Avventure nell’archeologia
Anna Calonico | età evolutiva | Il Ponte rosso N° 78 | marzo 2022
Un libro che ci porta tra le sabbie egiziane alla ricerca di grandi scoperte archeologiche
di Anna Calonico
C’era una volta…
«Un re!» diranno subito i miei piccoli lettori.
E invece no. C’era una volta Giovanni Belzoni.
A questo punto vi chiederete tutti, grandi e piccini, chi fosse mai Giovanni Belzoni.
Era «un uomo portentoso, un gigante dai capelli rossicci che mi aveva insegnato a non aver paura di niente». Così, almeno, lo descrive James Curtin, il protagonista di James e lo sguardo del gigante, un libro di Lorenza Cingoli e Martina Forte che ci porta dritti dritti tra le sabbie egiziane alla ricerca di grandi scoperte archeologiche.
Giovanni Battista Belzoni è un personaggio realmente esistito, nato a Padova nella seconda metà del ’700; è uno degli archeologi più importanti e, ironia della sorte, meno conosciuti, ma che in qualche modo rivive nel personaggio di Indiana Jones, visto che il regista George Lucas si è ispirato proprio allo studioso italiano per dare ad Harrison Ford quello splendido ruolo.
Anche quasi tutti gli altri personaggi della storia sono reali, e, pur romanzata, la narrazione racconta le gesta avventurose di alcune spedizioni in Egitto che hanno portato fino a noi, badate bene, meraviglie del calibro del Giovane Memnone, la tomba di Seth I, l’accesso alla piramide di Chefren, la valle dei nobili, l’obelisco di File, il tempio di Ibsambul.
Il protagonista, come dicevo, è James Curtin, un ragazzino al servizio del professor Belzoni, che, con iniziale gran paura, diventa suo assistente in imprese mirabili e avventurose e scopritore lui stesso. A sostenere e aiutare i due ci sono Sarah, la moglie di Belzoni, e due amichetti di James. Si tratta di Selina, una coetanea nobile e bellissima che fa battere il cuore a James ogni volta che si incontrano, e di Nabil, un piccolo arabo che con il suo turbante appare in continuazione a sorvegliare e spiare James e Belzoni.
E aspettatevi un colpo di scena riguardo a questi due giovinetti! Entrambi, infatti, hanno un ruolo un pochino misterioso, e anche il professor Belzoni non sembra fidarsi di Nabil, perché in lui c’è qualcosa di strano e oscuro che non convince sulla bontà delle sue azioni. Che sia veramente una spia? Che voglia rubare i segreti di Belzoni fingendosi un amico? Che si tratti di un doppiogiochista? Che sia pagato dai francesi? Dagli inglesi?
Perché, in effetti, il recupero di molti reperti egizi, e in particolare la statua del Colosso, è soprattutto una mera questione politica fra Inghilterra e Francia. Fino all’ultimo, la narrazione ci tiene in sospeso: chi riuscirà a togliere finalmente il giovane Memnone da quella piana paludosa? Sempre se qualcuno ci riuscirà prima della piena del Nilo.
Fatto sta che tra amici, spie, tempeste ed imprevisti, James ci conduce in tombe e cunicoli, tra mercati, rovine, deserti. Non mancano insetti velenosi, fantasmi, stregoni che mandano maledizioni, ponti poco resistenti e buie voragini da sorpassare con un balzo. C’è proprio di tutto, e a coronare tutte queste peripezie c’è anche qualche bel sorriso della furbissima Selina.
Si tratta di una lettura intrigante, fatta di avventure, colpi di scena, travestimenti, e, cosa che non guasta, è anche educativa poiché si tratta di un vero e proprio viaggio nel passato alla scoperta dell’antico, affascinante Egitto.
A farla breve, posso assicurare i miei piccoli, o grandi, lettori che la storia ci tiene in suspense sino all’ultima pagina; è adattissima a chi già si interessa di civiltà antiche, non per forza soltanto quella egizia, e può essere una piacevole scoperta (la parola chiave del libro) per chi invece non si è mai messo nei panni di un archeologo e non ha mai pensato a quanto può essere un lavoro difficile, esaltante, pericoloso… decisamente pieno di emozioni forti!
«Mi bloccai davanti ad una statua ciclopica riversa nella sabbia, con le braccia enormi schiantate all’altezza del gomito e un copricapo scolpito a strisce di pietra interamente consumato dal tempo […] Questa statua è davvero stupenda, addirittura più bella di quello che ci hanno raccontato».
Riuscite anche voi a sentire la meraviglia della scoperta e la bellezza da lasciare senza fiato di questo busto?
Tralasciando la storia e soffermandoci invece sulla scrittura possiamo dire che è semplice e fluida, attenta a non scoprire mai completamente, in modo che sia difficile riuscire a smettere di leggere. I capitoli sono brevi e anche questo aiuta a girare continuamente le pagine per poter sapere come prosegue la vicenda. In definiva, si può dire con un notevole margine di certezza che questo libro verrà divorato da chi lo prende in mano!
Personalmente, trovo molto accattivante anche il titolo: James è naturalmente il protagonista, ma “il gigante”, a mio parere, non è affatto scontato che sia Belzoni, come credevo all’inizio della narrazione. Dicevo, infatti, che questo testo può appassionare anche chi non è già un amante dell’archeologia, perché le descrizioni dei vari reperti scoperti non si limitano a farci sapere di che cosa si tratta, ma ci mostrano quasi la loro anima. Il Colosso, ad esempio, questa enorme statua che solo più tardi si scoprirà essere un ritratto di Ramses II, ha uno sguardo quasi vivo, penetrante, che non può lasciare indifferente: «uno splendido volto di pietra dagli occhi enigmatici». Gli occhi della statua che i personaggi ammirano nella sabbia da un giorno all’altro possono venire chiusi dal limo del grande fiume in piena. Entrano nei sogni dei protagonisti, assillano francesi ed inglesi.
Non ho avuto modo di chiederlo alle autrici, e vi confesso che non voglio neppure sapere se ho ragione, ma una volta conclusa la lettura mi sono convinta che «lo sguardo del gigante» si riferisce proprio a quella immensa statua che troneggia al British Museum. Del resto, l’incontro con quel gigante ha cambiato la vita sia di James che di Belzoni.
Infine, forse vi chiederete perché ho cominciato l’articolo con l’incipit di Pinocchio. Ebbene: perché il finale di James e lo sguardo del gigante mi ha ricordato il finale del libro di Collodi, quando il Pinocchio bambino ricorda com’era buffo in passato, quando era un burattino. Proprio così: in una bellissima scena in cui Selina si toglie le scarpe come amava fare, in segreto, da bambina, lei e James, ormai giovani adulti, ricordano con affetto scherzoso i tempi in cui si sono conosciuti in Egitto, e c’è una nostalgia così dolce in quel capitolo che mi ha fatto tornare in mente le ultime parole di Collodi, quelle che mettono fine ad un’avventura che sembrava senza fine.
Lorenza Cingoli
Martina Forte
James e lo sguardo del gigante
Lapis, 2021
- 232, euro 12,90