Parole controvento

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Racconti di Maria Cristina Faccanoni

di Liliana Bamboschek

 

Il libro di racconti Parole controvento di Maria Cristina Faccanoni, che viene presentato il 3 ottobre alla Libreria Lovat di Trieste, presente l’autrice, esce dagli schemi della narrazione autobiografica per entrare in un ambito decisamente letterario che va dal puro schizzo di paesaggi all’introspezione di figure familiari o colte al volo, dalla rievocazione di eventi storici e momenti della propria infanzia e adolescenza riportati in tutto il loro candore emotivo. Molti episodi riguardano Trieste, dove l’autrice ha trascorso gli anni della sua formazione pur non essendovi nata, nell’ambito di una famiglia, quella dei Faccanoni che da generazioni ha legato il suo nome a importantissime opere pubbliche in tutti i paesi dell’impero austroungarico e in particolare a Trieste ma anche in altri continenti. I ricordi sono legati ai fili sottili del sentimento e seguono tracciati del tutto personali al di là del tempo e dello spazio, così i racconti di Cristina rappresentano tanti flash straordinariamente incisivi sulle esperienze vissute da bambina, sui paesi che l’hanno ospitata allora e successivamente (dall’Argentina a Trieste, da Venezia a Parigi all’Algeria e a vari paesi africani che visita di frequente).

La narrazione segue varie tematiche che a volte s’intersecano fra loro ma è sempre la personalità dell’autrice a dominare su tutto.

Il primo racconto, L’Imperatore, descrive lo storico incontro fra i due fratelli Luigi e Francesco Faccanoni con Francesco Giuseppe alla

corte di Vienna. Qui è stato ricostruito non solo l’ambiente, l’atmosfera di quell’importante momento, ma i caratteri e le sensazioni dei personaggi messi a confronto. In altri casi Cristina ha rivissuto nei panni del padre eventi drammatici come il giorno successivo all’8 settembre del ’43 a Trieste, lo scompiglio in città di fronte alle truppe tedesche. Un altro episodio si è impresso nella sua mente da ragazzina dopo aver assistito alle dimostrazioni in città del ’56, l’anno della rivoluzione ungherese. Un fatto indubbiamente drammatico riguarda la sua infanzia e s’inquadra nella famosa gara automobilistica, la Trieste-Opicina: il percorso includeva la pericolosissima curva universalmente nota come Curva Faccanoni nelle cui vicinanze sorgeva la villa di famiglia. Trieste insomma ha disseminato di ricordi indelebili la vita dell’autrice ma anche altri luoghi e personaggi hanno la loro parte. L’Argentina, dove il padre si era trasferito per realizzare con la sua impresa di costruzioni importanti opere pubbliche, l’aveva accolta bambina lasciando in lei molte immagini del paese e della sua gente. Le impressioni infantili hanno tracce profonde e fermano particolari che agli adulti sfuggono; così avviene nella pagina sul funerale di Evita che “fasciata da un tailleur azzurro polvere, quasi uguale a quello che portava la mamma, riposava tra fiori bianchi”. Altra figura indimenticabile è quella di Marta Argherich, quindicenne, per un periodo ospite in casa sua mentre si preparava per il concorso Busoni; la futura pianista le incuteva soggezione e stupore per “quella indicibile cascata di note proveniente dal salone…” Fondamentale per la scrittrice il rapporto con l’Algeria in cui ha ambientato qualche anno fa un originale thriller, Interno algerino senza vista. Nell’analisi di una società che lei dimostra di conoscere molto bene punta la sua attenzione su tre donne, ancora quasi bambine, che avranno ciascuna un destino diverso eppure sembrano essere scaturite dallo stesso “non luogo.”

Frammenti di autobiografia, piccole e grandi storie in cui la curiosità infantile è protagonista, immagini che seguono l’onda dei ricordi ma poi ripensate da una sensibilità adulta e consapevole. Ciò che risale alla nostra infanzia lontana, a un certo momento, acquista un tono epico. Come quei ragazzi che, da veri incoscienti, andavano a giocare nella vecchia cava ormai abbandonata simile a “una cascata pietrificata”. “Quell’enorme ferita della montagna, saccheggiata e fatta a brandelli… sembrava che gridasse AIUTO !”

 

 

Copertina:

 

Maria Cristina Faccanoni

Parole controvento

Mazzanti Libri, Venezia 2016

  1. 148, Euro 16,00