Bilanci al confine orientale

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In un romanzo di Marina Torossi Tevini si intrecciano storie sullo sfondo di questioni ancora oggi molto dibattute

di Roberto Dedenaro

 

Il postino che non suona quasi più, figurarsi due volte, e adesso non passa nemmeno ogni giorno, inatteso, lascia nella cassetta l’ultimo libro di Marina Torossi Tevini, preannunciato da una telefonata preoccupata, l’autrice temeva per la lunghezza del volume e quasi se ne scusava. Comunque per quanto piuttosto spesso, posso assicurare che il libro è entrato nella mia cassetta delle lettere e se ne è anche uscito, ed è stato persino letto dalla prima all’ultima pagina, perché questo Trieste. La resa dei conti, a discapito della sua impotenza si concede con una buona scorrevolezza al lettore. Ma prima di entrare fra le sue pagine, bisognerebbe dire qualcosa sul percorso svolto fin qui dalla Torossi Tevini, che ha al suo attivo un certo numero di volumi, sia in prosa che in poesia, dall’iniziale Donne senza volto del 1991 ad oggi. Dal suo puntualissimo sito web, marinatorossi.it, possiamo notare, infatti, come i libri pubblicati siano una decina, con una certa propensione per la prosa e con una tendenza verso la saggistica. Fin dal suo esordio, in altre parole, la Torossi Tevini ha voluto darci l’impressione non tanto di parlare di sé, quanto di voler dialogare con il lettore di problematiche attuali, della globalizzazione e del futuro dell’Europa e del mondo, con grazia, senza esagerare, tessendo le sue trame narrative come fossimo in un salotto intorno alle cinque pomeridiane ed insieme al tè e agli scones arrivassero anche un po’ di paginette da leggere e commentare, così insieme agli amici. In questo senso non tradisce le attese questo Trieste. La resa dei conti, edito da Campanotto editore di Udine, che, dopo esser stato sfogliato, ci fa dire che trattasi del lavoro più complesso e ambizioso, forse, dell’autrice.

Come dice il titolo siamo di fronte ad una narrazione che vuole parlarci di Trieste, delle sue tante contraddizioni, argomento davvero inesauribile, ma allo stesso tempo di arrivare ad una “resa dei conti”, e siamo curiosi di sapere quale. La materia da maneggiare è complicata: nel libro l’autrice impasta una trama narrativa abbastanza consueta, un gruppo di amici si ritrova alla fine della giovinezza e fa, come sempre in questi casi, una serie di bilanci dei propri fallimenti, dei rari successi, della propria vita, insomma, ripassa in rassegna i grandi eventi civili che hanno toccato Trieste e il suo entroterra negli ultimi quarant’anni. Tutto questo bel po’ di roba è ricostruito soprattutto attraverso l’uso del dialogo mentre intorno succede poco, gli amici sembrano avere poca voglia di muoversi e non sembrano avere ansie particolari, parlano e vanno a pescare e a cena durante tutto l’arco della loro vacanza-reunion, poi tornano a casa, uno muore gli altri forse cambieranno qualcosa della loro vita. Nel frattempo una delle loro mogli o compagne come si deve dire, va a fare una vacanzetta simile alla loro, ma a Barcellona e ritrova il suo amico degli anni giovanili, con cui aveva fatto un viaggio in India, ma anche nella accaldata Catalogna non succede quello che tutti ci aspetteremmo, i due parlano dei figli e dei problemi mondiali, ma sesso nulla non c’è nemmeno il candore di un lenzuolo sullo sfondo.

Alla fine del libro conosciamo buona parte della storia recente della città e abbiamo sentito i protagonisti dissentire e disquisire sul riscaldamento globale e sulla crisi di Wall Street durante tutto il lungo narrare del libro. E poi? E poi è necessario ancora notare, questa è la parte fondamentale del libro, che uno dei protagonisti trova fra le carte del padre una narrazione che lo fa spendere tutto il tempo della sua permanenza, in città e in vacanza con gli amici a leggere gli appunti paterni, e soprattutto, ce li fa leggere pure a noi, in prima persona.

Il padre di Alessandro, questo lo scopritore, aveva aderito dopo l’occupazione nazista di Trieste, dopo l’otto settembre 1943, al CVL, Corpo Volontari della Libertà, una formazione non comunista che si batteva contro il nazismo e il fascismo per una Trieste italiana. Il racconto del padre è il punto forte del libro, nasce dagli appunti reali del padre dell’autrice e racconta la difficile situazione e le divisioni degli antifascisti triestini fino all’aprile del ’45, con l’arrivo, dopo i quaranta giorni di occupazione titina della città, degli angloamericani. Alla fine il figlio capirà, è questa la resa dei conti richiamata dal titolo, lo stato d’animo del padre, che aveva vissuto sentendosi uno sconfitto il dopoguerra e gli esiti della guerra di liberazione al confine orientale, anche se oggi possiamo forse dire che fra i combattenti contro il nazifascismo di allora, il futuro sembra aver dato maggior ragione alle forze non comuniste, ma il discorso qui si farebbe enorme e non facile oltre alle intenzioni e ai limiti del libro stesso.

Sono questioni ancora oggi molto dibattute che fanno della resistenza al confine orientale un caso unico in Italia.

In conclusione Trieste. La resa dei conti, mi sembra sia un libro ambizioso, anche per il complesso impianto narrativo, che alterna momenti di narrazione “leggera”, a citazioni da saggi storici e all’uso narrativo di documenti; forse si è preteso un po’ troppo, una sorta di summa della problematicità contemporanea filtrata dalla storia locale, ma il materiale riportato a galla, il periodo storico toccato sono elementi di grandissimo interesse che la Torossi Tevini dimostra di non aver paura nel maneggiare e con ciò vogliamo dire che il libro va letto, fra le sue pagine diversi tipi di lettori troveranno soddisfazione e voglia di approfondire alcune delle questioni sollevate.

 

Riquadro:

Marina TOROSSI TEVINI

Nata a Trieste, è scrittrice e pubblicista. Laureata in Lettere classiche, ha insegnato al Liceo “Dante Alighieri” di Trieste. Suoi testi compaiono in alcune antologie, tra cui Scrittori triestini contemporanei, Lint 2000. Collabora o ha collaborato ad alcune riviste, tra cui Trieste ArteCultura, Stilos, Nuova Antologia, Zeta e alla rivista web Il sottoscritto. Sia per la sua opera in versi che per quella di narratrice ha ottenuto numerosi ricoscimenti a importanti concorsi letterari, tra i quali il primo premio per la narrativa al Leone di Muggia del 1993 e per la narrativa edita all’Alexandria Scriptori festival del 2013. Ha curato la pubblicazione postuma del romanzo del padre, La valle del ritorno (Campanotto editore, Pasian di Prato 1996). è socia del Pen Trieste, nel cui seno riveste anche incarichi direttivi.

Volumi pubblicati:

Donne senza volto, poesie, Edizioni Italo Svevo, Trieste 1991; Il maschio ecologico, racconti, prefazione di Elvio Guagnini, Campanotto editore, Pasian di Prato (Udine)1994; L’unicorno, poesie, prefazione di Elvio Guagnini, ivi 1997; Il migliore dei mondi impossibili, racconti, ivi 2002; Il cielo sulla Provenza, romanzo, prefazione di Elvio Guagnini, ivi 2004; Viaggio a due nell’Europa di questi anni, ivi 2008; Le parole blu, ivi 2010; L’Occidente e parole, racconti, ivi 2012; Rotte d’Europa, Hammerle editori, Trieste 2015; Trieste. La resa dei conti, Campanotto editore, Pasian di Prato (Udine) 2019.

Bibliografia:

Roberto Dedenaro (a cura di), Poeti triestini contemporanei, postfazione di Ernestina Pellegrini, Lint editoriale, Trieste 2000; Irene Visintini, Pagine di letteratura e di vita giuliana, Istituto Giuliano di Storia Cultura e Documentazione, Gorizia-Trieste 2013.

Sitografia:

www.marinatorossi.it

https://it.wikipedia.org/wiki/Marina_Torossi_Tevini

http://digilander.libero.it/wholt/biog_marina_torossi_tevini.htm

http://www.lafrusta.net/rec_tevini.html

http://www.succedeoggi.it/2019/05/marina-torossi-tevini-trieste-italia/

https://it.linkedin.com/in/marina-torossi-tevini-48753474

 

 

Marina Torossi Tevini

Trieste. La resa dei conti

Campanotto, Pasian di Prato 2019

  1. 464, euro 29,00