Aggiornata la bibliografia di Fölkel

| | |

Scoperto e attribuito all’autore triestino un antecedente di Monàde. 33 poesie del Giudeo

di Roberto Dedenaro

 

Ho sempre ritenuto che la poesia di Ferrruccio  (Fery) Fölkel, non abbia sempre avuto il giusto rilievo, che invece essa merita, nella storia della produzione letteraria triestina e ho tentato anche di darmi delle ragioni, per così dire, oggettive. Fölkel era noto innanzitutto per alcuni lavori in prosa, opere che potremmo definire fondamentali, quali il volume sulla Risiera di San Sabba, uscito nel 1979, il primo studio divulgativo, ma storicamente corretto e permeato di una grande indignazione morale, che raccontasse agli italiani cosa era stata la Risiera di Trieste negli anni dell’occupazione nazista.

Di  altro sapore i due volumi delle Storielle Ebraiche, usciti nel 1989 e 1990, che ebbero un largo successo di pubblico e verso i quali molti, fra gli altri Moni Ovadia, hanno contratto qualche debito di riconoscenza.

La poesia, per la sua stessa natura, a volte più impervia nel concedersi al lettore, era stata un po’ oscurata anche dalla quasi coeva pubblicazione di Ponterosso di Carolus Cergoly, nel 1976, e la ricerca anche linguistica di Fölkel, da lontano appariva quasi un remake dei passi già compiuti da Cergoly, alla ricerca di una lingua dialettale moderna e comprensiva delle altre tradizioni linguistiche della città, che fosse un po’lo specchio di una città che riscopriva la sua appartenenza ad una vagheggiata mitteleuropa. Non va infatti, scordato che sono gli stessi anni in cui in città infuriava il dibattito seguito al Trattato di Osimo da cui era nata una formazione politica come La lista per Trieste. Si potrebbe sintetizzare che ad un’idea, in qualche modo e generalizzando, di città ripiegata su sé stessa, nelle poesie di Cergoly e di Fölkel si leggeva, quasi all’opposto, una ventata da una porta spalancata sull’entroterra e, fra i due, il primo era senz’altro più lineare nell’incarnare il verbo mitteleuropeo. Di più, Fölkel, dopo Monàde. 33 poesie del Giudeo, in poesia, aveva pubblicato il Racconto del 5744, un testo interessantissimo, dolente in cui la sua tensione fatta di studio e di ricerca verso una personale identità ebraica si era fatta racconto autobiografico, ma anche forma in prosa e poesia. Tutto sembrava concorrere a ritenere la produzione poetica di Fölkel come qualcosa di  marginale, secondario alla scrittura saggistica. Niente di più sbagliato dopo la lettura di  17 poesie del giudeo di Ernesto Belgrano, a cura di Elvio Guagnini, edito da Eut, che riproduce in edizione anastatica una raccolta, le diciassette poesie appunto più alcuni altri testi che erano apparsi sulla rivista Umana di Aurelia Gruber Benco e in una Prima antologia di poeti nuovi, Edizioni della Meridiana, Milano,  siamo negli anni cinquanta, che testimoniano in maniere inequivocabile l’interesse per la poesia e la ricerca formale e tematica di Fölkel stesso ben prima di Monàde. Qui vanno fatte alcune precisazioni: da un lato si deve sottolineare il prezioso e utilissimo lavoro di ricerca di Elvio Guagnini, che certifica senza ombra di dubbio, come dietro lo pseudonimo di Ernesto Belgrano si celi Ferruccio Fölkel e dall’altro la difficoltà che s’incontra, e questo valorizza ancor più la ricerca di Guagnini, a ricostruire una biografia senza spazi bianchi di Fölkel.

Va notato che anche i nomi con cui si firmava ebbe un’evoluzione,  interessante, per delineare un rapporto non lineare con  un’identità che caratterizza la sua opera. Negli ultimi anni della sua vita Fery Fölkel, che aveva molte difficoltà a spostarsi da Milano, manteneva contatti  telefonici a Trieste e altrove riuscendo ad essere informato, anche da lontano. Naturalmente parlava anche di sé e dei suoi ricordi, ma mai in una modo sistematico, lasciando intendere delle cose e intravvedere delle altre, ma soprattutto gli anni della guerra, del suo rapporto con il movimento partigiano e del suo ritorno a Trieste, dove lavorò per il Governo Militare alleato e poi al Conservatorio Tartini, prima di essere assunto dalla Mondadori a Milano, dove ebbe importanti incarichi redazionali, sono difficili da ricostruire.

Prezioso, come abbiamo detto, dunque, il lavoro di ricostruzione fatto da Guagnini che, ritroviamo nella prefazione al libro, e che certifica senza ombra di dubbio come l’autore delle 17 poesie del Giudeo sia proprio Ferruccio Fölkel. Nell’edizione originale del 1954, ed anche in questa riproposizione anastatica, sulla seconda di copertina ritroviamo persino un ritratto dell’autore Ernesto Belgrano, eseguito da Enzo Cogno, artista di origini siciliane che a Trieste aveva dato vita, fra l’altro, insieme a Miela Reina ed altri al gruppo di Arte Viva. La scoperta di questo testo ha portato poi al recupero di altri testi di Fölkel, una prosa e delle poesie, apparsi su Umana, la nota rivista diretta da Aurelia Gruber Benco e sei poesie pubblicate in Prima antologia di poeti nuovi per le edizione Meridiana nel 1950. Nel loro insieme i testi qui raccolti  ci fanno vedere, il percorso che ha portato poi Fölkel alla grande qualità delle opere successive, ma non solo. La prosa Cronaca del Giudeo, apparso per la prima volta su Umana nel 1955 è un breve racconto, in cui il protagonista, che si chiama Ernesto, giudeo rifugiatosi in Puglia, all’arrivo degli americani nel 1943, ne diventa un loro collaboratore, anche perché conosce la lingua. In questa veste viene inviato dietro le linee nemiche per organizzare la propaganda clandestina antifascista. Qui, inoltre, avrà una tormentatissima storia d’amore per una ragazza apparentemente molto diversa da lui, ma che lo attrae inesorabilmente. Anche tra queste pagine emergono alcune caratteristiche fondamentali dell’opera di Fölkel: un tormentato rapporto con gli altri, al centro c’è una relazione con una donna che spesso non è soddisfacente, oppure lo è fugacemente, l’identità ebraica e l’antifascismo come stella polare. Inoltre, è lecito chiedersi quanto vi sia di autobiografico in questo racconto dagli evidenti spunti autobiografici, mi si perdoni il gioco di parole. Forse solo una ricerca presso gli archivi del P.W.B. – Psychological Warfare Branch, organizzazione militare anglo-americana, costituita con lo scopo di controllare la comunicazione nei territori occupati per cui il protagonista lavora, può darci una risposta. Sul P.W.B. esiste anche una pagina di Wikipedia che fra l’altro afferma che all’organizzazione: «collaborarono storici, professori universitari, romanzieri, scrittori, produttori e giornalisti anche italiani o comunque di preferenza di origine italiana».

Fondamentali poi sono, le  17 poesie del Giudeo, che formano il nucleo fondamentale del libro; anche con lo sguardo superficiale di questa recensione possiamo rilevarne alcuni tratti: come un certo multilinguismo,  poi in Monade, già qui si vede, e mi pare di poter dire assai giustamente Guagnini rileva certi debiti con l’opera di Saba,  va inoltre evidenziato una carica antilirica molto forte: era domenica cercavo un casino/ Milano mi piaceva in gola avevo/ gusto di caldarroste e maionese oppure e il gioco finisca/ o s’appalesi dove s’appalesi sembra un’ arcaismo stridente.

C’è poi questo insistere su una condizione umana, in tutti i diversi nuclei del libro, quella del Giudeo che per Fery, non fu un’eredità e basta ma una continua ricerca che durò tutta la vita e che gli sembrò un possibile segno di senso, insieme all’amore, all’idea di un mondo più libero e giusto, quasi la mossa decisiva nel continuo corpo a corpo a cui siamo chiamati con la nostra solitudine. Quasi come un post scriptum vale la pena di segnalare che con il titolo Balivernes nella collana Triestiana è uscita a Parigi una splendida edizione bilingue di Monade, con le traduzioni in francese di Laurent Feneyrou e Pietro Milli e un’introduzione di Elvio Guagnini e postfazione e Laurent Feneyrou, che conferma l’interesse per la cultura triestina ma ancor di più per l’inquietudine tutta contemporanea delle pagine di Fery Fölkel.

 

Ernesto Belgrano

(Ferruccio Fölkel)

17 poesie del giudeo

EUT – Edizioni

Università di Trieste, 2023

  1. XXVII + 62, euro 12,00,