QUESTA È PER TE, FRED!

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La storia di Because the night

di Giuseppe Vergara

C’è un tenero e sincero legame fra Patti Smith e il nostro paese iniziato alla fine degli anni Settanta quando i suoi concerti riempirono gli stadi di Bologna e Firenze. Innamorata del patrimonio artistico e della cultura italiana, la cantante americana non perde occasione per venire a suonare dalle nostre parti e visitare città e paesi sedi dei suoi concerti. Qualcuno la ricorderà ripresa mentre, accarezzando un gatto, intona “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André nel film documentario “Dream of life” oppure cantare, a Viareggio in inglese, “Io come persona” di Giorgio Gaber all’ottava edizione del Festival dedicato al padre del Teatro Canzone.

Ma l’ammirazione che Patti Smith nutre per l’Italia non si ferma alla musica toccando anche figure come quella di Pier Paolo Pasolini che con il suo film “Il Vangelo secondo Matteo” incantò la giovane aspirante poetessa non ancora ventenne. E non è forse un caso che i primi versi della prima traccia del suo primo album parlino proprio di Gesù.

Jesus died for somebody’s sins, but not mine” (“Gesù è morto per i peccati di qualcuno, ma non per i miei“) che con gli anni è diventato un verso tra i più famosi della storia del rock. Il brano è “Gloria”, cover dei Them di Van Morrison, con un testo quasi completamente riscritto, l’album è “Horses” e l’anno era il 1975. Il disco uscì appena un mese dopo la tragica morte di Pasolini.

E così, a quarant’anni dal suo esordio su vinile, Patti Smith ha intrapreso, all’inizio dell’estate, un tour intitolato: “Patti Smith and her band perform Horses 1975-2015”. La cantante esegue, nella prima parte del concerto, tutto il disco Horses accompagnata da due degli storici membri del Patti Smith Group, il chitarrista Lenny Kaye e il batterista Jay Lee Daugherty e inoltre dal fedelissimo Tony Shanahan al basso e dal figlio Jackson alla chitarra.

E visti i legami di questo disco con Pasolini non poteva mancare una data nella nostra regione, nonostante la recente esibizione al Teatro Nuovo Giovanni da Udine del dicembre scorso.

Patti Smith, il primo agosto nel pomeriggio, si è recata a Casarsa e ha voluto render omaggio alla tomba di uno dei maggiori artisti e intellettuali del XX secolo e poi alla sera a Codroipo ha trascinato il pubblico in un concerto (intitolato “Concert for Pasolini”) indimenticabile.

È stata un’esibizione talmente carica di energia che sembra impossibile che una cantante a sessantotto anni possa dare ancora così tanto sul palcoscenico. Ma Patti Smith è così, le sue esibizioni dal vivo non deludono mai e in questo tour non si sta certo risparmiando. A Villa Manin ha concluso la sua performance esortando la gente a riprendersi il proprio futuro e spaccando, ad una ad una, le corde della sua chitarra mentre la band, a tutto volume, sparava le note dell’inno generazionale degli Who: My generation.

Ma fin dalla prima canzone, la già citata Gloria, il pubblico stentava a rimanere seduto sulle sedie, poi il concerto è proseguito con una setlist ben rodata nelle date precedenti, nonostante l’assenza del figlio Jackson, sostituito dal chitarrista Jack Petruzzelli. Quindi sono arrivati gli omaggi a Pasolini ed è tornata a farsi sentire la pioggia, che aveva concesso una breve tregua. Così a metà concerto tutto il pubblico era già in piedi a rendere omaggio a quella che, ormai si era capito, sarebbe stata una performance da ricordare per parecchio tempo.

Ma anche se questo è stato il concerto di Horses c’è sempre un’unica canzone a cui ogni amante di Patti Smith non vuole rinunciare. La canzone simbolo, in assoluto quella più amata e cantata dal pubblico e cioè “Because the night”. A Villa Manin, Patti Smith, prima di cantarla ha ricordato che è dedicata al marito scomparso, Fred Sonic Smith, e ogni volta che la canta pensa: “Questa è per te Fred”.

La storia di “Because the night” è piuttosto particolare e unica perché, com’è noto, è stata scritta da Bruce Springsteen, ma incisa e poi portata al successo da Patti Smith.

A New York, alla fine del ’77 ai Record Plant Studios, Bruce Springsteen era impegnato, già da ottobre, nella registrazione del suo quarto album; Darkness on the edge of town. Negli stessi studios stava registrando anche Patti Smith che era alle prese con il suo terzo album: Easter.

Il giovane Jimmy Iovine stava curando il suono dell’album di Springsteen ma era anche, contemporaneamente, il produttore del disco di Patti Smith e fu proprio lui a far da ponte affinché Because the night passasse, praticamente, da un disco all’altro.

Durante le sessioni di registrazione dell’album di Spingsteen, Because the night venne alla luce ma il Boss non era completamente soddisfatto del testo che aveva scritto e non aveva ancora deciso le sorti della canzone.

Jimmi Iovine, che diventerà uno dei più importati produttori discografici degli anni ’80 fino ad approdare ai giorni nostri alla Apple Music, vedendo Springsteen che faticava a completare quel brano gli propose di cederlo alla collega. Springsteen acconsentì e Iovine consegnò il nastro con il demo a una perplessa Patti Smith.

Quella sera la cantante americana era a casa e stava aspettando una telefonata del suo compagno, Fred Sonic Smith, il chitarrista degli MC5. Nell’attesa iniziò ad ascoltare il nastro che le aveva dato Iovine e rimase stupita dalla bellezza della canzone e si mise a lavorare al testo. Intanto le ore passavano, Fred non chiamava e Patti, componendo, trasmise nei versi della canzone tutta l’ansia che provava in quel momento per la persona amata che non si faceva viva.

Because the night è la storia di un’attesa, di una donna innamorata e principalmente la storia d’amore che Patti Smith stava vivendo e che voleva far conoscere al mondo con tutta la grinta di cui è capace. Quando Fred la chiamò, alle 2 di notte, la canzone era ormai finita.

Due anni dopo, all’apice del suo successo, proprio dopo i due concerti di Bologna e Firenze citati all’inizio, Patti Smith si ritirò dalle scene, sposò Fred Sonic Smith e si trasferì con lui a Detroit e mise al mondo due figli.

Fred e Patti restarono legati fino alla morte di lui avvenuta nel 1994 a soli 45 anni. Questo sarà l’ultimo di una serie di lutti che colpirono in quegli anni la cantante americana che, nonostante tutto, decise di interrompere il suo esilio volontario, durato ben sedici anni, per ritornare a suonare dal vivo.

In Italia poi la canzone si legò, negli anni ’90, in maniera indissolubile a delle immagini in bianco nero di un vecchio film dove un giovane, da una barca, si tuffava in un canale e sott’acqua vedeva l’immagine della donna amata, vestita da sposa. Fuori era giorno ma nel momento in cui il protagonista si gettava in acqua era come se entrasse in una notte onirica dove poteva rivedere la donna che lo aveva lasciato. Un connubio perfetto tra musica parole e immagini. Il film era l’Atalante di Jean Vigo e con la musica di Patti Smith divenne una delle sigle televisive più famose; cioè quella della trasmissione Fuori Orario di Rai Tre che amplificarono, ancora di più, la notorietà di questa canzone nel nostro paese.

E chissà se durante il concerto di Villa Manin qualcuno non abbia chiuso gli occhi ascoltandola e abbia rivisto il volto di quella sposa sorridere oppure abbia pensato alla voce di Springsteen, padre adottivo di un brano che aveva assolutamente bisogno di esser accarezzato da una donna per distinguersi dagli altri. Forse qualcun altro avrà pensato a un telefono che squilla nel silenzio della notte e a quali brutti scherzi gioca l’amore. Perché ognuno ha la sua Because the night, come capita a tutte le grandi canzoni, così grandi da farci credere che sono anche nostre e allora le leghiamo a un pensiero, a una storia, a uno sguardo, a un sorriso, a un giorno preciso. Le leghiamo a noi e le teniamo strette e cantandole a squarciagola, sotto la pioggia a ridosso del palco, le liberiamo da quella struggente prigionia e le restituiamo a chi le ha fatte nascere dimostrando tutta la nostra gratitudine.