Quarant’anni dei Piccoli Cantori

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di Liliana Bamboschek

 

Crescono eppure… restano sempre bambini. È la storia del coro “I Piccoli Cantori della Città di Trieste” che il 23 ottobre alla Sala Tripcovich ha festeggiato il 40° compleanno. Questo piccolo grande complesso di voci bianche è stato fondato da Maria Susovsky nel 1976 e fa parte dell’Accademia di Musica e Canto Corale di Trieste. Migliaia di bambini dai tre anni in su si sono avvicendati nelle file di questo magnifico laboratorio canoro apprendendo la magica arte dei suoni fin dalle prime note, facendo crescere insieme alla propria voce la sensibilità, la conoscenza, la passione per la musica. Molti di loro suonano anche strumenti e sono maturati come musicisti completi intraprendendo poi con successo la carriera di cantanti o strumentisti. Il coro è una grande famiglia oltre che essere una palestra in cui i talenti naturali si sviluppano acquistando consapevolezza e sicurezza anche grazie al continuo contatto col pubblico sulle scene e in contesti internazionali. Le tournée in tutta Europa, i premi nei più prestigiosi concorsi, i numerosi concerti (più di mille solo quelli per beneficenza), le presenze alla radio e in tv non si contano e hanno lasciato una traccia profonda in tutti i partecipanti, ma l’esperienza forse più bella ed emozionante è quella teatrale. I Piccoli Cantori svolgono una collaborazione costante con la Fondazione del Teatro Lirico G. Verdi di Trieste partecipando alle produzioni liriche (da Carmen a Bohéme, Tosca, Turandot, Otello ecc.) a quelle operettistiche come Contessa Maritza, Orfeo all’inferno e alle stagioni sinfoniche in cui hanno avuto una parte in capolavori come i Carmina Burana e il War Requiem. Il loro repertorio polifonico è vastissimo e comprende il genere sacro e profano, il folclore italiano e straniero, le musiche da film, i musical. Possiamo quindi ben dire che questo complesso rappresenta una ragione di orgoglio per la nostra città.

Al concerto-spettacolo del quarantesimo intitolato Dalla musica classica… allo swing si sono presentate tutte le sezioni del coro che è un vivaio in continua evoluzione. I “Pulcini”. tenerissimi bimbi dai tre ai cinque anni, diretti da Alessia Zucca, imparano a familiarizzare coi suoni divertendosi con allegre canzoncine mentre i “Minicantori” (dai sei agli otto) formano già un coro in grado di sostenere concerti in varie istituzioni pubbliche e private. Quindi questi bambini, ormai ben avviati musicalmente, confluiscono nel complesso dei “Piccoli Cantori” e in seguito possono continuare nel “Coro Giovanile” sotto le cure e la direzione di Cristina Semeraro che svolge anche un’intensa attività didattica nell’Accademia di Musica e Canto Corale fondata nel 1991 da sua madre Maria Susovsky. Il concerto ha offerto una bella prova delle eccellenti qualità interpretative dei Cantori impegnati, fra l’altro, nelle vivaci sequenze ritmiche della Tritsch-Trasch Polka e nelle delicate tessiture melodiche di Angeli di seta, un brano di Mario Macchi dedicato alle piccole vittime del terremoto del 1976 in Friuli. Quindi la parola è passata al gruppo degli “Italian Harmonists”, sei artisti (un quintetto vocale e un pianista) provenienti dal coro del Teatro alla Scala, un complesso unico in Italia fondato nel 2003 dal tenore Andrea Semeraro, sì, proprio il figlio di Maria Susovsky, anche lui cresciuto come “piccolo cantore” in questa musicalissima famiglia che per l’occasione si è riunita. Il repertorio del gruppo è stratosferico come la qualità delle voci e va da spiritosi arrangiamenti di brani classici (Nabucco di Verdi, Danza ungherese di Brahms) alle canzoni italiane dagli anni ’30 ai ’50 passando attraverso Il vecchio palco della Scala di Kramer con molto stile, perfetto swing e una certa ironia. Al loro attivo esibizioni memorabili in vari teatri, premi e gratificanti successi. Ma sono stati anche capaci di fondere le loro voci con quelle dei Cantori al completo nel gran finale diretti dal carisma travolgente del deus ex machina, Maria Susovsky, con le note di Marinaresca.