Piccolo mondo antico di Michele Gangale

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di Silva Bon

 

Michele Gangale è un “migrante”.

In primo luogo concretamente, fisicamente; e poi, in senso ampio e diffuso, anche culturalmente, proprio per la sua operatività attiva di lavoro di integrazione sul campo, a Duino Aurisina in territorio mistilingue italiano e sloveno; e ancora qui, nella sua produzione letteraria e poetica, intitolata appunto Attraversamenti è un “migrante” in/da/per diversi campi ed espressività linguistiche, quando propone lo stesso testo poetico tradotto e reinterpretato in diverse parlate europee.

Michele Gangale è originario di una piccola comunità calabrese, Carfizzi, dove nel XV secolo si è insediata una popolazione albanese, proveniente dall’Epiro e dalla antica Morea, oggi Peloponneso: in diverse regioni del Mezzogiorno, ma in prevalenza in Calabria e in Sicilia vive questa isola linguistica. Sono circa 100.000 persone sparse in una cinquantina di paesi. Alcune comunità conservano ancora i riti e la cultura religiosa ortodossa e parlano l’albanese antico, l’arbyresh.

Gli arbyresh vivono ed esprimono nella vita quotidiana la loro identità  culturale, che si configura come identità territoriale,di paese, che nel corso del 900 si è arricchita e ridefinita attraverso le esperienze collettive delle lotte sociali e delle migrazioni. Questa minoranza linguistica rientra nella legge di tutela del 1999 , che mira a valorizzare la lingua e la cultura delle dodici minoranze linguistiche storiche presenti in Italia.

Il canto O bella Morea ricorda la primavera, ma anche gli antenati scomparsi: è una canzone vecchia di cinquemila anni, dal significato religioso e antropologico, tramandata oralmente con gioia dai contadini, pastori, artigiani, che rivendicano non già un’identità nazionale, bensì territoriale, di paese, arricchita e definita nei secoli.

Questa esperienza natale polifonica, quasi una sperimentazione aperta, porta Michele Gangale a perfezionare gli studi iniziali di Lettere (laurea conseguita a Bari), a Padova, seguendo corsi di Filologia moderna, e oggi a studiare e parlare anche lo sloveno, oltre all’inglese e al francese.

L’emigrazione, le partenze, i ritorni (a volte impossibili), gli “attraversamenti” appunto, sono filoni trattati in diversi anni di produzione (alcune poesie sono datate 1968, 1969, 1972): si attestano alla sensibilità dei diversi momenti di vita del poeta, che si nasconde dietro un’apparenza di presunta semplicità.

Invece le immagini di un mondo antico, arcaico, attraversato da figure povere, ma dignitose, frugali ed essenziali, propongono un flusso, un andamento ondulatorio, che dà ritmo alle composizioni poetiche: è un tutto molto corale ed omogeneo, che propone l’umanità degli esseri, tracciati con grande risparmio, molta parsimonia di colori, di sapori, di immagini, di non-aggettivazioni.

Questa umanità dolorante segue flussi inarrestabili di destini, costruiti su terribili volontà; risponde a domande aperte introdotte attraverso una poesia disarmata, che diventa accusa forte e risentita e pone il lettore di fronte alla crudeltà, alla durezza della vita e della morte.

Michele Gangale usa parole antiche “nuna”, “timpe”, “palumba”, “ndiemi” (il perdonato); e ancora l’aggettivo “piegato”, in diversi contesti: lo sguardo piegato, le ali piegate, gli occhi piegati, il volto piegato, che mi sembra alluda alla sofferenza, e al pudore della sofferenza al tempo stesso, a una forma di sensibilità e quasi di timidezza, che si chiude in sé stessa, tace e guarda gentilmente e inesorabilmente all’Altro.

Parole solide, non liriche, ma concrete, pesanti, dai significanti duri, al limite impoetici: così in Migranti. // Il volto piegato,/ è tornato al paese avito/ il corpo senza vita del migrante./ ha portato il dolore/ nella giovane sposa,/ nell’altro fratello tornato. // (1968) e ancora Camminatori, Come un pellegrino antico, Spaesati, Partenze, Profughi, Nella città straniera …

E pochi colori, ma piuttosto contrasti in bianco e nero: Il volo della palumba.

// Torna a volare la palumba/ nell’ora che il silenzio/ annerisce le case./ Un’ombra indugia sulla soglia,/ qualcuno affretta il cammino/ verso le strade di casa. // (2014)

 

 

Michele Gangale

Attraversamenti

Kolibris, Ferrara 2019

  1. 89, euro 10,00