Černigoj e l’ex libris

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Cronaca di una vocazione mancata

di Claudio Stacchi

 

Avgust (Augusto) Černigoj è stato un artista che, come pochi altri, ha attraversato l’intero Novecento venendo a contatto con le principali avanguardie e, molto spesso, partecipandovi attivamente. Nato nel 1898 a Trieste, porto cosmopolita dell’impero austro-ungarico e porta dell’Est per definizione, si forma in un crogiolo di culture (italiana, slovena ed austriaca) che gli renderà naturale assorbire i più vari influssi artistici mitteleuropei. Non a caso, dopo aver frequentato la Scuola per capi d’Arte di Trieste ed aver incontrato i futuristi a Bologna, nel 1922 si trasferisce prima all’Accademia di Monaco di Baviera e poi, per un breve periodo, alla Scuola razionalista del Bauhaus di Weimar, dove studia con Kandinskij, Moholy-Nagy ed El Lissitzky, venendo a contatto con il costruttivismo sovietico. Lasciata Weimar, Černigoj si trasferisce a Lubiana dove si lega ai circoli artistici di avanguardia della città e organizza la “Prima Mostra Costruttivista” nel 1924, fondando nello stesso anno, assieme a Ferdo Delak, la rivista Novi order, di ispirazione futurista-costruttivista. Nel 1925 l’artista venne accusato dalle autorità jugoslave di attività sovversiva “filo-comunista” ed allontanato: Černigoj fece ritorno a Trieste dove si stabilì definitivamente diventando per parecchi decenni uno dei principali riferimenti della vita artistica e culturale della città. Nella sua multiforme attività, si dedicò alla pittura, alla grafica, all’illustrazione, all’arredamento navale, alla scenografia, all’arte sacra e, a partire dal secondo dopoguerra, all’insegnamento nel liceo sloveno di Trieste. Nel 1970 aprì una scuola privata che ebbe un ruolo importante nella formazione di artisti come Marjan Kravos, Claudio Palčič, Franco Vecchiet ed Edvard Zajec.

La grafica ha sempre avuto un ruolo importante nell’attività artistica di Avgust Černigoj. A partire dalle linoleografie costruttiviste realizzate negli anni ’20 per riviste d’avanguardia come Tank o Naš Glas, nei decenni successivi l’artista sperimenta varie tecniche privilegiando xilografie, acquaforti, bulini e puntesecche, declinandole per lo più in piccoli formati. Nonostante la sua attività di grafico fosse piuttosto intensa, non c’è evidenza che in questo periodo Černigoj si dedichi alla realizzazione di ex libris, contrariamente ad altri artisti sloveni come Saša Šantel o Avgust Bucik che si erano cimentati con successo in questo campo fin dall’inizio del secolo. è curioso quindi che Marjan Kravos, noto incisore triestino ed allievo di Černigoj al liceo, ricordi come nel corso della primissima lezione il compito assegnato alla classe dal professore fosse proprio la creazione di un ex libris!

Negli anni ’60 Černigoj, forse su invito dei corregionali Tranquillo Marangoni e Virgilio Tramontin, a quel tempo già apprezzati autori di ex libris da almeno due decenni, si avvicina alla B.N.E.L. (Bianco e Nero Ex Libris), contribuendo con delle xilografie a varie cartelle a tiratura limitata che l’associazione editava abitualmente in occasione di Congressi Internazionali exlibristici (fra queste, segnaliamo Amburgo 1966, Como 1974 e Lugano 1978). Queste opere erano solitamente grafiche libere, ed i rari ex libris erano degli ipse, cioè creati dall’artista per sé stesso, per contrassegnare i propri libri.

In questi anni vengono realizzate, con grande probabilità, le sei grafiche illustrate in questo articolo. Il loro reperimento e la loro conservazione per oltre cinquant’anni si deve a Giuseppe Cauti, ingegnere pescarese innamorato dell’ex libris, collezionista, studioso e promotore instancabile di questa forma d’arte. Cauti, a fine anni ’70, frequenta regolarmente la villa sulle rive del lago di Como del suo mentore exlibristico: un altro ingegnere, quel Gianni Mantero fondatore della B.N.E.L. e “custode temporaneo” (per dirla con Stefan Zweig) di una delle maggiori collezioni del mondo, composta da oltre 60.000 ex libris di cui circa 700 a suo nome. Cauti, nel corso di queste visite, ha tempo e modo di compulsare il ricchissimo materiale messogli a disposizione da Mantero, e la sua attenzione viene colpita da due ex libris anepigrafi di stile diversissimo fra loro, che portano la firma di Avgust Černigoj. Il primo è “Pescatori”, di carattere figurativo, derivato da una lastra incisa all’acquaforte nel 1944 (Fig. 1), il secondo, più recente, è una composizione di volti ed occhi di sapore quasi neo-dada (Fig. 2). Su entrambi i fogli, nati evidentemente come grafiche libere, l’artista ha apposto la locuzione “ex libris”, ma senza indicare il nome del titolare. Cauti chiede lumi a Mantero il quale, pur apprezzando molto il lavoro di Černigoj, non ha mai commissionato un’edizione a suo nome all’artista triestino: l’ingegnere non è in grado di fornire informazioni più precise e regala generosamente all’ospite i due foglietti.

Giuseppe Cauti (Cicci per gli amici) è uomo che non si arrende facilmente. A Lenno, a una ventina di chilometri da villa Mantero di Stomaino, c’era un’altra villa, il quartier generale del mercante d’arte Luigi Filippo Bolaffio. Fin dagli anni ’30, Bolaffio si occupa principalmente di ex libris e piccola grafica: oltre alla vendita diretta delle opere, funge anche da trait d’union fra artisti e collezionisti, promuovendo i primi e proponendo ai secondi di commissionare alle sue nuove scoperte delle edizioni a loro nome. Per questa attività, Bolaffio fa solitamente realizzare agli artisti un piccolo portfolio di ex libris anepigrafi per proporli poi alla sua vasta clientela, sia italiana che internazionale (soprattutto statunitense). Cauti chiede a Bolaffio informazioni su Černigoj: il mercante ha nel suo archivio quattro pezzi, due xilografie figurative degli anni ’40 (I marinai e Autoritratto – Fig. 3 e 4) e due composizioni più moderne, dello stesso stile di quella reperita a casa Mantero, in cui volti, occhi e architetture si intrecciano a creare giochi prospettici di grande profondità (Fig. 5 e 6). Nessuna delle quattro incisioni riporta il nome del titolare: «Ho provato a proporle ai miei clienti d’oltreoceano ma le trovano troppo astratte» spiega Bolaffio. Collezionisti passatisti o Černigoj troppo avanti, come sempre, rispetto ai contemporanei? Probabilmente entrambe le cose: ad ogni buon conto, purtroppo, il mondo dell’ex libris non ha potuto contare sul contributo di creatività e di idee innovative che l’artista triestino avrebbe sicuramente saputo apportare.

Cicci Cauti acquista da Bolaffio le quattro grafiche e, lasciando Lenno, si propone di commissionare a Černigoj un’edizione di ex libris a suo nome. Quando lo farà, sarà però troppo tardi: l’artista, ormai anziano, non si dedica più all’incisione.

Avgust Černigoj morirà l’anno successivo, nel novembre del 1985.

 

 

Autoritratto

xilografia su legno di filo, 1945