Un giallo nella Trieste del Medio Evo

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di Anna Calonico

 

Dire che arriva in libreria per la quinta volta è buffo perché, pur essendo vero che sugli scaffali delle vendite è comparso il suo quinto libro, Edoardo Triscoli in libreria ci ha passato la vita, facendo quello che lui stesso ha definito il mestiere più bello del mondo.

Appena un anno fa è uscito Minima libraria (v. recensione su Il Ponte rosso n. 42, febbraio 2019), un compendio di brevi dissertazioni sul mondo dei libri e delle librerie, della carta e della scrittura, delle storie, dei lettori e dei librai. Negli anni precedenti, invece, l’editore MGS aveva pubblicato la trilogia di Bibliopolis (MGS Press, Ts, 2014, 2015, 2017) in cui il protagonista, un libraio sapiente e avventuroso, era accompagnato dal giovane assistente in una serie rocambolesca di avventure e misteri da svelare.

Quest’anno, infine, Triscoli ha dato alle stampe Tergeste Anno Domini 1388, sempre per i tipi della MGS Press.

Come dice il titolo, la storia è ambientata a Trieste, ma in un’epoca ben lontana dalla nostra: siamo nel Medio Evo e, va detto subito perché è impossibile non notarlo e non restarne ammirati, il pregio maggiore di questo nuovo romanzo è l’immenso lavoro di studio e ricerca che lo ha sostenuto e che si rileva anche nel linguaggio e nella struttura del testo: ogni capitolo, rigorosamente scandito da numeri romani, presenta una brevissima sintesi all’inizio. Come nel Decameron di Boccaccio, tanto per fare un esempio. Supervisionato da Renzo Arcon, bibliotecario esperto medievista, Triscoli ha creato un’ambientazione precisa e particolareggiata, e un’affidabile riproduzione della vecchia Trieste e della vita che conducevano i suoi abitanti. Il volume è arricchito, nelle pagine finali, da alcuni interessanti appendici, compreso un glossario; e storico, infine, è anche lo spunto che ha dato vita a Tergeste Anno Domini 1388. Si tratta di un documento su carta in scrittura minuscola notarile della fine del XIV secolo, riprodotto in copertina. È una carta dei processi penali, parla di un presunto omicidio ed è importante per far capire come funzionava la giustizia.

Si parte, quindi, da un fatto vero, e, dopo un breve prologo che ci presenta solo di sfuggita il misterioso protagonista, si conosce la triste storia di Dominica e si assiste all’altrettanto triste lotta tra Comune e Chiesa. (p.11).

Messer Renzardo Triarcos è un nobile e dotto investigatore, audace e scaltro. Appassionato seguace della giustizia, della sete di sapere e della verità, anche se per trovarle è disposto a volte ad utilizzare metodi inconsueti, quando gli viene chiesto quale motivo lo porta a Tergeste, Renzardo risponde La sete di conoscenza, l’unica sete che ci permette di essere uomini migliori (p.53). È sufficiente questa sola frase per riconoscere in lui l’autore del romanzo, che già nei precedenti lavori ci ha abituati a simili dichiarazioni d’amore per l’erudizione. Il protagonista è anche chiaramente schierato contro il comportamento delle gerarchie ecclesiastiche di Santa Madre Chiesa, cosa che lo rende simile al vicecapitano di Tergeste, Hartelino di Pramperg, personaggio con cui avrà un bel dialogo nel finale.

Renzardo è un po’ il Leonardo Mandrali di questa nuova storia, e terminando la lettura ci si augura che, proprio come per Bibliopolis, ci sia un seguito. Inoltre, il libraio della trilogia ricordava il frate Guglielmo del Nome della rosa, impegnato a risolvere misteri e a insegnare di tutto, arguzia compresa, al giovane Adso/Ernesto. Con Tergeste Anno Domini 1388, il paragone tra i protagonisti è meno evidente, anche per la mancanza dell’allievo, ma il mondo è lo stesso di quello presentato nel capolavoro di Eco: atmosfere cupe che parlano di omicidi e pericoli di eresia, personaggi che si permettono di giocare con il potere e altri che faticano ad affiorare dalla miseria, e la verità che serpeggia tra i personaggi che a volte la occultano e altre volte aiutano a scoprirla.

 

Edoardo Triscoli

Tergeste Anno Domini 1388

MGS Press, Trieste, 2019

pp.159, euro 16,00