Tra equivoci e musical

| | |

di Liliana Bamboschek

 

Dal 9 al 18 novembre è andata in scena al teatro Silvio Pellico la commedia In bona compagnia su testo e regia di Alessandra Privileggi, interprete il Gruppo Proposte Teatrali. Il lavoro ha impegnato una ventina di attori, con ottime scenografie, effetti luce, fonica, video e lussuosi costumi, nell’insieme un allestimento notevole. Siamo di fronte a una vicenda abbastanza originale che parte dalla realtà, ma a poco a poco sconfina sempre più nel surreale. Il giovane protagonista è un ragazzo come tanti, oppresso da una madre ossessiva e desideroso di farsi finalmente una vita propria emancipandosi dalla famiglia. Per questo decide di trasferirsi in una casa nuova, tutta per lui e inizialmente si sente soddisfatto della propria scelta. Ma appena si fa sera si accorge che la casa è abitata da strane presenze e compaiono sei personaggi misteriosi con cui si trova costretto a dividere l’appartamento.

Inizialmente la convivenza non è bene accettata dal giovane, ma poi, scoprendo sempre maggiori affinità con loro come la passione per il teatro, si crea un certo legame. E da allora queste persone interferiranno molto profondamente nella sua vita creando una rete di sentimenti, interessi e relazioni vicendevoli.

La commedia riporta alla luce anche vicende che riguardano la storia del teatro triestino e in particolare rievoca i successi delle compagnie amatoriali del passato creando una continuità fra oggi e ieri. In bilico fra sogno e realtà lo spettacolo assume toni ora scherzosi ora seri attraversando diversi momenti temporali. All’altezza la prova dei numerosi attori e particolarmente brillante quella del protagonista, un Alexsander Sovic in ascesa, sempre più maturo e sicuro di sè.

Semprel teatro dei Salesiani è tornato il musical alla triestina del Pat Teatro con ben dieci repliche (27 ottobre-25 novembre). È un tipo di spettacolo che ha un’ottima risposta da parte del pubblico e bisogna dare atto al Pat di essere stata la prima compagnia amatoriale triestina a realizzarlo. Dopo i successi del passato come Grease, Mama mia, Peter Pan, Sete spose per sete fradei e altri, questa volta Lorenzo Braida porta sul palcoscenico quelli che probabilmente sono i suoi eroi preferiti e ci racconta quella che considera La vera storia dei… Blus Braders diventati due triestinissimi muloni nostrani. Sono proprio loro i protagonisti della storia, Jek e Elvud nerovestiti e con occhialoni scuri, impersonati dallo stesso Braida e da Manuel Barzelatto, croce e delizia dei propri genitori (Ciro Della Gatta e Maria Teresa Celani) che li hanno cresciuti letteralmente “a latte e blues”. Questi due simpaticissimi personaggi incontrano una band con scarse prospettive artistiche (Claudio Vusio, Marco Roveredo e Massimo Tomadin) ma, messi insieme, i cinque fanno subito faville conquistando anche un gruppo di effervescenti sorelle capitanate dalla dinamica Fabiana Pecchiari. E così nasce un nuovo complesso musicale che ha tutti i numeri per guadagnarsi grandi successi.

La vicenda scorre fra colpi di scena, sorprese e battibecchi fino all’immancabile lieto fine, scandita da battute di schietto stampo triestino ma soprattutto accompagnata da formidabili canzoni, cantate, danzate, sceneggiate a tutto ritmo dagli stessi attori. Funziona efficacemente la regia, grazie anche a un efficiente impianto di scenografie e di effetti luce, da parte del “deus ex machina” Lorenzo Braida.