Riflessioni di un ferroviere ad honorem

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Il fascino del treno raccontato da Romano Vecchiet

 

Devo confessare: sono anni – molti anni – che non metto piede su un treno: mi muovo quasi sempre con l’automobile, se necessario con l’aereo, ma il treno l’ho abbandonato da tanto tempo. Non che abbia una fobia o una preconcetta antipatia: ricordo anzi con piacere alcuni libri letti sui lunghi percorsi, qualche persona interessante incontrata, raramente, nel mio stesso scompartimento, diverse notti trascorse in semi-veglia per raggiungere Roma o Genova col vagone letto, Parigi in una cuccetta di seconda classe, ma ormai da molti anni si è interrotta quell’assiduità e trovo più comodo salire in macchina, libero da vincoli d’orario, dalle file alla biglietteria, dall’obliterazione del biglietto, da tutte le liturgie che precedono la partenza.

In molti, per fortuna, la pensano diversamente e per alcuni di loro il treno non è un semplice mezzo di trasporto, ma un piccolo mondo a sé, affascinante, un vero e proprio “luogo”, in contraddizione col pensiero di Marc Augé, deputato a porre un intervallo di serena riflessione nelle convulse giornate che si inanellano nella vita di ciascuno di noi.

A questa schiera di entusiasti ammiratori della vita su rotaia appartiene, con un ruolo di primo piano nella propaganda della ferrovia, Romano Vecchiet, autore di una lunga riflessione su questo suo oggetto del desiderio, Il fascino del treno, un elegante volumetto edito da Ediciclo nel quale l’autore, bibliotecario di professione, ma ferroviere ad honorem, illustra la sua visione dell’universo ferroviario con sicura competenza, ma cercando di mantenere un laico distacco dal protagonista metallico del libro, distacco che non sarebbe spiaciuto al Maestro cui esso è dedicato, Giuseppe Petronio. Maestro comune a più generazioni.

Fin dalle primissime righe si capisce che il treno non è per l’autore un banale mezzo di trasporto: “perché può anche affascinare visto da fermo, come un oggetto estetico, ma che ineluttabilmente più spesso ci travolge, ci separa o ci unisce, ci porta altrove e ci avvicina”. Il magnetismo che lega Vecchiet ai treni è testimoniato del resto da una sua bibliografia ormai di tutto rispetto, comprendente in particolare testi sulla storia delle ferrovie prevalentemente del Nord-est, ma anche un reportage europeo che mette assieme treni e biblioteche, l’hobby e la professione del Nostro, direttore della Biblioteca Civica di Udine.

In quest’ultima fatica di Vecchiet, che immaginiamo assai grata, il suo discorrere dell’argomento corre sui binari (è il caso di dire) di un’osservazione meticolosa del soggetto, considerato nella complessità di una sua storia ormai secolare, degli echi di letture che inducono citazioni letterarie, da Nievo a Buzzati, da De Amicis a Severgnini, da Collodi a Caproni,da Flaubert a Ruskin (curiosamente manca Tolstoj, che pure fa irrompere un treno a vapore con un ruolo essenziale verso la fine del suo Anna Karenina). Non vorrei indurre però a ritenere che Il fascino del treno sia una scorribanda attraverso testi letterari per quanto interessanti, nella rivisitazione di un lettore in qualche modo professionale: Vecchiet è un attento osservatore del presente, che vede trasformarsi nel raggio della sua esperienza di viaggiatore il mezzo di cui si serve, per esempio con l’abbandono progressivo dell’organizzazione a scompartimenti degli spazi interni delle carrozze a favore di soluzioni “open space”, oppure con il progressivo abbandono delle piccole stazioni ed anche delle linee secondarie, scelte spesso operate da amministrazioni “forti di un’opinione pubblica che non prende le parti del treno e spalleggiate da una stampa ottusa e male informata”.

Il piacevole periodare del libro alterna continuamente un tono leggero, spesso ispirato a nostalgiche memorie di un recente passato ferroviario sacrificato a esigenze di bilancio sempre più pressanti, e una serie di acute e informatissime riflessioni circa il presente e il prevedibile futuro di un sistema ancora gravido di opportunità da cogliere, funzionali a uno sviluppo armonico, rispettoso delle esigenze ecologiche, propulsivo rispetto a una crescita in definitiva culturale del nostro modo di viaggiare.

W. Chiereghin

copertina:

Romano Vecchiet

Il fascino del treno

Piccole divagazioni di viaggio

tra binari e stazioni

Ediciclo, Portogruaro 2016

  1. 93, euro 8,50