Reliquie contemporanee di Giorgio Cisco

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Personale di Giorgio Cisco alla Rettori Tribbio di Trieste

di Jasna Merkù

 

L’artista concettuale Giorgio Cisco ha esposto dal 21 aprile al 4 maggio presso gli spazi della Galleria d’Arte Rettori Tribbio di Trieste le sue «Reliquie contemporanee». Le opere esposte concludono un ciclo importante che l’artista ha sviluppato negli ultimi quindici anni e si conclude proprio con quelle più recenti. L’artista che ha alle sue spalle ben cinquant’anni di attività artistica e didattica riflette sul senso dei valori del passato attraverso i problemi attuali del nostro tempo.

La sua pratica quotidiana di insegnante lo ha portato a riflettere sui valori dell’arte e della bellezza nell’intento di dare il suo contributo alla costruzione di un mondo migliore. La sua riflessione parte quindi dal patrimonio artistico e culturale che ha distinto l’Italia e si trova oggi a far parte di quei valori perduti di una nazione che ha annichilito se stessa.

Giorgio Cisco riprende alcune opere significative del passato come fossero reliquie, testimonianze che decontestualizzate e abbinate a linguaggi visivi contemporanei lasciano trasparire problematiche del nostro tempo. Analogie, interferenze, influenze, dipendenze che ci condizionano affiorano agli occhi dell’artista.

Il suo linguaggio visivo è ricercato ed essenziale, rivela maestria nel padroneggiare la tecnica dell’affresco alla maniera michelangiolesca, ma anche la capacità di rielaborazione ed attualizzazione attraverso software digitali che già per loro natura offrono un’immagine disgregata, pronta a esplodere smembrandosi ulteriormente.

Le opere del passato che l’artista riprende in chiave citazionista fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo e da sempre rappresentano nel mondo l’arte italiana. L’elaborazione consiste in più passaggi, ciascuno dei quali contribuisce a deteriorare l’immagine iniziale, a sottolineare l’aspetto decadente del nostro tempo che tende a svilirne i valori, lasciando spazio alla tecnologia imperante, a un mondo virtuale. Gli antichi eroi, santi e diavoli asservono i nuovi padroni del mondo Apple, Microsoft, Google. Così l’affresco di Giusto Menabuoi della vocazione di Pietro ed Andrea diventa un chiaro riferimento alla rete nella quale restiamo sempre più imprigionati se riferita ad internet. Messaggi subliminali giungono a impedirci l’acquisizione diretta della cultura.

Pur facendoci riflettere sugli aspetti che tendono oggi a distruggere la nostra milennaria cultura Giorgio Cisco ci invita a diventarne più consapevoli attraverso la fruizione delle sue opere: l’arte rappresenta l’identità dei popoli e rivisitandola, o anche trasformandola diventiamo portatori dei valori essenziali per l’essere umano: poter creare, comunicare, lasciare un segno.

L’artista ha inoltre saputo elaborare un linguaggio di immediata lettura che implica notevoli capacità progettuali e tecniche. I temi del passato se trasposti nel nostro tempo giungono ad essere sorprendentemente attuali. Ed ecco L’uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci censurato, sia nella versione serigrafata e scatolata che intagliato a laser di plexiglas ed illuminato, con la fascia nera che gli impedisce di vedere che a distanza di 500 anni nulla è cambiato, gli impedisce di vedere la decadenza del nostro tempo. L’intervento dell’artista diventa allo stesso tempo un invito a volgere lo sguardo nella nostra interiorità, a riflettere e riappropriarci di un patrimonio culturale che ci appartiene, ci nobilita ed aiuta a proseguire il nostro cammino con dignità, per non diventare degli automi, degli ingranaggi virtuali, per non diventare i protagonisti dell’affresco di Luca Signorelli ripreso dal Duomo di Orvieto, dei dannati.