Al via con Boccherini

| | |

di Luigi Cataldi

 

La presentazione del nuovo direttore artistico, Marco Seco, un minuto di silenzio per la recente scomparsa di Renato Zanettovich del glorioso Trio di Trieste, poi la sorprendente musica di Luigi Boccherini eseguita da Fabio Biondi e dal nucleo cameristico dell’orchestra Europa galante: così si è aperta la XC stagione della triestina Società dei concerti.

Fantasia, originalità e metodo filologicamente rigoroso, ma rivolto a chi ascolta con l’orecchio e non solo agli eruditi, sono le ragioni del successo di Europa galante, orchestra affermatissima nel repertorio sei-settecentesco strumentale e vocale (le Stagioni vivaldiane sono una pietra miliare dell’interpretazione del barocco) fin da quando Fabio Biondi, violinista e direttore, la fondò nel 1989. Da allora il suo repertorio si è esteso all’Ottocento, anche vocale: nel 2001 una discussa ma originalissima Norma al Regio di Parma restituì al capolavoro di Bellini i timbri, i tempi e la maniera della prima esecuzione.

A Trieste è stato possibile apprezzare il gruppo da camera di Europa galante in un programma boccheriniano (un duo, due trii, un quartetto e due quintetti con chitarra) ordinato in senso cronologico.

Luigi Boccherini (Lucca 1743-Madrid 1805), sebbene oscurato dalla fortuna del classicismo viennese, fu autore fondamentale, oltre che per la moderna tecnica del violoncello, suo strumento d’elezione, per la nascita e lo sviluppo della musica da camera, alla quale dedicò le maggiori energie: più di 150 quintetti, un centinaio di quartetti, duetti, trii, sonate solistiche per vari strumenti. Uno dei suoi più esperti committenti, musicista di valore lui pure, Federico Guglielmo II re di Prussia, disse di gradire le sue composizioni più di qualsiasi altro dono e lo ingaggiò lasciandolo assolutamente libero di comporre senza condizionamenti di sorta. Di questa libertà Boccherini fu geloso. Nel 1799 scrisse all’editore Pleyel: «Sono presto 40 anni che sono scrittore, e non sarei Boccherini se avessi scritto come voi mi consigliate, né voi sareste Pleyel, e quel Pleyel che siete […] Tenete presente che non vi è cosa peggio che legare le mani ad un povero autore, cioè metter limite all’idea e immaginazione di questo». Parole che rivelano una moderna concezione di cosa debba essere uno «scrittore», seppure di musica.

Si stabilì dal 1776 a Madrid al servizio dell’infante Luigi di Borbone e vi restò per il resto della vita. Lo spirito madrileno anima le due più interessanti composizioni eseguite a Trieste.

La prima è il Quintetto in re maggiore G448 Fandango”. Europa galante mostra bene la cura di Boccherini per la tecnica strumentale (tessiture acute con impiego di suoni armonici, corde doppie, glissandi nel violoncello; la chitarra «a la manera de tocar del Padre Basilio», il cistercense creatore della moderna tecnica chitarristica). Il quintetto, in due parti secondo il modello introduzione delicata e movimento ampio e dinamico (Pastorale-Allegro maestoso; Grave assai-Fandango), è giustamente celebre per la danza finale: un ostinato sui soli accordi di tonica e dominante che segue il moto vorticoso dei sentimenti, con pianissimi e fortissimi, accelerandi e rallentandi, assoli e tutti, in un intreccio fantasioso, gioioso, drammatico e catartico.

Singolarissima è poi la Retirate de Madrid, finale del Quintetto in do maggiore G453. Le 12 variazioni del tema proposto descrivono ciò che si ascolta per le strade della città dal rintocco dell’Ave Maria fino alla ritirata. Vi passa una banda militare, il cui suono si mescola a canti e danze popolari; gli archi e la chitarra danno corpo alle voci, ora in primo piano, ora confuse nel frastuono. Inizialmente la musica si ode appena, in lontananza, poi si avvicina e la si sente sempre più forte, infine si allontana di nuovo e si spegne nel silenzio. Si tratta, come nelle Quattro stagioni vivaldiane, di “teatro strumentale” in cui i riferimenti extramusicali sono assorbiti all’interno di quelli musicali. Un teatro di cui gli esecutori-attori di Europa galante sono stati ottimi interpreti. Un inizio di stagione promettente.