collegato a dei precisi trascorsi storici. Un piccolo esempio di questa affinità si ebbe tra 1990 e 1991 quando un intellettuale residente per l’appunto a Czernowitz, Ivan Trush, riuscì a instaurare un cordiale dialogo con alcuni corrispondenti triestini, stabilì un canale comunicativo col quotidiano Il Piccolo e si vide pubblicate sul giornale triestino alcune poesie di autori della sua terra, tra cui Ivan Franko, Taras Scevcenko e Lesja Ukrainka. Si creò così una sorta di “gemellaggio poetico”, come lo definì Trush stesso, dato che su un giornale della sua città, Molodyj Bucovynets (Il giovane bucovinese), egli ricambiò pubblicando poesie di Saba, Giotti, Marin e Michelstädter da lui stesso tradotte.

A chi volesse calarsi nella realtà passata e presente di quelle terre cresciute su una precaria linea di faglia e oggi nuovamente vittime innocenti dei soprassalti della storia, potrà tornar utile un libro di Martin Pollack edito da Keller, Galizia. Viaggio nel cuore scomparso della Mitteleuropa. Così come il ricco Baedeker di Paolo Rumiz Trans Europa Express.

 

Leopoli

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