IL MONDO DI ESCHER A TREVISO

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di Corrado Premuda

 

La popolarità di cui gode Escher è cosa nota. Basta osservare il pubblico di visitatori che affolla le mostre dedicate alla sua opera: famiglie, appassionati d’arte, curiosi di ogni età e di ogni provenienza. L’artista olandese ha dato vita nei suoi lavori a un’efficace e suggestiva combinazione di elementi fantastici e realistici, e utilizzando metamorfosi, illusioni spaziali e serie infinite è riuscito più di altri a intercettare le peculiarità, i dubbi e le fascinazioni delle generazioni del ventesimo e ventunesimo secolo.

Spazi geometrici, scale regolari ma impossibili, piani sospesi o a prova di gravità. E ancora animali che, senza fine, diventano forme, oggetti, altri animali, simboli. E giochi di specchi, esplorazioni infinite, visioni ambigue. Il mondo di Escher affascina gli scienziati e la gente comune perché gioca continuamente con il nostro sapere e con ciò che si nasconde dietro alla realtà, ad un altro livello: il mondo di Escher permette a tutti di guardare le cose da un punto di vista particolare, quello di Escher stesso.

Dopo il successo di Roma e Bologna, la mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher è ora visitabile a Treviso, al Museo di Santa Caterina. Patrocinata dal Comune di Treviso, l’esposizione è prodotta e organizzata da Arthemisia Group grazie alla collaborazione con la Escher Foundation, ed è curata da Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea. In mostra alcuni dei capolavori del maestro olandese come Mano con sfera riflettente, Metamorfosi II e Casa di scale, ma tutti i disegni e le litografie seducono ugualmente e dimostrano ancora una volta come queste immagini siano entrate con prepotenza nel nostro immaginario, citate e utilizzate in ogni campo, dalla pubblicità al cinema al mondo della canzone pop.

Potremmo dire che l’universo creato da Escher (1898 – 1972) sia frutto di una lunga ricerca solitaria intrapresa da un ragazzo che a scuola non va bene, che non è portato per i corsi di architettura a cui si iscrive per far felice il padre, e che guardandosi intorno e fantasticando capisce che la sua vera passione è il disegno. La definitiva conferma della sua scelta sembra essere il viaggio in Italia che il giovane Escher compie come usavano fare all’epoca tutti gli aspiranti artisti. Al nostro paese resterà sempre legato e specialmente ai paesaggi e alle architetture del Sud. La natura di Campania, Abruzzo e Calabria lo colpisce e il suo occhio, già proiettato verso la dimensione matematica e fantastica della realtà, fa sue le immagini mediterranee e le immortala in una serie di grafiche, meno note delle opere successive ma non per questo meno sorprendenti, grafiche che anzi rappresentano probabilmente la parte più interessante della mostra.

L’Italia ispira Escher, basta pensare alla lezione appresa da Piranesi e dalle sue prigioni, e gli porta anche fortuna perché negli anni Venti ottiene un notevole successo con la sua prima mostra allestita a Siena. Successivamente le sue opere vengono conosciute anche all’estero, con mostre via via sempre più numerose, fino a quella organizzata nel suo paese, l’Olanda. Escher decide di stabilirsi definitivamente in Italia, comprando casa a Roma, e anche qui ha la fortuna di vedere una mostra a lui dedicata con conseguente successo di pubblico. Straordinarie e spiazzanti le sue vedute dall’alto dell’interno della basilica di San Pietro con tanto di prospettiva impossibile da far venir le vertigini, nonché gli scorci rubati del Colosseo e della nuova sistemazione fascista dei fori imperiali.

Nella mostra trevigiana c’è ampia documentazione anche sulla cultura artistica dell’Art Nouveau che Escher aveva assorbito dall’insegnamento di Jessurum de Mesquita. Compaiono poi le leggi della percezione visiva e gli studi legati alla cristallografia, le implicazioni matematiche che nel secolo scorso ispireranno non solo gli artisti figurativi ma anche autori letterari come Georges Perec. Divertente la parte dedicata all’eco prodotta dall’opera di Escher nella nostra società: cinema, musica, arte, pubblicità hanno citato spesso il suo mondo e tra gli episodi più gustosi il divieto dato dall’artista a Mick Jagger che voleva una sua immagine per la copertina di un disco dei Rolling Stones.

Completano l’offerta della mostra i laboratori didattici pensati per gli studenti: quello per i più piccoli mira a sviluppare l’immaginazione geometrica e l’intuito, mentre per i ragazzi c’è un suggestivo percorso dalla dimensione trasversale che dimostra come anche la matematica può essere arte.

 

 

Maurits Cornelis Escher

Treviso, Museo di Santa Caterina

orari:

lunedì 14.30 – 20.00,

da martedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00,

(la biglietteria chiude un’ora prima della chiusura)

biglietti:

intero 13 euro, ridotto 11 euro, ridotto gruppi 11 euro, ridotto scuole 5 euro

Informazioni: 0422/1847103

 

Maurits Cornelis Esher

Mano con sfera riflettente, 1935

Litografia

 

Maurits Cornelis Esher

Vincolo d’unione, 1955

Litografia

 

Maurits Cornelis Esher

Mani che disegnano, 1948

Litografia

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