8 MARZO Donne editrici

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Storia breve ed intensa di “Vita Activa”, denominazione che richiama un libro di Hannah Arendt

di Gabriella Musetti

 

La nostra casa editrice Vita Activa (www.vitaactivaeditoria.it) parte da un progetto culturale ambizioso. È nata a fine duemilaquattordici, in piena crisi economica. Un gruppo di donne, esattamente dodici, si sono riunite intorno a un tavolo e si sono chieste: che cosa facciamo in questo tempo di crisi? La risposta è stata: apriamo una casa editrice indipendente che parli soprattutto alle donne. Più o meno è andata così.

Bisogna dire che eravamo tutte interessate ai libri, chi insegnante o bibliotecaria, chi traduttrice, chi aveva già collaborato con case editrici, tutte grandi lettrici e appassionate di letteratura. Ma è stata una scommessa, forse anche un azzardo. Ci è andata bene: ci siamo costruite una professionalità riconoscibile.

La nostra idea iniziale è maturata tenendo conto del libro Vita Activa. la condizione umana della grande filosofa Hannah Arendt, che ricordiamo nel titolo della casa editrice. In questo volume l’autrice si interroga sulla necessità di tornare a “pensare a ciò che facciamo”. L’attività del ‘pensare’ è distinta dal ‘conoscere’, consiste proprio nell’osservare, con uno sguardo attento, interrogativo e critico, ciò che ci circonda per “riconsiderare” quello che diamo per scontato, tutte le cose che abbiamo smesso di interrogare. È un invito a riposizionare lo sguardo  nella osservazione scrupolosa della realtà evitando le ripetizioni automatiche e acritiche, oggi diremmo le fake news, che inquinano e distorcono il rapporto che abbiamo con il mondo. È un discorso lungo e complesso che riguarda ogni aspetto della vita umana concreta. Nel sito, in fondo alla home page, scriviamo: «Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni essere umano è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità», (Hannah Arendt, Vita Activa. La condizione umana). Proprio il lavoro umano, l’opera e l’agire consentono la vita sociale, che è anche condizione politica di esistenza di una pluralità di individui in relazione tra di loro, che si realizza nella sfera pubblica. Questa idea incarna bene il desiderio delle donne di prendere posizione e di agire nel mondo, di cui la Casa editrice si fa interprete.

 

Vita Activa nasce, quindi, dal forte desiderio di alcune donne, come ho detto, con competenze e professionalità, di mettersi in gioco in una impresa culturale rilevante: fare libri di qualità ed esteticamente belli, libri che non vanno al macero, ma  restano nel tempo. Questa passione che ci ha spinte non è frutto di un effimero passatempo ma è una precisa scelta politico culturale. Ci riconosciamo infatti nel pensiero della Società Italiana delle Letterate (www.societadelleletterate.it): una attenzione ai contenuti di valore, la riscoperta delle opere dimenticate di tante donne del passato, non più edite, non esplorate dalla critica, e parimenti l’esplorazione di scritture contemporanee italiane e internazionali, per offrire un panorama completo, nei limiti delle nostre possibilità, della ricchezza e diversificazione delle scritture femminili. Privilegiamo le scritture delle donne, ma pubblichiamo anche uomini quando troviamo testi interessanti. La nostra identità si evince da quanto detto: puntiamo su una politica culturale che ridia spazio e valore alla creatività e all’ingegno, combattiamo, con i nostri mezzi modesti, la dequalificazione attuale della cultura italiana, siamo consapevoli che quella sulla cultura è una battaglia politica di grande importanza per il futuro del nostro Paese.

Sono sempre colpita dal numero enorme di libri di scarso valore e di bassa qualità che si pubblicano oggigiorno, che resistono poche settimane nelle librerie o pochi mesi, poi sono destinati al macero con un grande spreco di risorse, molto spesso pubbliche. Noi volevamo fare qualcosa di diverso, di riconoscibile e duraturo nel tempo.

La nostra impresa è piuttosto anomala in quanto facciamo parte della APS Casa Internazionale delle Donne di Trieste, e questo dà caratteristiche specifiche alla casa editrice, siamo una impresa no profit.

Vita Activa propone testi di narrativa, saggistica, memorie, biografie, libri per bambini e bambine, femminismo. Da due anni abbiamo aperto anche una collana di poesia, soprattutto perché è una mia profonda esigenza e passione. Oggi si pubblica molto e di tutto, in poesia. La cosiddetta rinascita della poesia spesso si viene a confondere con una proliferazione di pubblicazioni di scarso valore linguistico e testuale. Interessa apparire, essere socialmente riconosciuti, specie sui social, dove magari ci si scambiano favori e letture critiche positive, poi da ricambiare, con una certa leggerezza e molta improvvisazione. In questo senso aiuta la latitanza di una critica autorevole che non segua botteghe o dogmi.

Per le vendite e la diffusione ci muoviamo molto: oltre al sito e alla reperibilità in rete e in molte librerie in Italia facciamo numerose presentazioni, partecipiamo a Fiere di Libri, proponiamo letture e interventi artistici con danze e musica in luoghi inusuali: associazioni, luoghi di volontariato sociale, musei, ricreatori, badie, scuole, teatri, distretti sanitari. Questo 2020 è stato un anno difficile per l’editoria, come per molti altri settori. Le Fiere in diverse parti d’Italia sono state soppresse, le presentazioni sono mancate, così come le partecipazioni a eventi culturali o artistici, che sono sempre buoni veicoli per le letture. Per fortuna i libri circolano ancora, sebbene con più difficoltà, attraverso forme di collaborazione con librerie che fanno arrivare a casa i libri, o attraverso il sito, o tramite siti di vendita on line. Ci mancano le presentazioni e i rapporti in presenza con i lettori e le lettrici, gli incontri dal vivo che sono appuntamenti vivaci, di scambio importante, oltre che momenti di vendita significativi. Abbiamo fatto qualche presentazione in remoto e alcuni video che abbiamo postato nella nostra pagina FaceBook, ma la mancanza degli incontri pesa. Tuttavia, dal punto di vista delle vendite l’anno è stato meno negativo di quanto potesse sembrare all’inizio, abbiamo evidentemente un pubblico appassionato che ci segue. Abbiamo pubblicato meno libri, anche perché nella stamperia di riferimento è scoppiato il Covid e per un certo tempo hanno chiuso ogni operatività, in seguito hanno lavorato a ritmo ridotto, così oggi, 2021, stiamo ancora smaltendo la lista progettata per lo scorso anno.

In tutto abbiamo pubblicato, al momento, 38 libri, le cui schede si possono leggere sul nostro sito. Facciamo una rigorosa selezione delle proposte che arrivano in casa editrice: abbiamo un comitato di lettura che prende in considerazione tutti i manoscritti. Pubblichiamo otto o nove libri all’anno solitamente. Non chiediamo contributi di alcun tipo per la pubblicazione.

I progetti futuri sono molti. Si è capito da diverse parti e non solo nella filiera del libro che associarsi e mettersi in rete con altre realtà simili è molto importante. Noi siamo dall’inizio associati ad ADEI (Associazione Editori Indipendenti), e da poco è nata anche l’Associazione Editori FVG, che ha la finalità di riunire gli editori del Friuli Venezia Giulia per dare vita a manifestazioni ricreative, artistiche e formative che promuovano e favoriscano la diffusione del patrimonio culturale. Attraverso progetti mirati e in collaborazione portiamo avanti un percorso che punta alla promozione della cultura umanistica rivolto alle scuole, ai diversi istituti e centri di aggregazione giovanile, ai luoghi socialmente deboli o bisognosi di particolare attenzione.

Per quanto riguarda i nostri libri, speriamo quanto prima di tornare al ritmo precedente di pubblicazioni e anzi di aumentarlo. Intanto una prima grandissima soddisfazione è arrivata a gennaio 2021. Il libro di Silvia Ricci Lempen, autrice bilingue italo svizzera, che abbiamo pubblicato a fine 2019, proprio prima che iniziasse la pandemia, ha vinto il prestigioso Premio Svizzero di Letteratura 2021.

Il fatto di essere radicate a Trieste ha inciso notevolmente sulla progettualità di Vita Activa. Ogni territorio lascia impronte di sé sulle cose che accadono, e anche per la nostra impresa è stato ed è così. Questa linea geografica di separazione/unione tra realtà che hanno tratti differenti tra loro, che ha vissuto drammi storici di grande atrocità i cui lembi ultimi a volte ancora emergono in qualche situazione, ha spostato il nostro sguardo verso una maggiore apertura a tutte le tematiche che mettono a confronto ambiti culturali diversi e operano per la comprensione e il superamento delle ostilità palesi o remote. Oggi la situazione è assai differente da quando io arrivai a Trieste, circa venticinque anni fa, allora rimasi molto colpita dal senso di diffidenza e dalla sotterranea inquietudine che si avvertiva nelle relazioni tra le persone, almeno, che io avvertivo venendo da fuori e non conoscendo la storia del luogo se non a grandi linee. Oggi sono giunta a capire che è un grande privilegio vivere in questi luoghi così eterogenei e frutto di convergenze storiche non sempre tranquille, sedimentate negli anni: insieme alla bora dà un senso di vivacità frizzante, come qualcosa che può accadere improvvisamente e senza avvisaglie, per cui occorre stare all’erta, con la mente acuta e gli occhi attenti. Nel tempo diventa un modo di guardare le cose da molti versi e non adagiarsi a una sola visuale. Quindi stimola l’attenzione verso i dettagli, le cose minime che spesso passano senza neppure essere state viste. Tutto questo ha inciso sulle scelte editoriali che cercano di spaziare in questa realtà con molti libri. Solo per citarne alcuni (ma gli altri si possono vedere dal sito): Oltre le parole. Scrittrici triestine del primo novecento, a cura mia, Sei più cinque donne con la penna in mano. Scrittrici e poetesse dell’Istria e del Quarnero, di Giacomo Scotti, Slovenka. Il primo giornale femminile sloveno, a cura di Marta Verginella, Trieste. Una frontiera letteraria a cura di Katia Pizzi, Elettra: storia di un sogno diventato realtà. La Macchina di Luce di Sincrotrone di Trieste di Renzo Rosei. E tanti altri che esplorano le realtà limitrofe e più lontane, come Lettere da Salonicco, di Jelena Dimitrijević, a cura e traduzione di Ginevra Pugliese, o il romanzo biografico Attraversando il fiume in bicicletta di Ana Cecilia Prenz Kopušar.