Alfabeto del 28° Trieste Film Festival

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di Stefano Crisafulli

 

A come A good wife (Dobra Žena): è il film di Mirjana Karanovič che ha vinto il Trieste Film Festival. Al debutto come regista, l’attrice serba ha fatto subito centro con una storia drammatica, ispirata ad un fatto realmente accaduto

B come Bellucci Monica: L’attrice italiana, oltre ad essere tra i protagonisti dell’ultimo film di Kusturica, ha ricevuto il premio Eastern Star Award

C come Cinema con la ‘c’ maiuscola, perché si conferma ancora vivo e pulsante

D come Dobro: di Marta Hernaiz Pidal, è uno dei cortometraggi più belli e significativi. Mira, una donna Rom che ha l’abitudine di sedersi davanti al portone di un condominio, viene inizialmente rifiutata e poi accettata da Selma

E come Europa centro orientale: è il bacino di provenienza dei film del festival

F come Fai bei sogni: il film di Bellocchio (presente anche ad un incontro al Magazzino delle Idee), tra gli eventi speciali del festival, non ha deluso le attese

G come Glory (Slava): i bulgari Grozeva e Valchanov, al loro secondo film, descrivono con gelida ironia un conflitto di classe nella Bulgaria di oggi

H come Hrebejk Jan, il regista ceco di Učitelka (The teacher), film d’apertura

I come Immagini residue (Powidoki), l’ultimo film del grande Andrzej Wajda

K come Komunia (La comunione), il documentario polacco di Anna Zamecka che ha vinto il premio Alpe Adria Cinema

L come La sigla del festival: splendide le immagini marine e la voce di Fleurie

M come Mareplurale: progetto di un fotomosaico formato da cinquemila ritratti

N come Na mliječnom putu (On the Milky Road) di Emir Kusturica: presentato l’ultimo giorno alla Sala Tripcovich, è un coacervo di temi già visti: dagli animali (vanno menzionati, oltre a numerose oche, il falco danzante, il serpente salvifico e l’orso goloso) alla guerra (sempre ben presente in tutta la sua follia), sino all’amore che apre a una dimensione magico-esistenziale

O come Omero Antonutti: oltre ad un libro su di lui, scritto da Guido Botteri, il festival gli ha reso omaggio con la proiezione di Padre padrone, il film dei fratelli Taviani che lo vide protagonista nel 1977

P come Puiu: Cristi Puiu ha tenuto una masterclass e il suo Sieranevada è stato proposto alla Sala Tripcovich nell’ambito della sezione ‘nuovo cinema rumeno’

Q come Qualità: anche quest’anno non è mancata

R come Repliche: finalmente!

S come Scris/Nescris (Scritto/Non scritto): è il cortometraggio di Adrian Silisteanu che ha vinto, meritatamente, il premio del pubblico

T come Trieste, Yugoslavia: documentario fuori concorso su piazza Ponterosso negli anni ’60 e ’70 che ha avuto un enorme successo di pubblico

U come Mister Universo: curioso docufilm in concorso sui circhi di periferia

V come Vitalij Manskij: omaggio ad uno dei più importanti documentaristi russi

Z come come Zelovič Lidija: autrice di My own private war, sulla memoria della guerra in Bosnia

 

Didascalia: Cerimonia di premiazione, foto di Betty Maier