Scritta da donne, rivolta alle donne

| | |

La vicenda editoriale di Slovenka, il periodico che uscì a Trieste tra il 1897 e il 1902

di Silva Bon

 

Ecco il primo volume che la Casa Editrice Vita Activa pubblica per inaugurare una nuova collana: “Exempla”. Collana di saggistica, che ho l’onore di dirigere. Si tratta di un filone che mancava nell’ampio ventaglio di libri fino ad ora prodotti da Vita Activa, libri che generalmente, ma non in termini esaustivi, si possono ricondurre alla narrativa, alla biografia, alla poesia. Exempla apre a un contenitore di opere di interesse storico-letterario, composte in termini scientifici da autrici o autori che provengono e hanno esperienze anche dal/nell’ambito universitario e lavorano con riferimenti e strumenti più squisitamente propri e affini alla ricerca e all’indagine investigativa accademica.

Slovenka (La Slovena) è la prima testata giornalistica edita e scritta da donne e rivolta alle donne che esce a Trieste negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, quando le idee emancipazioniste corrono così in Europa, come in Italia, e nella nostra città, entusiasmando in questo caso non solo le giovani slovene acculturate, ma anche l’intellighenzia progressista slovena cosmopolita e panslava.

Dunque indagare sulla vita del giornale femminile sloveno; sulle figure di riferimento del suo gruppo di direttrici, redattrici, giornaliste e potesse; sulle linee editoriali di pensiero femminile e femminista; sui contatti e le contaminazioni culturali con mondi culturali stranieri, boemi, russi, tedeschi, ungheresi, italiani; sui sostenitori e collaboratori maschili; riveste un interesse esteso a tutta la parte slovena che vive a Trieste, allora terza città dell’Impero austro ungarico, e che a fine Ottocento contava più abitanti di lingua slovena di Lubiana. E ancora, questa indagine dà spazio a un pensiero di progresso collettivo, in cui la presenza femminile è indispensabile proprio per la costruzione di una nuova società più equilibrata e attenta alla riformulazione di rapporti corretti tra uomini e donne, che rivendicano “stesso lavoro, stessi doveri, stesso riconoscimento, stessa retribuzione”.

Queste diverse piste di ricerca sono indagate da un gruppo di sei ricercatrici, coordinate dalla storica Marta Verginella, ordinaria di Storia dell’Ottocento e Teoria della storia al Dipartimento di Storia della Facoltà di Lettere di Lubiana. Lei firma anche la Premessa all’edizione italiana, la Prefazione, e due saggi: Slovenka: specchio del mondo femminile alla fine del XIX secolo e Marica Nadlišek Bartol: prima direttrice di Slovenka. In fine il Summary, utile come si usa nei lavori scientifici per una più ampia diffusione; similmente alla stesura dell’ Indice dei nomi e all’apparato di note che ci portano a conoscenza di un fitto mondo di citazioni e relazioni culturali non molto noto ai lettori di lingua italiana. Solo recentemente, ad esempio, la regista Sabrina Morena ha prodotto un film – documentazione sull’emancipazione femminile nella nostra città – che con uno sguardo trasversale illustra proprio le figure di Marica Nadlišek Bartol e di Pavla Hočevar, protagoniste e giornaliste studiate in profondità nell’opera curata da Marta Verginella, oltre che di Giuseppina Martinuzzi, e Elody Oblath.

Il discorso del saggio è più squisitamente incentrato a indagare la parte femminile slovena, colta e acculturata, operante a Trieste, ma getta una luce molto importante e stimolante su tutto il ceto borghese del milieu sloveno che risiede sul territorio giuliano, sfatando quel pregiudizio ancora tardo a morire in molte persone della società maggioritaria italiana che pensa al mondo sloveno, come a una minoranza povera, posta ai margini della storia e della cultura.

Pertanto l’operazione culturale della Casa Editrice Vita Activa mi sembra importante proprio per aver voluto dare visibilità e diffusione a un volume già in precedenza recentemente pubblicato presso la Facoltà di Filosofia dell’Università di Lubiana, rilevandone tutta l’importanza per consolidare il dialogo interculturale tra comunità che ancora si aprono troppo poco sul territorio transfrontaliero: infatti la pubblicazione italiana è stata realizzata con il contributo dell’ ARRS – Javna agencija za raziskovalno dejavnost Republike Slovenije (Agenzia Pubblica per l’Attività di Ricerca della Repubblica di Slovenia) e un attento editing di Marta Verginella, Matteo Perissinotto, Ivana Placer, Patrizia Saina.

In un’edizione curata, graficamente elegante, arricchita da numerosi documenti fotografici, il libro dunque anche dal punto di vista oggettuale risulta piacevole da consultare. Infine ribadisco che Slovenka propone contenuti di lettura importanti per la propagazione di conoscenze che per molti avranno il sapore della scoperta.

 

 

Marta Verginella

(a cura di)

Slovenka. Il primo giornale

femminile sloveno (1897-1902)

Vita Activa, Trieste 2019

pp.175, euro

 

riquadro:

 

La Slovenka di Marica [Nadlišek, n.d.r.] fu una vera e propria palestra per la letteratura femminile, un giornale che si era prefissato principalmente l’obiettivo di risvegliare la coscienza nazionale ma che non si limitò a essere solo questo. Fu anche il giornale che demolì la doppia morale sessuale e che contrastò l’ideologia dominante, che, rifacendosi a studi medici e codici eugenetici, accreditava il principio della debolezza del corpo femminile, giustificando così la limitazione della presenza e dell’attività femminile alla sola sfera privata. Non solo le due direttrici, Marica Nadlišek e Ivanka Anžič, ma anche le loro colleghe, insegnanti e corrispondenti dalla Carniola, richiamarono l’attenzione sul determinante apporto dell’educazione nel precostituire le differenze fra i due generi; infatti, opponendosi in modo deciso alle corvée domestiche e alla sottovalutazione delle capacità femminili, abituale nella buona società borghese, non interpretavano la diseguaglianza fra generi come mero fatto biologico ma piuttosto come frutto e gravame dell’educazione e della tradizione patriarcale. Nelle pagine di Slovenka si associava l’analisi critica della differenza di genere – che secondo la redazione era costruita socialmente e perciò “artificialmente” – alla richiesta di “uguaglianza nella diversità”.

Marta Verginella

dal saggio Slovenka: specchio del mondo femminile alla fine del XIX secolo

 

 

Didascalie immagini:

 

fig. 1:

 

Marica Nadlišek con la sorella Antonija e la madre Marija Ipavec (1888).

(Archivio privato di Milena Markič)

 

 

fig. 2:

 

Ivana Kobilca (1861-1926).

(Archivio privato di Marta Verginella)