Pino Giuffrida alla Comunale

| | |

di Maria Fuchs

 

In occasione dei suoi cinquant’anni di pittura

Pino Giuffrida, artistica triestino, presenta, presso la Sala comunale d’Arte in Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste, la sua personale; intitolata ” Il linguaggio del corpo “. Mostra che vede esposte una serie di sue opere nate nei anni Settanta, normalmente riprodotte su tela dopo essere state abozzate su carta. L’artista, in tale occasione espositiva, interpreta il corpo femminile (di norma anonimo, in quanto privato dei tratti somatici del volto), e la sua capacità di esporsi in varie realtà esistenziali e in diversi contesti ambientali. Come nel dipinto dedicato alla donna in gravidana o alla donna – musica, dove il corpo femminile, si trasfoma, quasi del tutto, in una chiave di violino. Il corpo assume quasi l’aspetto di ectoplasma; assumendo la forma della materia nebbiosa evocata dal medium durante la fase di materializzazione necessaria per la ricomposizione visiva fantomatica di spiriti o di oggetti.

«In una società che ha messo il corpo come icona della bellezza con canoni spesso veramente incredibili – scrive Nora Miotto nel depliant illustrativo della rassegna -, il nostro pittore Giuffrida, invece, ci dimostra come il corpo possa venir letto in modo diverso. Si tratta del corpo esteso nello spazio e percepibile coi sensi. È una specie di produzione mentale, perchè solo la mente e le sue percezioni sono reali. Eppure in Giuffrida non è proprio così: se leggiamo i suoi quadri troviamo la tecnica di Bacon e l’esistenzialismo di Sartre. Le righe, i cerchi, le figure geometriche sembrano disegnare un manichino, che, nell’insieme, diventa un corpo o più corpi e che ci invitano a parlare di noi stessi, a “leggerci dentro”. Non c’è artificio o retorica, ma penetrazione nell’intimo di ognuno di noi. Cosa saremmo senza un corpo? O senza un volto? Questo sembra chiederci e chiedersi il nostro pittore. Niente. Vivere significa ridurre costantemente il mondo nel nostro corpo, attraverso questo simbolo che esso incarna, perchè la nostra esistenza è corporea. Quindi tanti corpi – conclude Miotto -, tanti contrasti e tante scelte di colore,da quelli più ” scuri”, che rappresentano la certezza di quanto il pittore afferma a quelli più ” chiari”, che simboleggiano la ricerca della sua personalità».

 

Riquadro:

 

Pino Giuffrida

Nato a Trieste nel 1947.H afrequentato i corsi di figura all’Accademia Libera del Nudo “Ettore Tito” di Venezia e la Scuola dell’Acquafore “Carlo Sbisà” di Trieste. Nel 1974 si trasferisce a Parigi dove segue i corsi di incizione all’Accademia Goetz ed esone al Solon d’Autumne. Nel 1982 +è tra gli allievi del corso di incisione sperimentale alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia col Licata. […] Attivo anche nella scenografia teatrale.

 

Da; Claudio H. Martelli,

Dizionario degli Artisti di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria e della Dalmazia,

Hammerle editori, Trieste 2009