Nella scia di Hans Christian Andersen

| | |

Assegnati i premi della XXXVIII edizione del concorso intestato al grande autore danese

di Anna Calonico

 

Se dico “Andersen” cosa vi viene in mente?

La sirenetta, certo, una delle favole più belle e più amate di Hans Christian Andersen. O comunque immagino che penserete a tutte le fiabe che ha scritto questo autore danese dalla fantasia strabiliante.

Oppure, potrebbe venirvi in mente il mensile di informazione sui libri per bambini e ragazzi, che dal 1982 costituisce un punto di riferimento per tutti i lavoratori di questo settore.

O, infine, il Premio Andersen: il più importante premio italiano annuale assegnato ai libri per ragazzi e ai loro autori, illustratori, editori e alle più interessanti realtà che promuovono la lettura e la cultura per l’infanzia, promosso proprio dall’omonima rivista.

Questo 25 maggio, a Genova, è stato assegnato il 38° Premio Andersen.

Dopo un anno di attente letture, sono stati infine svelati i vincitori per ognuna delle sedici categorie, con l’aggiunta del Superpremio Andersen. A trionfare sono stati:

Miglior libro 0/6 anni: Il più folle e divertente libro illustrato del mondo di Otto di Tom Schamp, (Franco Cosimo Panini) con la motivazione: “Per un felicissimo e sorprendente catalogo tutto da vedere e rivedere. Per la capacità di trovare, nel brulicare delle immagini e delle situazioni, i fili rossi dell’armonia e dell’ironia. Per invitarci a scoprire un mondo senza muri e confini.”

Miglior libro 6/9 anni: Miss Rumphius di Barbara Cooney (Atlandide) vincitore “per averci fatto scoprire anche in Italia una grande autrice statunitense del secolo scorso. Per un albo che, con le parole e con le figure, ci svela una trama costante di trepida e ineffabile poesia. Per il pacato invito a far sì che ognuno di noi possa contribuire alla bellezza del mondo.”

Miglior libro 9/12 anni: Ali nere di Alberto Melis (Notes). Melis è uno degli italiani che hanno trionfato a Genova quest’anno “per aver ricostruito con accorata ma lucida precisione una vicenda crudele e poco nota della partecipazione del regime fascista alla guerra civile spagnola. Per un’opera dal forte impegno civile dove però a prevalere è la qualità della scrittura limpida e intensa. Per darci, nell’amicizia fra i due protagonisti, un vivido ritratto d’infanzia.”

Miglior libro oltre i 12 anni: Ghost di Jason Reynolds (trad. di Francesco Gulizia, Rizzoli) premiato “per la capacità di raccontare, con autenticità di linguaggio e di pensiero, una storia di crescita e autodeterminazione, dove la scoperta di un talento è sinonimo di riscatto. Per lo sguardo lucido con cui viene ritratta la realtà di una periferia difficile, senza indugiare nel patetismo, ma facendola vivere attraverso le emozioni dei suoi personaggi. Per una storia di sport che non si abbandona ai conformismi e denuncia gli stereotipi, diventando terreno di gioco per una partita che è prima di tutto relazione e scambio”.

Miglior libro oltre i 15 anni: A sud dell’Alameda di Lola Larra e Vicente Reinamontes (Edicola) Libro che ha convinto la giuria perché è “un romanzo di grande impatto grafico e narrativo, capace di restituire al lettore pagine di storia poco conosciute dagli adolescenti italiani. Per l’intensità del dialogo tra testo e illustrazioni, per il ruolo che ricoprono questi due linguaggi nel dare voce a due storie e due tempi rivelandone l’universalità. Per una storia che tiene in equilibrio la volontà di perseguire grandi ideali con le difficoltà del crescere, restituendone con efficacia tutta la tensione emotiva.”

Miglior libro di divulgazione: Forte, piano, in un sussurro di Romana Romanyshyn e Andriy Lesiv (Jaca Book) Vince perché è stato considerato “un albo nel quale il rigore e la completezza dell’informazione scientifica si coniugano con una ricca e vivissima eleganza compositiva. Per una grafica modernissima e accattivante che affonda però le sue radici nelle esperienze delle avanguardie artistiche del ‘900. Per la grande perizia per cui ogni doppia pagina sa stupirci e sconcertarci.”

Miglior libro fatto ad arte: Cappuccetto rosso. Una fiaba in pittogrammi di Sandro Natalini (Giralangolo) Un altro italiano che trionfa “per una divertente e attraente soluzione a leporello dove la storia notissima di Cappuccetto assume accenti nuovi e inattesi, tutti all’insegna del sorriso e di una pacata ironia. Per una grafica efficacissima, pulita ed essenziale, e tutta giocata sul rosso e il bianco e nero. Per averci dimostrato, ancora una volta, l’inesauribile valenza narrativa delle fiabe classiche”.

Miglior albo illustrato: La diga di David Almond (ill. di Levi Pinfold, Orecchio acerbo) Libro che ottiene i complimenti allo scrittore oltre che all’illustratore “per il non comune potere evocativo delle magnifiche tavole di Pinfold, così ricche di sottili vibrazioni e solenni al tempo stesso. Per il perfetto intreccio che si stabilisce fra le illustrazioni e il breve ma intenso testo lirico di un grande autore. Per un’opera in cui forza della musica, valore della memoria, evocazione magica, natura e storia si combinano mirabilmente insieme”.

Miglior libro senza parole: Clown di Quentin Blake (Camelozampa) Così ha spiegato la sua scelta la giuria: “per l’incalzante e serrato ritmo di una vicenda dove umorismo e poesia, denuncia sociale e invenzione fantastica si fondono mirabilmente insieme. Per essere un’opera per tutti ma, al tempo stesso, affettuosamente vicina al mondo magico dell’infanzia. Per la bellezza delle immagini di uno dei grandi maestri dell’illustrazione internazionale”.

Miglior libro a fumetti: Piccolo vampiro (Vol. 1) di Joann Sfar (Logos) Sfar ha battuto la concorrenza “per una storia che cattura lettori di tutte le età, prestandosi ad essere primo approccio al fumetto per i più piccoli. Per un’avventura piacevolmente sovversiva, giocata sulla capacità di ribaltare gli stereotipi e sull’intreccio di un’amicizia impossibile. Per una narrazione ritmata, capace di mescolare ilarità e momenti di riflessione più profonda”.

Miglior libro mai premiato: Viaggio incantato di Mitsumasa Anno (Babalibri). Testo che ha veramente incantato “per l’intramontabile bellezza di un albo senza parole capace di stupirci, emozionarci, incantarci. Per offrirci con rare generosità e intelligenza un percorso dove le sorprese e le invenzioni, le citazioni e le curiosità si susseguono senza soluzione di continuità. Per essere, nel segno limpido e minuto dell’autore, una perfetta metafora di ogni cammino e avventura”.

Miglior collana di narrativa: Miniborei (Iperborea). Raccoglie numerosi titoli e autori amati dai ragazzi e apprezzati al concorso “per la freschezza di storie in cui protagonista è l’infanzia stessa, con le sue avventure quotidiane, l’immaginazione senza confini, lo sguardo aperto sul mondo. Per la scelta di riportare a scaffale grandi autori del passato al fianco di classici contemporanei, restituendone l’autenticità della voce attraverso magistrali traduzioni dall’originale. Per l’alto livello della progettualità, per l’attenzione alla fisicità dell’oggetto, pensato per le mani di un lettore bambino, per la cura estetica ineccepibile”.

Premio speciale della giuria: quest’anno è stato diviso tra due testi, entrambi italiani: Noi siamo tempesta di Michela Murgia (disegni di The World of Dot – con un fumetto di Paolo Bacilieri, Salani) “Per aver posto all’attenzione di un pubblico ampio e d’ogni età, fin dalla progettazione compositiva di testi e immagini, l’importanza di storie collettive, a sottolineare e dimostrare che insieme, in comunità, si incide sul tempo e si costruisce cambiamento.” e Le amiche che vorresti e dove trovarle di Beatrice Masini e Fabian Negrin (Giunti) “Per l’indubbia felicità e originalità di un progetto editoriale che mette al centro il fascino intramontabile della grande letteratura e dei suoi protagonisti. Per una rappresentazione pungente e quasi commossa di ventidue eroine di carta di ogni tempo e paese. Per l’assoluta e virtuosa bravura con cui Negrin ci regala, mutando via via, tecniche e segno i ritratti di Zazie e Bibi, Lavinia e Pippi e di tutte le altre”.

Miglior illustratore: Marco Somà, premiato “Per l’originalità di un segno elegante e suadente, preciso e dalle non comuni valenze evocative. Per essere una delle voci giovani, più convincenti e attente, dell’illustrazione italiana. Per una meditata e solida cultura figurativa che si esprime in immagini sospese fra poesia e ironia.”

Migliori protagonisti della cultura per l’infanzia: quest’anno sono tre: Bernard Friot, “Per l’impegno a tutto tondo a favore della cultura per l’infanzia, non solo come narratore in proprio ma anche come traduttore e interprete della lezione rodariana, vivificata e personalizzata nella pratica, generosa e quotidiana, degli incontri con bambine e bambini, insegnanti e genitori, intorno al potere, pure ludico, della parola e dell’arte.”, Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children (2010-2019) “Per il rigore e la puntualità delle indagini condotte e coordinate negli anni da Giulio Cederna per Save The Children che ci restituiscono una mappa inedita e talvolta drammatica della condizione giovanile nel nostro Paese; per l’impegno e il coraggio di avere acceso i riflettori sulle povertà economiche, culturali ed educative in territori spesso dimenticati; per avere messo al centro l’infanzia e le difficoltà di crescita ma, insieme, anche le opportunità di riscatto offerte da tante ‘buone pratiche’ e dal silenzioso, misconosciuto lavoro quotidiano di scuole, istituzioni, associazionismo nel contrasto precoce al disagio sociale.” E il Progetto Gutenberg, sezione ragazzi – Associazione Gutenberg Calabria “Per essere da sedici anni un progetto capace di crescere nel tempo, all’insegna delle idee, della passione e della competenza. Per aver messo costantemente al centro, partendo dalle scuole, l’importanza e la valenza educativa del libro. Per la capacità di rappresentare al meglio le non comuni potenzialità creative e il fermento culturale di una terra non facile come la Calabria.”

Premio Gianna e Roberto Denti alla libreria per ragazzi dell’anno (promosso da AIE-Associazione Italiana Editori e Andersen): “La Casa sull’Albero” di Arezzo, che ha meritato il riconoscimento “per la capacità, pur nel breve tempo trascorso dalla sua fondazione avvenuta nel 2013, tanto di radicarsi sul proprio territorio offrendo occasioni culturali differenziate per l’infanzia, quanto di segnalarsi sul piano nazionale quale interlocutore privilegiato per gli altri attori della filiera del libro. Per aver messo a frutto queste capacità in un progetto che dallo spazio commerciale irradia verso azioni di educazione alla lettura per le comunità di riferimento.”

Infine, il Superpremio Andersen Gualtiero Schiaffino è andato a La diga di David Almond, illustrato da Levi Pinfold e già vincitore come Miglior albo illustrato.

Si potrebbero scrivere pagine su pagine per ognuno dei testi citati perché ognuno è un piccolo grande capolavoro: di immaginazione, di parole, di storie, di poesia, di personaggi, di emozioni, di immagini, di musicalità, di colori. Solo per le immagini, che a volte accompagnano le storie e a volte le formano, potremmo scrivere un elogio lunghissimo: sono attraenti, magistralmente colorate, vivide, a volte schiette ed essenziali, a volte piene di elementi e particolareggiate. Mi limito a ricordare che Marco Somà è anche l’illustratore della recentissima versione a disegni dell’Infinito di Leopardi, un gioiello senza tempo che il neo premiato è riuscito perfettamente a portare davanti ai nostri occhi; e la perfetta citazione di Fabian Negrin, che con il libro di Beatrice Masini ha vinto il Premio della Giuria: “A che serve un libro senza figure?” Se lo chiedeva Alice, mentre stava nel Paese delle Meraviglie, e, guarda caso, solo a nominarla ricordiamo tutti le sue fattezze che accompagnano le pagine di Lewis Carrol.

Le storie raccontate da questo premio si inseriscono sì nel filone classico, con riferimenti alle favole intramontabili come Cappuccetto rosso. Una fiaba in pittogrammi, oppure con personaggi tipici, come i pupazzi di Clown e i mostri, tanto cari ai ragazzini, come in Piccolo Vampiro, ma seguono anche mode recenti, come quella della serialità (è il caso di Ghost che, pur essendo autoconclusivo, rappresenta il primo di alcuni volumi che saranno dedicati ognuno ai componenti della squadra di Ghost); della biografia (Le amiche che vorresti e dove trovarle) e del ricordo di fatti storici (Ali nere, La diga, A sud dell’Alameda); o infine opere corali o di formazione che incoraggiano al cambiamento e ad un mondo senza confini: a partire da Il più folle e divertente libro illustrato del mondo di Otto, passando per Viaggio incantato, per i già citati Ghost, Clown, A sud dell’Alameda, fino ad arrivare, ovviamente, a Noi siamo tempesta.

Tema onnipresente è quello dell’amicizia, tanto che risulta inutile portarne degli esempi, ma poi ci sono anche il viaggio (Viaggio incantato), la forza d’animo e i talenti che aiutano i protagonisti a superare le prove (Ghost, Ali nere), la diversità (Piccolo Vampiro), per non parlare della scuola e, in senso più ampio, del miglioramento di sé, citando ancora Piccolo Vampiro e Ghost ma anche Miss Rumphius, oltre, ovviamente, a Forte, piano, in un sussurro. Ogni racconto fa leva sulle emozioni, e si muove tra ironia e seria riflessione; ci sono autori attuali, la maggior parte, ma anche scrittori del passato, come la scomparsa Barbara Cooney, che nel 1983 era stata premiata dal New York Times ma che in Italia non era ancora conosciuta; e ci sono autori già noti al Premio Andersen per aver già vinto in passato, come Tom Schamp, nel 2010, Mitsumasa Anno, nel 1984, e due testi che quest’anno, per gioia di Michela Murgia, vincono insieme ad altri titoli nella categoria Miglior Collana.

Davvero vario e gioioso questo Premio: sfogliare, ammirare e leggere i testi vincitori riempie di entusiasmo piccoli lettori e amanti dei libri di tutte le età.